Lo screencast che vorrei davvero vedere

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Cosa sono gli screencast?

Gli screencast sono il modo più rapido ed efficiente di condividere una serie di informazioni complesse.

Suona fantastico, vero?

Sostanzialmente realizzare uno screencast significa filmare tutto ciò che avviene sul proprio monitor, condire il tutto con un commento audio e condividerlo con i nostri lettori. Nulla di più.

Li si possono chiamare video tutorial, video guide, “video post senza la nostra faccia dentro”. Quello che è certo è che sono sempre più numerosi e sembra davvero che tutti facciano a gara per sfruttare le potenzialità del video per evitare di dover annoiare l’utente con lunghe e complesse spiegazioni testuali.

Dopotutto è il classico “ti faccio vedere come si fa” reinterpretato in chiave web. E a dirla tutta ne sono un grande fan.

Qualcosa da sapere

Cosa esattamente rende uno screencast meritevole di essere guardato?

Fermiamoci un attimo: si presuppone che arrivati al fatidico click sul tasto play l’utente abbia già deciso di fidarsi di noi per un’altra manciata di minuti. Una volta “dentro” allo screencast non si tratta più di convincere l’utente a rimanere sulle nostre pagine: l’utente è già interessato a quanto gli stiamo per proporre, e il nostro compito è (solamente?) quello di non deludere le sue aspettative.

Essere troppo generici in apertura e non dare l’idea di una chiara padronanza dell’argomento porterà l’utente a scansionare il filmato cercando di saltare i discorsi inutili, magari cogliendo qualche frame interessante su cui fermarsi. E’ la situazione che dobbiamo cercare di evitare ad ogni costo.

1. Prepara una scaletta e padroneggiala

Come mi capita spesso di scrivere, il grosso del lavoro viene fatto lontano dal monitor. Comincia a costruire una scaletta di argomenti e punti chiave che intendi trattare. Se noti che i passaggi cominciano ad essere troppi prendi in considerazione l’ipotesi di suddividere il video in due parti meglio focalizzate.

Rendi il discorso scorrevole e decidi prima di tutto quanto desideri andare in profondità. E’ uno screencast dedicato agli utenti avanzati e quindi puoi tralasciare alcune basi? O vuoi limitarti a scalfire la superficie del discorso?

Una volta che hai sviluppato una buona scaletta “cartacea”, imparala a memoria e gioca con essa. Non fossilizzarti sulla fredda ripetizione mnemonica, quanto piuttosto sulla padronanza degli argomenti; per convincere gli altri di qualcosa devi prima di tutto esserne convinto tu stesso.

Un buon consiglio è quello di lasciar riposare la propria scaletta per alcune ore prima di riprenderla in mano e valutare a mente fredda se effettivamente il discorso fili. Non sempre lavorare ininterrottamente per ore ad un progetto paga come risultato finale.

2. Mostra solo ciò che serve

Probabilmente non ti serve sfruttare l’intero desktop. Concentrati sugli aspetti davvero interessanti per i tuoi lettori e ricorda che più cose metti in mostra, più cose i tuoi lettori saranno impegnati a guardare. Dato che il livello di attenzione è limitato valuta questa scelta con molta attenzione.

Molti programmi permettono di selezionare l’area attiva, o di restringere la registrazione ad una singola finestra: se il programma di cui disponi non ti permette tale opzione cerca perlomeno di nascondere alla vista applicazioni inutili, chat e barre degli strumenti.

Se proprio non puoi farne a meno, e questo è il caso di chi produce uno screencast dedicato al testing di applicazioni al di fuori del semplice browser, ripulisci il tuo desktop da tutto ciò possa creare rumore visivo. Un’applicazione in grado di generare desktop virtuali potrebbe essere un’interessante soluzione per brandizzare l’area dedicata allo screencast.

3. Non preoccuparti di fare errori

Ora che hai una scaletta pronta da seguire, appendila dietro al monitor o nelle immediate vicinanze e seguila senza incertezze.

Dato che gli utenti desiderano soprattutto i risultati, e tendono a volerli in fretta, prima ancora di partire con l’argomento trattato dovresti iniziare a descrivere in meno di trenta secondi tutti i punti che toccherai, e l’obbiettivo al quale li stai conducendo.

Se stai pensando che il tuo screencast debba essere perfetto ed impeccabile probabilmente stai guardando nella direzione sbagliata: gli utenti non cercano un risultato perfetto, cercano un risultato accettabile. Se qualcosa va storto recupera il filo del discorso senza farti prendere dal panico e senza ricominciare ogni volta a registrare da zero.

4. Non giocherellare con il mouse durante i tempi morti

Se per alcuni istanti non è fondamentale l’aspetto video (perché stai descrivendo a voce un passaggio più interessante), non cominciare a giocherellare con il cursore come se fossi sovrappensiero.

Non muovere, non spostare, non aprire e chiudere una finestra a meno che non sia realmente funzionale al fine dell’argomento. Inconsciamente tendiamo a dare maggiore peso a quanto vediamo rispetto a quanto ascoltiamo. Se qualcosa si agita a video cerchiamo immediatamente di capire cosa stia succedendo e perché, trasferendo la nostra (poca) attenzione da tutto il resto.

5. Punta sull’alta qualità

Con la diffusione di network dedicati negli ultimi anni, la qualità dello screencast che vogliamo diffondere non è più un vincolo. Un tempo il principale grattacapo era quello di caricare il filmato sul proprio server, utilizzare plugin specifici per permetterne la gestione dal proprio CMS e, beh, iniziare a lottare con problemi di banda, spazio e fruibilità del tutto.

Oggi, sia YouTube che Vimeo (per citarne solo un paio) permettono il caricamento di file in alta definizione (fino a 1280×720 px), dando la possibilità a chi se lo può permettere di disporre di una riproduzione pressoché perfetta. Sfruttiamoli fino in fondo e non riduciamo in nostri utenti a guardare attraverso un francobollo in movimento.

Registrare uno screencast: i software

La scelta gratuita e pronto uso che la maggior parte degli utenti fa ricade sul noto plugin per FireFox CaptureFox, che forte del fatto di essere integrato nel browser è spesso a portata di mano.

Per Mac OS X le soluzioni a pagamento più quotate vanno da iShowU (in tre versioni, base da 20$, HD da 29,95$ e HD pro a 59,85$) a SnapzProx (69$). In aggiunta potrete considerare di adottare l’ottimo Mouseposé (16,95$) per concentrare l’attenzione sul cursore del mouse tramite numerosi “effetti speciali”.

Gli utenti Windows non rimarranno delusi da soluzioni gratuite più che accettabili come Camstudio. Menzione speciale a quello che si potrebbe definire lo studio integrato per la registrazione e l’editing di screencast: Camstasia, dal prezzo non indifferente di 299$ e come comprensibile orientato ad un utenza molto più professionale.

Aggiornamento: Daniel Londero mi fa notare una soluzione affidabile anche per gli utenti Linux, recordMyDesktop, che mi dicono peraltro essere già presente nel repository di default di Ubuntu.

Registrare uno screencast è un’operazione alla portata di tutti. Come diceva Davide sul TagliaBlog, i tempi sembrano essere quelli giusti. Già alcuni come TheNorba hanno iniziato a pubblicare ottimi screencast e a dedicare ad essi un vero e proprio canale all’interno del proprio blog. Avete mai pensato di gettarvi nella mischia anche voi?

E, soprattutto, cosa vi aspettate di vedere quando lanciate uno screencast?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

18 commenti

  1. Quanto mi piacciono gli screencast, ma quanta pazienza per realizzarli.. In genere mi perdo sempre nel cercare un risultato più possibilmente perfetto, ma come dice il post, quello che interessa realmente agli utenti è un risultato accettabile e contenuti contenuti e contenuti 😉 ciao Francesco!

  2. Prima di premere su “Invia commento”, mi sono reso conto ti essere uscito un po’ fuori tema… un po’ tanto, credo.

    Ma… beh, non mi va di rinunciare a quanto ho scritto 😉

    Se i tempi sono maturi, credo che l’Italia, al solito, sia qualche passo indietro. Non ho ancora visto uno screencast italiano che non mi abbia annoiato dopo i primi 10 secondi.
    Certo, non ho visto nemmeno tutti gli sreencast italiani, visto che in linea di massima m’interesso ad argomenti tecnologici, che per buona parte non provengono dal territorio italiano.

    Spero di cuore che il tuo post sia letto, ma ancor di più assimilato da tanti altri blogger, aspiranti tali e _sedicenti_ tali.

    Hai citato TheNorba, che sicuramente non fa onore al mondo dei blog – pecca nell’italiano e, peggio ancora, nell’orgoglio quando gli si fanno notare gli errori e cancella i commenti non graditi -, del quale ho visto anche qualche screencast:

    – in alcuni casi, tono troppo “da professore”
    – in altri casi, si capisce benissimo che stava leggendo un copione: con grossi problemi sulle pause (credo abbia registrato l’intero screencast in apnea)
    – ancora, problemi nell’italiano o nella pronuncia di parole straniere

    Lo so che m’impunto in maniera particolare sulla lingua (italiana, sopratutto, ma anche straniera), ma non voglio credere che l’italiano medio sia un ignorante e per questo non sia necessario rispettare le più semplici regole della nostra lingua madre. Mi rifiuto.
    Eppure questa sembra essere una piaga in molti blog italiani.

    Non pretendo che l’autore del post faccia parte dell’Accademia della Crusca, tanto meno voglio spacciarmi io per un membro: non ho nemmeno fatto studi classici, non ho studiato latino e/o greco.
    Dico solo che l’utilizzo di un banale correttore ortografico e, nel caso degli screencast, la verifica sulla pronuncia di un termine straniero.

    Posso capire gli errori e le imprecisioni in un blog insignificante, che non legge nessuno, ma un blog che ha una certa diffusione (e TheNorba é fra questi) non può permettersi di ignorare tali regole. Che ignorasse (vedi cancellasse) pure i commenti negativi (benché anche questo sia poco professionale), ma dovrebbe controllare un paio di volte di non aver scritto delle castronerie: leggere, rileggere, aspettare un paio d’ore prima di pubblicare, rileggere ancora una volta e infine pubblicare, sarebbe molto più professionale.

    TheNorba é chiamato in causa in questo commento, ma solo perché é il caso più eclatante che mi sia mai capitato di trovare. Sicuramente non é il solo, ma questa non mi sembra una giustificazione valida, da parte dell’autore, per ignorare i propri errori.

    Da parte mia mi sono limitato a rimuoverlo dai miei feeds, malgrado gli argomenti fossero interessanti (proprio non ce la facevo a continuare a leggerlo): mi piacerebbe poterci tornare, un giorno, e scoprire che finalmente qualcosa é cambiato.

    Sarebbe utile per tanti altri blogger imparare dai commenti dei visitatori. Il fatto che si commenti o si critichi (purché in maniera civile), dovrebbe essere un segnale positivo per l’autore del post, perché vuol dire che il visitatore é comunque interessato e chiede solamente un miglioramento. Ma tanti autori questo non lo capiscono.

  3. @Gavello grazie x la citazione!

    @Andrea Sei solo un invidioso penoso, che cerca di ritagliarsi un po’ di protagonismo con i suoi commenti, mi fai ridere.

  4. Questo dimostra la professionalità di TheNorba.
    Io nemmeno ce l’ho un blog ufficiale, ma solo uno personale e privato: di cosa dovrei essere invidioso?

    Prima di cominciare a commentare pubblicamente le tue carenze linguistiche, mi sono limitato più volte a scriverti EDUCATAMENTE ed IN PRIVATO, senza ricevere risposte e senza vedere il minimo accenno di cambiamento.
    Solo in seguito ho iniziato ad inviare commenti altrettanto educati ed immediatamente cancellati, seguiti tempestivamente da messaggi anonimi che criticavano il mio blog (che non é pubblicizzato e non si spaccia per un blog professionale).

    Pertanto, come potrei volermi ritagliare un po’ di protagonismo – non sono cose che m’interessino, al contrario di altri -, se comunque i miei commenti spariscono “magicamente” nel nulla telematico?

    Questa é in assoluto la prima reazione che vedo da parte tua e solo perché questa volta non ti é possibile cancellare il mio commento.

    Ti ho fatto anche parecchi complimenti per la tipologia dei contenuti e ti ho fatto presente che anche la qualità sarebbe stata ottima, se solo avessi voluto curare di più l’italiano. Ma sei troppo orgoglioso, evidentemente, per accorgerti dei tuoi errori.

    All’inizio ti ho anche concesso la scusante dell’errore di battitura, ma era solo un altro modo per essere educato e tu non hai colto.

    Se fossi stata una persona seria, matura e umile, avresti preso atto della mia primissima e-mail e avresti provato a migliorarti.

    Continua pure a ridere, che ti fa bene.

  5. Ciao Francesco ti sei dimenticato le soluzioni per Linux! Dalla mia esperienza personale posso consigliare recordMyDesktop che in Ubuntu può essere installato direttamente dai repository di default, per le altre distro basterà una semplice ricerca su sourceforge per trovare i pacchetti necessari.

  6. bell’argomento! anche io sono un fan degli screencast e dalla mia esperienza come pubblico aggiungerei alla tua lista un punto per quanto riguarda i video tutorial di programmi: dopo aver girato il video semplifica molto la vita dei vostri utenti se aggiungete del testo a schermo che indichi gli eventuali tasti della tastiera che state digitando. quello che viene fatto con il mouse è subito chiaro, ma non si può dire lo stesso per le operazioni da tastiera. per quanto uno sia bravo nella spiegazione orale ci si perde sempre un po’ quando si snocciolano i tasti che si stanno premendo, rinforzare il messaggio con una scritta a video aiuta a non perdere il filo! in pochi lo fanno, ma io trovo che i video che usano questa accortezza siano molto più piacevoli da seguire ed incisivi.

  7. Penso che gli screencast siano davvero utili ed efficaci soprattutto nei blog tecnici o in situazioni in cui è necessario mostrare procedure lunghe e/o complesse.

    Naturalmente non dovrebbe mancare neanche il supporto testuale sia per ragioni di indicizzazione da parte dei motori di ricerca, sia perché si possa poi con calma capire e fissare meglio le procedure descritte.

    Il mio voto per il software è decisamente per Camstudio. Con il codec divx registra direttamente nel formato compresso, pronto per l’uso!

  8. Devo ancora sperimentare questo tipologia di blogging. Come qualcuno di voi saprà, credo in un futuro della blogosfera basata sulla comunicazione video-testuale ma…..purtroppo non ho ancora iniziato a farlo.
    Dopo aver letto questo post mi sono precipitato a fare il download di CamStudio e lo studierò nei prossimi giorni, cercando di coglierne l’utilità e le possibilità di utilizzo in un blog come quello che gestisco.
    Vedremo…;-)

    @Andrea, anche se, personalmente, non condivido molte delle cose che hai scritto, come ho riferito in un mio articolo, penso che criticare così aspramente attraverso l’uso dei commenti non è buona cosa.
    Un blogger pensa, scrive, sbaglia, indovina, fa di tutto per “esserci”, per essere seguito e “deve tener conto del parere dei propri lettori”, così come questi devono aiutarlo, consigliarlo, spronarlo, fargli intendere, come tu riferisci, dove sbaglia, se sbaglia…
    Perchè non provi, tanto per restare nell’argomento, a farlo con uno Screencast, piuttosto che con un commento di questo genere che, come avrai notato, genera soltanto sterili polemiche? 😉

    Alla prossima…

  9. @Valerio, sono, anzi sarei pienamente d’accordo con te, in linea generale.

    Il caso di TheNorba non è il solo in cui mi sono imbattuto. Ogni volta che noto degli errori in un blog che frequento mi segno mentalmente la cosa e vado avanti. Quando noto che la cosa persiste, invio un commento privato (via e-mail insomma) all’autore del post o del blog.
    E questo commento non è sotto forma di attacco: mi limito a fare presente gli errori frequenti. In prima istanza considero l’autore sempre in buona fede e do per scontato che si trattino di errori di battitura, anche quando si fa fatica a farlo.

    Fortunatamente, è sempre successo che mi rispondessero in maniera civile ed educata. Non solo, in linea di massima ho notato un impegno nel curare meglio i post successivi, se non a correggere anche quelli precedenti.

    Se però tali commenti, anche ripetuti, non solo non ottengono una risposta (che sarebbe cosa gradita, ma non indispensabile), non ottengono nemmeno un riscontro effettivo, io, se permetti, come utente, mi sento ignorato e in un certo senso insultato, perché penso che l’autore voglia considera i suoi lettori degli ignoranti.
    Pertanto, dopo i commenti civili e privati, passo ai commenti altrettanto civili, ma pubblici (che tanto sono sistematicamente cancellati).

    Scrivi che “Un blogger pensa, scrive, sbaglia, indovina, fa di tutto per “esserci”, per essere seguito e “deve tener conto del parere dei propri lettori””. A maggior ragione, deve esserci un minimo impegno anche nella cura della tanto bistrattata lingua italiana.

    Che poi non è che dico chissà cosa: suggerisco semplicemente di utilizzare un banalissimo correttore ortografico, che, seppur limitato, riesce a scremare parte degli errori.

    Non mi sento di commentare con uno Screencast: che differenza ci sarebbe? Tanto meno, se posso evitare, non commento nemmeno su un blog.
    Le polemiche saranno sterili, ma almeno, per una volta, ho potuto avere un riscontro (benché poco civile) da chi fino ad oggi ignorava i miei commenti.

    E con questo smetto di sfruttare questo blog per diatribe personali 😉
    Ormai, chi doveva intendere ha inteso.
    … spero

  10. Ritorno un attimo in topic e rispondo @Sheik e @Max 🙂

    Nello screencast che veramente vorrei guardare fino in fondo mi aspetto di trovare:

    – Titolo (ma giusto per la cura dei dettagli)
    – Labeling dei passaggi chiave
    – Keycast di quanto sta avvenendo a tastiera

    Più qualche riferimento (iniziale e finale) al sito per il quale è stato prodotto, ed eventualmente il nome dello speaker (che al 90% coincidono con blog e blog owner 🙂 )

    Un piccolo sommario testuale e una rapida descrizione dei punti salienti credo completino il piatto.

  11. il commento delle 6 di mattina 🙂 :
    adesso lo vedo un po troppo come marketing puro lo screencast, io non mi aspetto niente se non contenuti, cioè che spieghi meglio quello che c’è scritto nel post, magari anche divertente.

    Se e appena ne faccio uno vediamo come viene, visto che mi sento imbecille anche a parlare con skipe, mi sembra di parlare con il computer, al massimo faccio marketing 2.0, gli metto musica di sottofondo tipo profondo rosso e ads 😀 .

  12. Eccomi ancora qui…questo blog mi fa lo stesso effetto della birra qui nella City: quando inizio non posso piu’ smettere!!!
    Volevo solo dire a tutti che purtroppo CaptureFox al momento non è supportato da FireFox per Mac…. Quindi o si compra uno dei softwares sopra-citati… o si compra Fusion o Parallel e si usa Win in macchina virtuale… al momento purtroppo è cosi’… o almeno: io per ora non ho trovato soluzioni decenti free per Mac…

    PS: Questa storia degli screencast mi piace ed attira molto, ma penso che dato che ormai ce ne sono davvero a milioni e di ben fatti… per “impressionare” ed attirare il pubblico servano oltre a quello che hai detto:
    1. grande carisma e potere comunicativo
    2. quel qualcosa in piu’ nel video che fa dire all’utente: “non solo presenti in modo perfetto un argomento..ma COME LO PRESENTI TU NON LO PRESENTA NESSUNO!”

    EmA

  13. @Ema: Io ho acquistato tempo fa iShowU e mi trovo abbastanza bene, registra in realtime e non hai praticamente tempi morti per la compressione, tuttavia hai ragione a dire che di software free affidabili non ce ne sono affatto. Perlomeno non che io sappia.

    Per il resto, su queste pagine vedrete (spero presto) degli screencast, ma solo quando sarò convinto che la qualità valga il tempo speso a guardarli 😀

  14. Sì, iShowU è abbastanza buono, anche se in HD mi uccide il Mac!
    Per gli screencast… fai bene secondo me ad aspettare se non ti senti completamente “pronto”: io sono dell’idea che la qualità sia molto importante, soprattutto per la diffusione in rete, dove troppo spesso si incappa in schifezze… non definibili in altro modo..se mi passi il termine qui direbbero “rabbish web”!
    alla prossima…tanto ormai questa è la mia seconda casa virtuale!