Le cerchie di Google Plus

Prima era “cerca, non ordinare”. Ma oggi…

Una delle novità più chiacchierate di Google Plus sono state senza dubbio le cerchie.

Traduzione più o meno azzeccata di “Circles”, questo concetto, anticipato se ricordi in parte ben prima del lancio dai più classici rumors, risulta dopo pochi minuti piuttosto …comodo, ma non esattamente intuitivo come molti utenti si sarebbero aspettati.

Abituati a una logica “sociale in tutto e per tutto”, avere a che fare a priori con la segmentazione dei propri utenti è qualcosa che non crea affatto una similitudine diretta con le liste di Facebook -come in molti scrivono- quanto piuttosto con le sue Reti.

Mai usate o capito a cosa servissero davvero?
Ecco.

Il fatto è che Google stesso da tempo ci va raccontando che ciò che un utente dovrebbe fare è cercare, non ordinare i contenuti di cui ha bisogno sul web. La potenza dell’algoritmo del colosso di Mountain View ha fatto piazza pulita di ogni logica “a directory” lasciando all’utente il solo compito di chiedere alla search bar cosa restituirgli oggi.

All’interno di Google Plus le cose stranamente si invertono: prima di comunicare, scegli verso chi potresti farlo.

E quando materialmente decidi di condividere poi qualcosa sul network stesso, scegli a priori a chi di coloro vuoi parlare. Tutto ruota intorno alle cerchie; in ogni porzione del layout si faccia riferimento a un utente è possibile mettere mano alle proprie cerchie e spostarlo, aggiungerlo, rimuoverlo dalle proprie sfere di interessi.

Ma, dicevamo, non sempre è così semplice categorizzare un numero di contatti così ampio come quello che siamo abituati a gestire normalmente sui social media. Quanti degli utenti di cui sei amico su Facebook hai racchiuso in liste? Quanti dei tuoi following su Twitter hai organizzato in liste disponibili ai tuoi follower? E quante di queste liste, giorno dopo giorno, continuano ad avere senso?

Ricordiamolo: le cerchie di Plus

  • Sono private in tutto e per tutto
  • Non permettono alle persone al loro interno di essere informate del nome della cerchia

Posso quindi indagare su ogni persona presente nella rete di contatti di un mio contatto, ma non di venire a conoscenza del modo in cui quest’ultima ha deciso di suddividerla. E ancora, grazie a un’anche minimo setup di base, con le cerchie:

  • Puoi decidere di parlare alla tua rete di contatti in modo selettivo
  • Puoi seguire contenuti postati da contatti per te rilevanti
  • Puoi bloccare rompiscatole e spammer

Un concetto semplicissimo. Neanche da stare a scriverlo in una lista come quella sopra ma, come dire, forse logorante sul lungo periodo per l’utente medio che vuole solo stringere contatti e condividere senza troppi problemi i propri messaggi verso il mondo intero.

Resta il fatto che da un punto di vista più professionale, la logica delle cerchie si presta molto bene a gustose espansioni. Quanti sentono la mancanza di un’importazione da un flusso RSS, o dal proprio account Twitter, verso una specifica cerchia?

E ancora, quanti ipotizzano una “cerchia fantasma” all’interno della quale condividere contenuto e trovarselo pubblicato in una widget sul proprio blog, su Twitter o in un flusso RSS personalizzato? Fa tanto Wave con le sue estensioni mai decollate, ma l’idea in sé è appetitosa.

E ancora, guardando ai tool rimasti per ora slegati da Plus, che dire di Google Reader? Personalmente andrei matto per possibilità di condividere un articolo tra le fonti che già letto su Reader verso una cerchia di Plus, saltando a piè pari l’inutile e vecchia (eddai, diciamolo) gestione “sociale” del feed reader di Google.

L’idea è che sempre più a lungo Google ha gettato feature socializzanti nei suoi prodotti. Plus, e le sue cerchie, potrebbero finalmente essere il collante che stiamo aspettando per portare l’attività dei singoli strumenti separati a un livello superiore.

Le cerchie.
Tu che ne pensi?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

6 commenti

  1. L’idea delle cerchie fantasma era venuta anche a me! Speriamo la implementino presto! Da GReader se premi “Condividi” te lo ritrovi nel tab “Buzz” del tuo profilo, non sarà granchè ma è già qualcosa 😉

  2. Sono totalmente favorevole ai circoli — anzitutto perché con facebook ci si trova spesso molta immondizia nella timeline (o muro) di persone che a stento si conoscono. Un filtro è necessario.
    Poi mi piace l’idea di poter scegliere le amicizie e con chi parlare/condividere. Facebook è diventato un carnaio in preda alla pubblicità.

    Complimenti Francesco, post chiaro ed utile

  3. A ME piace.
    Bisogna vedere se piace alla maggior parte dei Faceboookiani (o comunque li si chiami), che secondo me preferiscono l’immediatezza della condivisione globale. visto che (giudizio mio, lo ripeto, ma dato dall’esperienza) quando scrivono non lo fanno per comunicare, se non a se stessi.
    E se si preoccupassero della privacy… semplicemente non starebbero su FB.

    Ma se pure mi sbaglio… basteranno le cerchie a convincere la gente a cambiare un social per un altro che tutto sommato non offre null’altro di nuovo?
    Perché qui non si tratta, come in politica, di conquistare una fetta di indecisi, ma di riuscire a fidelizzare chi già sta con la concorrenza.

  4. Bell’articolo.
    Una domanda: è possibile già a monte rendere privata una cerchia?

    Cioè se io ho creo una cerchia: famiglia, posso rendere visibile queste persone e il loro conteniuto solo ed esclusivamente ai membri della famiglia.
    Il contenuto si, basta che io lo indirizzo solo alla cerchia famiglia (salvo poi essere resa pubblica dalle persone della cerchia stessa). Ma se voglio tenere privata proprio la persona al resto dei miei contatti, è possibile?
    Se si mi potresti spiegare come.

    Grazie