Le 12 cose che stanno rovinando il tuo curriculum

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Mi trovavo qualche giorno fa a discutere tra amici di come spesso ottime esperienze lavorative vengano  annichilite e nascoste in curriculum contorti che tutto fanno fuorchè valorizzare la persona che dovrebbero rappresentare.

E via quindi di considerazioni.

Considerazioni di come un buon curriculum debba essere niente di più che la versione extended del nostro biglietto da visita; di come debba essere in grado di parlare da solo e di lasciare una buona impressione di noi, stimolando la curiosità di chi legge e portandoci al passo successivo: il colloquio di lavoro.

Eppure, come spesso accade, un concetto così semplice è anche il più difficile da mettere in pratica.

E magicamente ecco un fiorire in tutta la rete di guide sul “curriculum perfetto”, sul curriculum che va scritto da altri e non da noi, su dubbi “generatori di curriculum” e chi più ne ha più ne metta. Ottime e autorevoli guide mischiate a consigli da quattro soldi, layout precompilati che lasciano il tempo che trovano.

In realtà credo che scrivere un buon curriculum sia semplice. Molto semplice.
Per avere successo l’importante non è tanto sapere cosa fare in materia, quanto invece sapere cosa non fare per nessun motivo.

1. Sbagliare il tipo di curriculum.

Sebbene il curriculum europeo sia “forte” e riconoscibile da più o meno chiunque all’interno del settore, è anche vero che seguendo tale modello saltano fuori tre o quattro pagine persino per una persona al primo impiego.

Chi vi seleziona ha a disposizione pochi secondi per capire se fate o no al caso suo, e non è certo il caso di perdersi in tonnellate di informazioni non richieste organizzate modello dispensa.

Tenetelo sempre a disposizione, ma non inviate un curriculum europeo a meno che non vi sia esplicitamente richiesto dal selezionatore.

2. Esagerare in lunghezza

Se è vero che la regola K.I.S.S (Keep It Simple, Stupid) vale per moltissimi campi della cognizione umane, è anche vero che “Keep It Short, Stupid” potrebbe esserne un’ottima variante.

Rimanere sulla singola facciata di foglio A4 ha i suoi pregi: niente pagine perse; informazioni facilmente scansionabili con una singola occhiata e un maggiore senso di ordine.

3. Nascondere il proprio profilo

Molto spesso per comprendere a fondo il profilo di un candidato è necessario leggere attentamente l’intero CV, spendendoci tempo e cercando di estrarre a forza quale figura, sommate tutte le variabili, ne esce dall’insieme.

Come se si avesse paura di dire chiaramente quali sono i propri punti di forza al di là della singola esperienza.

Concentrate invece le informazioni sul vostro profilo lavorativo in tre, quattro frasi precise e sintetiche all’inizio del vostro documento. Darete una chiara idea di chi siate e cosa siate in grado di fare prima ancora di dilungarsi nei dettagli (ammesso che l’esaminatore arrivi poi a leggerli).

4. Scrivere in maniera troppo contorta

L’italiano è una lingua fantastica e ci consente i più divertenti e brillanti giri di parole per esprimere pressochè qualsiasi concetto. Tuttavia, nell’ottica di trasmettere velocemente un’informazione a chi ci legge, frasi brevi in grado di autosostenersi nell’insieme possono rendere migliore la comprensione durante una veloce lettura del documento.

Evitate di partire con i preamboli e discorsi difficili da seguire; attenetevi ai fatti, semplici e chiari.

5. Inserire un’immagine sbagliata di noi stessi

Si, io sono per l’inserimento di una foto all’interno del curriculum.

In molti considerano quasi futile questo dettaglio tutt’altro che marginale, assolutamente da non relegare alle sole selezioni per ruoli in contatto con il pubblico. Dare un’immagine chiara e pulita di voi stessi, affidabile e (si spera) nella vostra veste migliore aiuterà a caratterizzare un “freddo documento dove si raccontano dei lavori”.

6. Non equilibrare le informazioni

Un curriculum sbilanciato è un curriculum che per coprire poche esperienze di lavoro inizia parlando delle aspettative e si dilunga fino a riempire la paginetta parlando di interessi personali a tutto spiano.

Equilibrio, gente.

Se non avete molta esperienza, semplicemente scrivetelo e siate sinceri. Ma non cercate di camuffare una mancanza (che poi non è nemmeno tale) con giri di parole o cercando di portare l’attenzione su altri argomenti.

Una tecnica che uso è di dividere mentalmente in due lo spazio disponibile.

Provateci: nella prima mettete tutte le esperienze concrete e dettagliate, nella seconda invece parlate di voi, di cosa sapete fare sul campo, di dove volete andare.

7. Essere (troppo) esaustivi

Se è vero che dovete stimolare la curiosità di chi legge e farvi proporre un colloquio, è anche vero che a tale colloquio dovrete avere qualcosa di cui parlare. Accennate ad argomenti che possano fare presa sul vostro esaminatore, piuttosto che dilungarvi in essi direttamente nel CV.

Siate dettagliati, ma non noiosi.

8. Sottovalutare layout, font, colori

Come tutto ciò che trasmette informazioni, anche un curriculum rispetta alcune regole di base non scritte che possono rappresentare la classica “marcia in più” se correttamente sfruttate.

Non crediate che un font valga l’altro, che i colori dopo tutto non contino e che l’aspetto estetico di ciò che andate a presentare sia un dettaglio noioso e trascurabile. Niente di più sbagliato. E’ la prima impressione che gli altri hanno (e possono avere) di voi. Volete realmente trascurarla?

9. Essere troppo estrosi

Un tempo si diceva che chi lavorava con il web avrebbe dovuto avere un portfolio in HTML. Ora io non so se fosse solo un’idea stravagante arrivata alle mie orecchie o davvero un trend che si stava (brr…) per imporre.

Fatto sta che un portolio in HTML, magari spedito e inviato via mail al potenziale datore di lavoro credo sia perfettamente inutile. E ve lo dice uno che lo ha curato parallelamente al cartaceo per molto, molto tempo.

Troppe le variabili e troppi gli imprevisti che si possono verificare, vanificando un buon curriculum. Attenetevi al PDF, molto più affidabile e controllabile come risultato.

10. Ignorare i dettagli

Come già detto, l’effetto del vostro CV è il risultato dell’insieme delle parti.

Immaginate di leggere un buon CV per assumere un collaboratore, di essere in bilico sullo scarto e sulla accettazione e di leggere al fondo del documento una fantastica mail gratuita magari di un servizio di hosting non più in vita.

Curate questi dettagli come se tutti fossero sempre pronti a considerarli vitali. Oggigiorno un dominio con email personale non lo si nega più a nessuno e apparire professionali non è più cosi’ costoso come un tempo.

11. Non fornire supporto alla curiosità stimolata.

Se lavorate in campo creativo, il vostro CV è probabilmente solo il primo dei passi che l’esaminatore farà prima di arrivare a contattarvi. Predisponete un (ideale) tappeto rosso collegando il vostro CV ad un portfolio online, dove sia possibile per chi fosse interessato a voi evere un’anteprima al volo di ciò di cui parlate.

12. E’ tutto qui ?

No, non è tutto qui. Le possibilità sono infinite.

Ciò che ho voluto fare con questo post è dire la mia in un settore in cui molto spesso sforzi di giovani talentuosi vengono vanificati dalla loro stessa inesperienza in materia di autopromozione.

Le possibilità, come dicevo, sono infinite. E i punti sopra hanno avuto valore per me.

Magari già disponete di un buon curriculum e questo post vi è servito per affilarlo ulteriormente; magari siete dei sostenitori del “cv extended edition” e di tutto il mio parlare di minimalismo e semplicità non ve ne può fregare di meno.

Oppure no?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

39 commenti

  1. Due cose interessanti ho da dirti 😉 La prima volevo complimentarmi per l’articolo utilissimo in quanto sono in cerca di lavoro e sto perfezionando il curriculum. La seconda volevo segnalarti, sperando sia per te una cosa gradita, 2 siti:
    1) Per pubblicare notizie come questa e attirare utenti qui http://www.pubblicanews.it
    2) http://www.colloquidilavoro.altervista.org per confrontarsi sui colloqui e stare in tema sul tuo articolo. Grazie e ancora complimenti

  2. bel post,
    Io alla fine trovo che la cosa più importante è essere se stessi, si evita che si facciano un idea diversa di noi poi magari restano “delusi” e si patiscono le conseguenze.
    Il curriculum lo vedo come una cosa fredda, dati, informazioni, il colloquio è molto più importante, aspetto anche il post sul colloquio 🙂

  3. Sono contento vi sia piaciuto! 😀
    @Daniele S.: Il link a linkedIn… humm.. non ci avevo mai pensato ma in effetti potrebbe essere una valida “estensione”

    @Yuri: giaggià, le bugie (sopratutto in campo lavorativo di chi parla tanto per riempirsi la bocca) hanno le gambe corte 😛

  4. Concordo con ANDREA@BV 🙂
    Oltretutto posso dirvi che giorni addietro ho archiviato diversi CV per conto della mia capa, che parlandone lamentava appunto la mancanza delle foto dei candidati. Non è un elemento discriminante a priori, ma nemmeno da sottovalutare!
    @Fr@ vogliamo parlare anche delle foto da NON allegare ai CV ?Tipo quelle col cane o al mare con gli amici ..

  5. I miei complimenti per il post. Sono d’accordo su tutto ciò che scrivi ed è anche quello che ci hanno insegnato. L’ultimo cv che ho fatto (dopo anche una prova di cv visuale che trovi alla sezione about del mio blog), ho utilizzato un modello disponibile tramite Office online, non troppo austero, ma graficamente interessante e soprattutto molto chiaro e pulito: informazioni necessarie, attenzione ai font e ai colori, una piccola fotografia… che dire, ha fatto un gran successo e allo stage mi hanno preso immediatamente con tanto di complimenti!!!

  6. Sono contento ti sia piaciuto Lara 🙂

    Dopotutto quello che ho scritto non è nulla di più che una serie di “prove sul campo” che anche con me hanno dato i loro frutti, al tempo!

  7. Interessante l’articolo, solo su un punto non sono d’accordo: Inserimento di foto.
    In America non lo usano quasi mai, in teoria molti si basano sull’aspetto delle persone…
    Certo se ci si candida per un lavoro che lo scopo principale è l’interagire con i clienti allora la buona presenza gioca un ruolo fondamentale. Ma ci sono persone che si basano solo sulla foto, e non sulle potenzialità che l’individuo ha da offrire.
    Per me è un no, per il resto l’articolo è ottimo 😀

    Saluti 😉

  8. Complimenti per l’articolo, veramente molto intelligente!

    P.S. Che plugin hai usato per il tuo Portfolio? 😛

  9. @LUX: lo scopo è scrivere un curriculum per farsi assumere. Proprio perché molti giudicano l’aspetto di una persona mettere la foto può essere un’arma in più. Se invece devo dire se sia giusto o no usare la foto come fattore discriminante nell’assunzione quando la bella presenza non serve, allora sono d’accordo con te.

  10. Interessante articolo.
    Io approfondirei segnalando l’iniziativa di Alessandto, che ha sfruttato un altro virale per autopubblicizzarsi: un biglieto da visita diverso (troppo?) dal solito.
    Ecco i link (se vanno): qui | qui

  11. complimenti per l’articolo, veramente interessante e ben scritto.

    grazie mille per l’impegno, e per le ottime o oggettive considerazioni.

  12. Consigli ottimi e sicuramente efficaci.
    Mi dai però un altro consiglio? Mi dici come presentare un CV di una persona che ha un’età un pò fuori dai parametri standard (cioè età un pò avanzata) e si ritrova ad aver perso il precedente lavoro magari con figli e famiglia? Quali suggerimente daresti per far si che il CV presentato da tali persone sia succinto e colpisca chi lo legge, vista l’età che appunto fa la sua parte?

  13. @Nicola: Il mio consiglio è quello di puntare sul “saper fare” in maniera precisa e realistica.

    Non trascurare certo titoli o competenze puramente accademiche, ma focalizzarsi invece sulle reali capacità spendibili nell’immediato che si possono presentare all’azienda.

  14. e quando ti presenti ad agenzie come la michael page o l’adecco che vogliono solo curriculum europei ? bhe li come ti comporti?
    comunque ottimo articolo complimenti

  15. Chi dice che la foto non conta: SVEGLIATEVI.
    Siamo nella società dell’immagine, il 90% degli annunci sottolinea “bella presenza” e assicuro che non fanno riferimento al fatto che vi lavate o meno.
    Bei faccini, magari o meglio se vuoti dietro per tanta, tanta immagine anche dove nessuno la guarda.
    Bel articolo riassumibile in un paio di frasi: “Per far centro bisogna essere chiari, diretti e usare un front leggibile e gradevole. E’ un curriculum che spesso nemmeno leggeranno non una novella sulla vostra vita. Se nella foto non date il peggio di voi stessi stile appena sveglio e prima del caffè è meglio.”
    P.s: in ogni caso, in Italia, una raccomandazione vale più di ogni curriculum.