Un semplice, incredibile, segreto per scrivere contenuti definitivi

Include la definizione di “segreto” che molti non ti dicono!

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Prima di iniziare, una piccola precisazione.

Nove volte su dieci, quando leggi da qualche parte sul web (sì, anche su questo blog) che stanno per essere rivelati dei presunti segreti, dovresti riconvertire il tutto in: “Stanno per dirmi qualcosa di estremamente comune. Talmente comune che nessuno ci fa più caso al fatto che funzioni davvero. E spesso lo si trascura.”

E questo è esattamente il caso.

Scrivere buoni contenuti per il tuo blog è un impegno non da poco. Tra te e il completo sbobinare i tuoi pensieri in forma leggibile si frappongono continue revisioni, un calo d’ispirazione qua e là, la mancanza di un giudice esterno che ci dica quando smettere e, solitamente, il poco rassicurante pensiero di non aver detto tutto ciò che volevamo.

No, non è per niente facile.

Come si fa quindi a mantenere un buon ritmo, risultare interessante, guardare a ciò che scriviamo con fare distaccato e mantenere bassa la dose quotidiana di stress?

È presto detto.
Basta seguire la regola del(le) 24. 😀

La regola del(le) 24

Sia ben chiaro, non stiamo inventando nulla di nuovo. Forse, semplicemente, è stata la regola del(le) 24 a permettere a questo blog di mantenere un ritmo di pubblicazione costante e una soglia minima di qualità da rispettare.

Come si mette in pratica?

  • Scegli un argomento e getta le basi del tuo post: non è importante che sia perfetto.
  • Attendi ventiquattro ore.
  • Modifica quanto necessario e pubblica (o manda in programmazione).

Tutto qua.

Sai, una volta ebbi modo di sentire un cantante parlare del suo lavoro e del processo creativo necessario a portare una serie di note sconnesse a diventare una vera e propria melodia. Raccontava di come una canzone può diventare in fase di sviluppo come una spugna, in grado di assorbire tutto te stesso fino a farti cadere dal sonno, le forze sottratte durante il processo. Se la lasci libera a sé stessa, una canzone continuerà a chiederti modifiche continue e assomiglierà sempre più a un tuo tormentone, piuttosto che a un qualcosa in grado di affascinare (ancora) gli altri.

Con lo scrivere, beh, è lo stesso.

Esiste una soglia ben definita dove il processo creativo fresco termina e subentra il puro e semplice stress. Non ci puoi fare nulla. Ma la volontà di “modificare solo quell’altro paragrafo” o di correggere ancora una volta l’introduzione non portano alcun beneficio se vengono portati avanti per puro lavoro meccanico e per desiderio di levarsi finalmente di torno il pezzo.

Invece, impara a guardare ai tuoi lavori con occhi freschi. Più che puoi.

Scrivi un post, gettane le basi. Cerca di riversare ogni aspetto importante in questa prima stesura fino a quando stai ancora “viaggiano in discesa”. E a un certo punto, chiudi il monitor. Non forzare le cose. Fai sport, guarda un film, esci con la tua famiglia.

E torna sul tuo pezzo il giorno seguente. Completa adesso ciò che manca. Metti insieme i mille dettagli mancanti che ora, neanche a dirlo, faranno a gara per saltarti all’occhio.
E infine pubblica.

Questo, più di ogni altra cosa, è l’aspetto che ha contribuito ai miei pezzi di rimanere freschi con il minimo dello sforzo.
Ed è anche ciò che, è giusto dirlo, ha impedito a grandissime schifezze di finire online. 😀

Mai sottovalutare cosa potresti pensare dei tuoi stessi pezzi con un paio di occhi freschi e riposati!

Hai mai usato questa tecnica?
Credi si potrebbe adattare al tuo modo di bloggare?

…o invece sei un tipo da “post di getto”, e chi vivrà vedrà? 😉

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

9 commenti

  1. Ciao Francesco, ottimo spunto di riflessione.
    Io personalmente ho sempre usato una variante di questa tecnica che si chiama “tecnica della convergenza” che ora ti spiego brevemente.

    – Scrivo un articolo, poi lo lascio li.
    – Ci ritorno su dopo un paio di giorni o settimane, e modifico in parte il contenuto se ho nuove ispirazioni.
    – Lo lascio li ancora dei giorni o settimane e poi ci ritorno su nuovamente e così via.

    Proseguo in questo modo finché leggendo l’articolo, non ho più niente da modificare.
    Alla fine ho il mio articolo pronto.
    Nei tempi di “attesa” nel frattempo lavoro su altri articoli usando sempre la stessa tecnica.

    Alla fine viene fuori un bell’incastro, che mi permette di avere articoli che non ritoccherei più.
    In quest’ottica, come ti avevo già detto in un vecchio commento, il mio “buffer articoli” è annuale, proprio perché preparo decine di articoli con questa tecnica e prima che raggiungano il punto di “non convergenza”, passano diversi mesi.

    Come promesso, trovi il link del mio nuovo portale nel campo “sito web” di questo commento.

    P.S. Ti ho inserito nei ringraziamenti visto che il tuo blog mi ha insegnato veramente molte cose da quando ho iniziato a seguiti silenziosamente, circa 1 anno fa.

    Ora non mi resta che far decollare il portale (si spera….:-))

    Ciao

    1. Ciao Fabio,
      che dire, ottima tecnica quella che hai sviluppato.
      In questo modo miri a ottener veri e propri post-pilastro, adattissimi a quel tipo di blog o portale che tende a diventare un repository di contenuto anziché gestire tante piccole perle sparse qua e là.

      Grazie per la tua citazione 😉 e in bocca al lupo per il decollo!

  2. per me conta molto l’incipit se non trovo un buon inizio non riesce a “lievitare” neanche il post.Nel mio angolo delle idee (buffer articoli) ci sono alcuni post con solo l’inizio che stanno lì a maturare. Una volta trovata la partenza buona in genere scorre tutto rapidamente.

  3. Bravo Francesco! Quanto hai scritto vale per i post, ma anche per gli articoli di giornale, per le relazioni, forse anche per i libri….

    1. Esatto! 😉 E poi, anche con tutta la frenesia dei socialcosi, non è mica detto che tutto debba viaggiare alla velocità del pensiero. Un minimo di decompressione auto-imposta aiuta parecchio a schiarirsi le idee.