Di cene, indirizzi e informazioni pertinenti

È davvero questo ciò che voglio sapere di te?

La maggior parte delle pagine “Chi Sono”, “About me” o “Vieni-a-saperne-di-più-su-di-noi” dei siti web che da esse dovrebbero trarre la maggiore spinta, semplicemente non funzionano. Seguono a ruota le pagine “Contattaci”, “Dove Siamo” o “Vieni-a-trovarci-adorato-cliente”.

È un dato di fatto.

Un paio di settimane fa mi trovavo nella necessità di dover decidere in che posto cenare insieme alla mia ragazza e alcuni amici. Assodato che nel luogo in cui ci trovavamo niente ci soddisfava (leggi: c’era una ressa fuori dall’ordinario) decido di consultare il sito web di un locale che mi avevano consigliato qualche giorno prima per scoprire se ci avrebbe voluto tra i suoi nuovi ospiti.

Tipica necessità facilmente risolvibile, giusto?

Ecco, se hai anche solo accennato a un sorriso leggendo questa banalissima necessità allora sappilo: sei dalla mia parte. Perché significa che anche tu sai che chiedere una cosa così semplice al sito di un locale è spesso, spessissimo, chiedere troppo.

Sul sito di questo locale non trovo infatti un orario, una mappa o nient’altro che avesse potuto permettermi di riflettere sulla situazione. Con buona pace del web in mobilità o dell’informazione a portata di mano quando ne hai davvero bisogno. Così, dopo una manciata di minuti passati a smanettare tra sito ufficiale, ricerche su Google e Places, abbandono l’idea e mi metto in coda nel posto in cui già mi trovavo, mentre molto lontano, una cassa non suonava “ring ring”, ignara del cliente perso.

Il fatto è questo: se hai un’attività che in qualche modo è sfociata sul web ma ha bisogno della fisicità di un locale, dovresti possedere sul tuo sito almeno una pagina in cui sia semplice, semplicissimo, consultare ogni tipo di informazione che possa rendermi tuo cliente. Chissenefrega se hai già scritto le stesse cose al quinto paragrafo della sezione “Storia del locale”. Chissenefrega se hai già provveduto a disseminare utili indizi in almeno altre dieci sezioni e sottosezioni.

Dammi una e una sola pagina con le informazioni vitali per me, cliente, che mi trovo nella necessità di usufruire dei tuoi servizi.

  • Non scrivere il tuo indirizzo con quel font tanto trendy incastrato in un’immagine a fondo pagina, ma piazzami tutto per esteso in forma testuale.
  • Ancora meglio, piazzami una mappa dinamica con Google Maps, così che non debba nemmeno copia-incollare l’indirizzo nel software del mio smartphone.
  • Inserisci i tuoi orari: una banalissima lista puntata come questa sarà sufficiente
  • Assicurati di indicare i giorni di chiusura straordinaria
  • Magari piazzami un menù in PDF da scaricare e consultare al volo senza troppi patemi d’animo

E tieni tutto aggiornato in modo che abbia un senso.

Cose che non vanno troppo lontano.
Che non richiedono una strategia di comunicazione da migliaia di euro.

Semplice buon senso applicato al web. Web che è fatto di persone e vorrebbero (sempre più spesso) trovare qualcuno in grado di soddisfare le loro esigenze senza caricarli di stress aggiuntivi.

E invece ci troviamo ancora in mezzo a siti-vetrina. Siti con l’animazione “tanto carina” che non aggiunge e non toglie niente a un sito già povero di per sé. Informazioni centellinate e poco pertinenti, utili solo a gratificare chi quel sito l’ha progettato ma assolutamente ininfluenti sulla scelta di un potenziale cliente.

O, nei casi ancora peggiori, sistemi di prenotazione (semi) automatici tanto precisi e validi che quando ti presenti al locale alzano un sopracciglio e spalancano gli occhi…

(buon senso, semplice buon senso!)

foto: © treenabeena – Fotolia.com

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

7 commenti

  1. Di siti vetrina ce ne sono ancora tantissimi, questo perchè i proprietari dei locali hanno più interesse all’apparenza piuttosto che alla concretezza, preferiscono un sito “ben fatto” con animazioni e luci che si accendono qua e là per attirare l’attenzione del cliente e non si rendono conto che magari il cliente vuole solo sapere quanto costa un certo prodotto, come raggiungere facilmente il luogo, gli orari di apertura/chiusura e via dicendo, cose semplici insomma.
    Al cliente non interessa un fico secco se passando sopra col mouse vede partire i fuochi d’artificio nello schermo o se cliccando sul link sente una musichetta particolare.

  2. Sarebbe bello, ma molta gente ancora sottovaluta il web.
    Chi ci prova magari possono essere tanti, ma spesso capita trovare menu, prezzi ed orari del 2009 o simili.
    Non posso che condividere quanto dici

  3. Mi associo ai commenti, ma sono sempre più convnto che non è che molta gente sottovaluti il web… semplicemente non lo conosce, non lo capisce.
    Magari lo considera una vetrina ma non ha la minima idea sul come arredarla.

    Ancora oggi trovo siti web con interfacce al limite dell’usabilità, scritte di dimensioni sempre diverse, magari in blu su sfondo nero… o mille animazioni in flash ma neppure un’informazione utile.
    Cose fatte così… più per soddisfare il proprio gusto estetico che per informare (o anche solo attirare) il potenziale cliente.

    Un pò come quando ti fai uno slide show con le foto delle vacanze mischiando mille effetti di transizione diversi (foto che si piegano, che si arrotolano, che si appallottolano…) prima di intuire che forse il filmato è mooolto più efficace se di effetto ce n’è uno solo, sempre lo stesso.
    E a volte è anche meglio senza.

  4. Concordo con voi. Mi sono avvicinato da poco all’argomento avendo messo su uno shop online da poco meno di un anno adesso vedo tutto con occhi diversi. Molto più critici e molto più consci di quello che si poteva fare sul sito e che non è stato fatto.
    Credo anche che ci sia molta gente che si dichiara esperta di siti web ed invece è pronta solo a chiederti soldi senza offrirti in cambio un prodotto valido.

    Marco.

  5. Grande Francesco!
    Si esatto: “di se ci vuoi come clienti”, tutto questo dovrebbe far parte dell’accoglienza non solo della promozione e della pubblicità (troppo spesso confusa con un contorno estetico ma in realtà “resa pubblica informazione ad un bisogno (vero o indotto)”… Appunto la parte primaria dell’accoglienza

  6. Hai pienamente ragione, tante volte (riporto il tuo esempio del ristorante, ma vale in qualsiasi attività) dei ristoranti mi hanno perso come cliente perchè magari mi era impossibile reperire la giornata di chiusura straordinaria, e volendo evitare un giro a vuoto (dato che magari non c’è nemmeno il numero di telefono) sono andato altrove.

    La colpa però non si può dare solamente al povero gestore del ristorante, infatti siamo anche noi webdesigner che dobbiamo suggerire al cliente, in base al suo tipo di attività, quali informazioni siano necessarie o da rendere maggiormente evidenti.

    E’ anche vero comunque che spesso tanti si affidano al “ragazzetto che mi fa il sito per 50€” e che non pensa a certi aspetti fondamentali, oppure non ascoltano minimamente i consigli che abbiamo da offrire

  7. Mi ricordo perfettamente la serata .. per quanto riguarda il mio ambito di intervento, lo stesso vale per musei e collezioni private: quante volte ho lasciato perdere una visita perchè gli orari e i giorni di chiusura non erano chiari o aggiornati? Peggio ancora quando l’indirizzo è incompleto. Ottimo post!