Il vero succo della Blogfest

Non potevo chiedere di meglio

Il punto è che parlare di Riva del Garda, con tutto quello che si è già scritto, twittato, live-bloggato (anche dal sottoscritto) è difficile. Si rischia, con molta probabilità, di apparire scontati. Banali. Di ridurre il tutto all’ennesimo post pieno di baci e abbracci, di rimandi agli anni venturi, di inviti da ricambiare.

Si sarebbe quasi tentati di non farlo, un post del genere. O di scrivere qualcosa di volutamente al vetriolo, giusto per cambiare l’aria e vedere se così si raccatta qualche commento in più. Oppure di non dire nulla. Di lasciare che il “non detto” sia ciò che più conti in eventi come questo. Chi c’era c’era, tutti gli altri giù nel fosso.

E invece no, serve farlo.

Alla fin fine, so bene come la Blogfest sia più una festa tra amici che un evento mediatico di quelli “seri e ingessati”. È la festa della rete, non lo IAB. Una gita di classe, non un esame dove conta sapersi vendere.

E so anche come molti raggiungano Riva con mille aspettative non sempre tutte rispettate, quasi l’evento in sè sia qualcosa di difficilmente “inquadrabile”, che tanto fa paura prima e tanto disattende le attese dopo.

Per inciso, anche quest’anno c’era chi, ben conscio dell’attenzione su particolari hashtag in Twitter, non si è risparmiato in attacchi più o meno velati a chi investiva il proprio weekend nella “solita messa”. Quasi dal di fuori sembri tutto un giochino tra fissati senza niente di meglio da fare.

La Blogfest, come scrivevo, si ama o si odia.

Il punto è che la Blogfest non è solo l’evento -splendidamente organizzato e interessante, di cui tanto di cappello a Gianluca Neri per l’immenso sforzo organizzativo- quanto soprattutto le persone.

Banale? No, affatto.

Un evento come la Blofest serve principalmente per ricordarti due cose:

  1. Ci sono una marea di persone interessanti, là fuori. Persone che condividono la tua stessa passione e la tua voglia di fare la differenza. Attraverso un blog, un progetto, un’idea ancora tutta da smussare.
  2. Con lo spirito giusto, puoi sempre creare qualcosa di buono. E la conferma lo sono i barcamp ed eventi nati “dal basso” come i Tweet Awards. E i camp organizzati all’ultimo minuto, e la voglia della gente di “fare”, di “esserci” e di portare il loro essere attivi in rete all’evento.

Questo è la Blogfest.

Poi si può sindacare, certo, sulla qualità di questo o quel barcamp. Sul relatore noioso o sul partner inaspettato. Chiedersi perchè il CEO di Telecom dovrebbe continuare a sponsorizzare un evento dove viene criticato più o meno periodicamente. O perché questo o quel dettaglio dell’organizzazione non collimano, fa troppo freddo, fa troppo caldo, una tromba d’aria sta portando via i tendoni. Ma anche questo è parte del gioco. 🙂

Ciononostante, le persone rimangono il vero succo della Blogfest. Quella parte abitata della rete (cit.) che ti spinge ogni giorno a migliorare e che vorresti facesse molto più parte della tua vita di tutti i giorni. Di questo non posso che essere grato a tutti voi -che ho conosciuto o ritrovato a Riva- per continuare a ricordarmelo.

PS. Vi consiglio di dare uno sguardo all’hashtag #blogfestpuzzle, popolarissimo in Trending su Twitter tra ieri e oggi per cogliere le decine e decine di punti di vista differenti che hanno attraversato Riva.

Hey, quand’è che si riparte? 😀

foto: © ENRSIGN

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

5 commenti

  1. Ma bisogna per forza avere un blog e un account twitter fico per partecipare a questi eventi oppure sono aperti a tutti?

    1. Imho, puoi benissimo partecipare a eventi del genere senza neppure aver mai scritto una singola riga su un blog 🙂

      Poi, certamente, aiuta sapere di poter incontrare le persone con cui hai uno scambio ogni giorno, ma il concetto di account o blog “figo” non c’entra nulla.

  2. Beh cmq il CEO di Telecom potrebbe avere nche altri interessi per cui sponsorizza… non si fanno le cose solo perchè ci piacciono, soprattutto nel business, ma perchè convengono!

    1. Questo è sicuro. O almeno ci vedo più di un motivo per cui a un brand come Telecom convenga essere associato a un evento del genere. E vanno più in là dei feedback a questo o quell’intervento durante un camp. 🙂