Il contesto è tutto

Non solo “cosa”, ma anche “quando” e “come”

Dovendo scegliere come soppesare le attività legate alla gestione dei nostri progetti in rete, cadiamo spesso nell’errore di focalizzare la maggior parte dei nostri sforzi nella creazione di buon contenuto, seguendo la via maestra del “content is king“.

Come negarlo?

Dopo tutto, un blog vale tanto quanto il contenuto che presenta.

Eppure, spesso ciò non basta e dopo aver speso l’ennesimo paio di ore nello sviluppare il post del giorno successivo, questo viene snobbato dai lettori. Dopo aver instaurato l’ennesima partnership con collaboratori e articolisti, contenuti quasi certamente “king” non trovano l’apprezzamento sperato e lasciano quel senso di amarezza in chi, nel fare tutto questo, investe tempo ed energie.

E la colpa è …del contesto.
O meglio, del fatto che semplicemente viene ignorato.

Esistono numerose variabili che entrano gioco durante la fruizione di un qualsiasi tipo di contenuto. E non solo per il web, ovviamente; carta stampata e televisione tengono in grandissimo conto modi e tempi di distribuzione del messaggio.

Perché non dovresti farlo anche tu?

  • Quando il contenuto sarà fruito?
  • Attraverso quali mezzi?
  • Con quanto tempo a disposizione?
  • Insieme a quali altri stimoli concorrenti?
  • E quali altre fonti ne saranno (inconsciamente, magari) relazionate?

Variabili di questo tipo giocano la loro parte. La giocano costantemente.

Modi e tempi

Se decidi di inviare una newsletter, l’orario di ricezione condiziona parecchio il tasso di apertura e il CTR. Determinare quello più efficace per la nicchia alla quale ci si rivolge è fondamentale per rendere il contenuto più efficace all’interno del contesto in cui si trova. Lo si ripete spesso, vero? Ma l’orario è, ancora, solo un primo step.

Se decidi di promuovere un ebook o un infoprodotto, scegliere di rilasciarlo in forma esclusiva solo a coloro che già hanno seguito un preciso percorso di conversione, come inaspettato bonus può (di nuovo) cambiare di molto le sorti di quel contenuto. Il contesto è in grado di valorizzare un contenuto quando tutti i tasselli sono al loro posto, e il contenuto stesso è “solo” la ciliegina sulla torta.

Allo stesso modo decidere di scrivere solo e sempre “pillar contents” è sicuramente una scelta impegnativa e coraggiosa, ma che non tiene in così grande considerazione il contesto. Molto meglio tenere li occhi puntati (cercando, ovviamente, di non venirne alla fine condizionati) su quanto i propri utenti già stanno leggendo e apprezzando, prevenendo quella sensazione da “post fuori posto”. Anche contenuti di alta qualità, estremamente dettagliati e prolissi possono venire minimizzati nelle loro potenzialità da un contesto errato o fuorviante.

Hai deciso di iniziare a pubblicare una nuova serie di guest post? La loro efficacia verrà condizionata non solo dalla qualità del contenuto in sé, ma soprattutto dalla tua abilità nel seguire la discussione scaturita tra i commenti, nel proseguire il dialogo sul tuo blog con contenuti complementari, nel fornire una visione a 360° di te che esuli dal migliaio di parole pubblicate su un portale altrui.

Non solo un fattore da valutare a posteriori

Il contesto non è solo una variabile da tenere da conto in fase di pubblicazione.

Non si risolve il “problema” del contesto semplicemente variando l’orario di pubblicazione o correggendo un contenuto dopo che questo è stato formalmente completato, quanto piuttosto attraverso una costante attenzione delle esigenze della nicchia verso cui ci si rivolge. Attraverso una più precisa definizione del messaggio sulla base del modo e del tempo in cui (si presuppone) questo verrà fruito. Non si tratta poi di lanciarsi in voli pindarici o ipotesi basate su sensazioni, ma di effettuare precise valutazioni sulla base degli strumenti di monitoraggio delle fonti -e degli utenti- di cui spesso scrivo.

Questo per evitare alla fin fine la reazione di chi, pur giustificando la bontà del contenuto, potrebbe semplicemente decidere di farne a meno perché “non così tagliato sulle proprie esigenze”, “inadatto all’occasione” o di scarso interesse tenuto conto di tutte la altre variabili in gioco.

Con tanti saluti ai post da qualche migliaio di parole o ai tentativi di trovare il contenuto più chiaro, preciso, efficace guardando solo al contenuto in sé e non al contesto in cui questo viene proposto.

immagine in apertura: © Octus Fotolia.com

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

2 commenti

  1. Io ad esempio ho notato che gli utenti sono particolarmente attivi sui post brevi e più “di cazzeggio”, quando invece pubblico un post lungo e molto tecnico degno di un libro, racimolo giusto una manciata di commenti!