Lo stretto indispensabile

Eccessi

Come creare un form di iscrizione efficace

Sicuramente avrai già letto di come gli utenti dedichino alle nostre pagine solo [inserire numero ridicolmente basso qui] secondi di attenzione prima di concentrarsi su altro.

E questo numero continua a scendere mano a mano che gli stimoli si moltiplicano e l’attenzione rimane uguale. Cosa significa?

Significa, se ancora non l’hai fatto, che è tempo di rivedere quel form di signup in sidebar che decanta le lodi della tua newsletter, ma che macina a malapena uno o due iscritti alla settimana.

Ecco quattro spunti pratici su cui riflettere nel comporre i tuoi campi.

1. Chiedi solo ciò che ti serve

Molti cadono nella trappola di chiedere sempre e solo Nome, Cognome e Email.

Hey, non si sa mai. E poi iniziar la mail con qualcosa del tipo “Caro Francesco Gavello, siamo felici di ritrovarti oggi…” fa sempre la sua dannata figura.

(…)

Eppure, tutto ciò di cui hai bisogno per spedire una mail ai tuoi utenti è …la loro mail.

Non ti serve sapere come si chiamino.
Non ti serve sapere il loro cognome.

Che tanto ormai non ci crede più nessuno che quel Caro Francesco Gavello sia stato scritto ad-hoc e sa di un vecchio tanto da far la muffa.

Se (e solo se) hai bisogno per un qualche motivo del loro nome – per esempio per generare una login automatica – allora pensaci tre volte e alla fine non farlo, che puoi trovare strade alternative che non pregiudichino l’efficacia del form.

Non hai bisogno di nient’altro.

2. Rendili coscienti

Proprio perché stai puntando a sfruttare la spinta iniziale, se vuoi che l’utente inserisca la sola mail in un form, devi motivare adeguatamente la tua offerta.

Inserire il proprio indirizzo di posta e premere “Iscriviti” è un atto di fiducia non da poco, e per questo dovresti quantomeno curarti di dettagliare, in maniera semplice e chiarissima, tutto l’utilizzo che di quel contatto andrai a fare.

Se pensi ancora che i tuoi utenti non si iscrivano alla tua newsletter perché non hanno capito come fare, sei sulla strada sbagliata. Spesso abbiamo già capito come fare dal primo secondo in cui atterriamo sulla tua pagina, è che non lo vogliamo fare fino a quando non riceviamo una motivazione degna di questo nome.

3. Falli scegliere…

Tuttavia, potresti avere un dubbio del tipo: “Ok Francesco, ma se io ho intenzione di creare tre canali paralleli, a cui vorrei che l’utente si possa iscrivere, come posso fare?”.

In questo caso (ma solo nella più classica delle pagine Iscriviti) definisci le tue priorità: è più importante conoscerli per nome o conoscerli per interessi?

Non appena hai deciso 🙂 fai una volta ancora a meno del campo “Nome” e infilaci una serie di Checkbox (meglio ancora una Select, anche se così imponi una risposta chiusa) che permetta al tuo prossimo iscritto di indicarti rapidamente ciò che desidera ricevere.

4. …oppure, vincola l’iscrizione

Di contro, nelle sotto-sezioni o pagine singole del tuo portale, evita del tutto di proporre questa selezione.

Ha molto più senso, quando l’utente sta sfogliando la sezione “Ricette al Cioccolato”, proporre una efficace chiamata all’azione del tipo “Una ricetta per un dolce da lasciare a bocca aperta ogni settimana? Iscriviti alla nostra newsletter”, curandoti di passare automaticamente al software che gestisce la tua lista l’indicazione relativa all’interesse nel modo più consono.

Potrai così auto-iscrivere l’utente che decide (sempre in autonomia) di lasciarti la tua mail al segmento “Dolci” della tua lista.

Solo in seguito potrai, con opportuno sforzo editoriale, far capire a questi utenti già segmentati come essi siano “parte del tutto”, spingendoli a indicarti nel pannello di modifica preferenze del loro profilo ulteriori interessi.

Il nocciolo del discorso

Se ancora ti stai chiedendo perchè dovresti sfruttare un MailChimp o un Aweber qualunque per gestire la tua lista, beh, eccoti un altro buon motivo. 🙂

Il succo, qui, è quello di asciugare. Di ridurre all’osso tutto il carico cognitivo (e l’ansia) legata all’iscriverti a un nuovo servizio. A lasciare la mail su di un sito e poi aprire la Inbox per confermare il tutto e poi sapere di aver aperto un canale tutto sommato difficile da fermare (senza altro carico cognitivo).

Se tutto ciò che ti serve avere è una mail e un interesse, limitati a chiedere ciò.

Porta a casa il contatto, oggi.
Lavora domani per conoscere sempre più di lui.

E dargli così ulteriori motivi per rimanere nei paraggi.

Quali dati chiedi ai tuoi utenti, oggi, per iscriverti ai tuoi servizi?

immagine: ©PirenX – Depositphotos.com

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

6 commenti

  1. Condivido, anche io ho l’iscrizione come la tua alla newsletter del mio blog. Vorrei però un servizio aggiuntivo, come appunto Aweber o altri, per permettere ai lettori di iscriversi solo a una o a determinate categorie del blog.

  2. Sono pienamente d’accordo!
    Chiedere il nome può frenare ancora di più l’utente che vuole lasciare la propria mail, e si sente un po’ derubato della sua privacy, quindi può portare a conversioni minori della richiesta della singola mail.

    Molto interessante il punto 4, vincolare l’iscrizione… Rigirando la classica frase “Iscriviti alla newsletter per ricevere una ricetta ogni settimana” in “Una ricetta per un dolce da lasciare a bocca aperta ogni settimana? Iscriviti alla nostra newsletter”, proponi qualcosa all’utente in maniera diversa, meno invasiva e più efficace. Da provare!

    Il massimo da chiedere? Mail ed interesse, ma a volte basta anche solo la mail….

    PS: @Francesco forse c’è un errore iniziale “[inserire numero ridicolmente basso qui]”

  3. Sinceramente sono d’accordo su quasi tutto quello scritto nell’articolo, tranne che la questione del nome.Il fatto di personalizzare la mail con il nome,penso che quasi tutti sappiano che è una particolarità che gestisce il software e non e una mail generata “ad personam”, ma comunque a livello di impatto emotivo possa essere sicuramente migliore e generare un tasso di fiducia maggiore rispetto a “gentile utente” o similari.

    1. Bidognerebbe fare uno studio su questa cosa, anche se non credo sia materialmente possibile.

      Tasso di fiducia Vs Numero iscrizioni. A cosa tieni di più?

      Però probabilmente come impatto emotivo hai ragione, gli utenti classici potrebbero essere più a loro agio leggendo il proprio nome. Se trovi del materiale con statistiche a riguardo sarebbe davvero interessante…

      1. Beh più che statistiche mi appoggio ad una regola ben precisa del marketing tradizionale…

        Hai mai parlato con un venditore qualsiasi??
        Facci caso ripete costantemente il tuo nome, ed e la base del sistema per creare un rapporto fiduciario.