La fine dei consulenti social media

Fare marketing sui social media richiederà legami sempre più forti con i clienti?

Un titolo che su un blog come questo potrebbe sembrare un po’ uno spararsi su un piede, ma vediamo di suddividere il discorso. 😛

Ho già scritto in passato di come dal mio punto di vista le attività di social media marketing di un’azienda siano destinate a diventare più un’abilità condivisa che un vero e proprio “lavoro” così come siamo abituati ad intenderlo oggi.

Se il social media marketing è solo un’altra freccia nella faretra del consulente di web marketing, così come lo sono il direct marketing, una campagna AdWords e via discorrendo, è anche vero che tale freccia è forse la principale candidata a diventare un modus operandi sempre più cosciente di sè, maturo e soprattutto legato indissolubilmente all’azienda sul quale si applica.

Se oggi molte aziende e liberi professionisti tendono a sentirsi impacciati dai social media come strumenti per valorizare sé stessi e i propri prodotti io credo che un domani, lentamente, saranno mezzi tanto scontati quanto l’uso del telefono o la composizione di una manciata di diapositive.

Con i soliti eccessi qualitativi in entrambi i lati, ma comunque metodi assodati per promuoversi in maniera basilare.

Ecco, in quest’ottica viene da chiedersi se Sysomos ci abbia preso quando predice la fine del consulente (esclusivamente) social media freelance. Ovvero di colui che passa da cliente a cliente ragionando in un’ottica sempre più “vecchia” e che guarda molto raramente alla totalità del cliente stesso (figuriamoci poi sul lungo periodo).

Il consulente social media forse non morirà, ma di certo troverà sempre più vantaggi nel legarsi a singoli grandi clienti o a cercare di diventare parte integrante dell’organico, per agevolare questo processo di crescita e permettere all’azienda di diventare davvero più “sociale”, cambiando lentamente dall’interno anziché obbedire quasi ciecamente a consulenti “spot” che poco o nulla avranno a che spartire con le logiche interne più complesse.

Che ne pensi?
Panorama roseo o apocalittico? 😀

immagine: © iQoncept – Fotolia.com

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

7 commenti

  1. Lo scenario è di per sé semplice, ma viene di fatto complicato dal tentativo di dare spiegazioni elaborate a qualcosa che elaborato non è (in taluni contesti): non si può definire una professione e/o un ruolo professionale il “postatore sulle bachece di facebook”.

    Se quello è il Social Media Expert allora ben venga la fine di tale ruolo. Sarebbe come dire che uno è esperto pilota solo perchè guida la sua vettura nel centro di Milano, o dire che uno è un esperto di approvvigionamento solo perchè va a fare la spesa nel centro commerciale con le offerte della settimana. Lo fanno tutti, certo qualcuno è più scaltro di altri, però…

    Diverso invece il ruolo di un gestore di campagne pubblicitarie: saper creare/gestire annunci sul circuito CPC, gestire flussi di budget, ottimizzare le campagne tramite split test, ottimizzare le immagini, a questo punto il ruolo è molto più simile all’AdWords Marketing, che poco ha a che vedere con il Social Media Expert.

  2. Wow! Ne stavo discutendo proprio oggi con un amico! Panorama assolutamente roseo, almeno dal mio punto di vista.

    Sono convinto che il consulente SMM debba insegnare ad una azienda come gestire il suo lato social, come sfruttarlo a fondo ma in maniera sostenibile (integrando app e tecnologia), in modo che questa attività sia ben integrata e mai pesante.

    Deve fare un periodo di tutoring all’interno insieme alle persone che si occuperanno di proseguire e preparare un piano di lavoro ed un piano strategico che dovrà aggiornare nel tempo.

    Insomma deve stare dalla parte del cliente guardando la strategia e l’interezza del progetto, non vendere tweet e utenti su facebook un tanto al chilo 🙂

  3. Sono daccordo, non si possono dare i social da gestire all’ultimo arrivato sotto i consigli di un marketer esterno! Per gestire i social della mia azienda ho dovuto fare un percorso approfondito di web e social marketing: solo dopo molti corsi e molte ore di lavoro sono stato in grado di fruttare i social: fino a creare un social-commerce in FB (penso uno dei primi in assoluto) su misura per la mia azienda!
    Ti lascio il link per un occhiata e un tuo commento
    http://www.facebook.com/animalstore.it
    Ciao
    Bartolo

  4. Sempre più le aziende tenderanno ad internalizzare queste figure, poichè sempre più attenzione avranno le relazioni. Mi fanno un po’ ridere quei team esterni che sulle pagine FB non sanno rispondere ai clienti perchè aspettano il feedback da parte dell’azienda. La professione del social media consultant evolverà e maturerà: diventeranno formatori e ricercatori, mentre per i tanti consulenti improvvisati non ci sarà più spazio.

  5. Ciao Francesco,
    mi sto ponendo dei dubbi amletici in questi giorni.

    Uno di questo, voglio passartelo, chissà se riesci a fare chiarezza.

    La mia domanda è questa (la posto qui perchè si parla di seo):

    dovendo affrontare il problema della ripostalizzazione dei propri post su diversi siti/social media/ecc., quali sono le community (parliamo di siti in italiano, quindi area Italia) piu interessanti sulle quali postalizzare (che posso portare un sensibile incremento di click) e quali da evitare (in quanto bilanciando il tempo per i click potenziali non hanno senso).

    Share This offre 200 icone diverse di altrettanti social media ecc., cosa si e cosa no?

    Ovvio dò per scontato:
    – facebook
    – twitter
    – ok notizie

    Se riesci a darmi una dritta,potresti diventare il mio eroe…:-)

    Thx
    JACK

    1. Ciao Jack, sinceramente io mi concentrerei solo su Facebook e Twitter per impiegare il mio tempo nel costruire una community di persone interessate a ciò che ho da dire. Tutto il resto (e parlo proprio delle 200+ icone di ShareThis o simili) non valgono dal mio punto di vista il tempo speso nello sharing selvaggio 🙂