I falsi miti del blogging: quando un post al giorno non è tutto ciò che ti serve per avere successo

I falsi miti del blogging: quando un post al giorno non è tutto ciò che ti serve per avere successo
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Quello che stai per leggere è un contenuto evergreen, ovvero un articolo così fantastico da non non poter rimanere troppo a lungo nell’archivio. È stato ripubblicato l’ultima volta durante agosto 2016. Buona lettura!

“Ah, se solo riuscissi a scrivere un post al giorno”.

Ti riconosci in queste parole?

Questo è ciò che la maggior parte dei blogger pensa quando si tratta di scegliere il modo migliore per rendere il proprio blog famoso, visitato, autorevole.

È il falso mito per eccellenza, secondo cui una frequenza di posting giornaliera rappresenterebbe la panacea di tutti i mali e condurrebbe il tuo blog in cima alle più alte sfere.

Ma d’altronde contro questa volontà lottano fattori ben conosciuti a chi vive nel mondo moderno: poco tempo, troppo lavoro, qualche hobby, famiglia e amici.

Ma serve davvero preoccuparsi così tanto dell’avere un post al giorno da presentare ai propri lettori?
Io credo di no, e se vorrai dedicarmi un paio di minuti ti spiegherò anche perché.

Il falso mito

Iniziamo dal principio. Uno dei principali miti del blogging è che per conservare i vostri lettori felici e fidelizzati sia necessario mantenere una pubblicazione dei post costante e quanto più elevata possibile. Più sono gli articoli che riesci a scrivere più i tuoi lettori sono soddisfatti. Cinque giorni su sette, anche fino a sette giorni su sette, festività comprese.

I motivi di una simile scelta vengono solitamente elargiti in questa maniera: “Se devi far passare un concetto, è bene che questo concetto sia chiaro e semplice”. Esiste concetto più semplice di “Torna sul mio blog ogni giorno e troverai sempre qualcosa di buono” ?

Se da un lato il ragionamento funziona (ed è valido in molti ambiti), è anche vero che non si adatta a tutti i blogger in maniera indistinta.
Anzi, molto probabilmente non si adatta per niente né a te né a me.

L’impegno costante

L’attenzione che normalmente molti dedicano nella gestione del proprio blog non è quasi mai poca, ma scoprirai come postare tutti i giorni richieda un impegno che aumenta in maniera esponenziale.

Anche se direttamente dipendente dai temi che decidi di trattare, diventa presto necessaria una continua attenzione al livello qualitativo, al reperire nuovi temi con frequenza sempre più rapida, al postare argomenti veramente degni di nota piuttosto che solo per il dovere di farlo.

Una fonte di stress che rapidamente può superare gli argini del buon senso e condurti all’abbandono anche del progetto più promettente.

Inoltre, la concorrenza è tremenda. Ti troverai di fronte non solo tutti gli altri blogger “a tempo pieno” che cercano di rischiare il tutto per tutto dedicandosi anima e corpo alla loro creazione, ma anche tutti i network verticali con decine di articolisti al soldo in grado non solo di pubblicare un buon post al giorno, ma di pubblicare numerosi buoni post durante l’arco della giornata.

Il panorama è esattamente questo. Non puoi vincere basandoti sui soli numeri; non se gestisci un “one man blog”. Anzi, a dirla tutta. Non dovresti nemmeno cercare di farlo.

Sovraccarichi cognitivi

Abbiamo già parlato dei sovraccarichi cognitivi come fonte di vero e proprio rumore assordante in grado di allontanare piuttosto che avvicinare gli utenti, di degradare la user-experience nello stesso tentativo di renderla più completa. Allo stesso modo, dovresti cominciare a pensare a come la maggior parte dei tuoi utenti forse non sia in grado di smaltire una pubblicazione di (seppur ottimi) post giornalieri sullo stesso blog.

Pensaci un istante.
La maggior parte dei tuoi lettori suddivide la propria giornata tra lavoro e relax (grossolanamente parlando), e nel lasso di tempo dedicato al relax (tolta la mera sopravvivenza) trova anche il tempo per visitare di persona tutti i siti web diciamo “fondamentali”: email, previsioni del tempo, conto bancario, un paio di portali tematici. Un’altra buona fetta di questo tempo viene dedicata al resto della blogosfera, laddove in un feed reader qualsiasi o in un elenco di bookmark risiedi tu e i tuoi potenziali concorrenti.

Con un solo buon articolo ogni due, tre giorni ti assicuri che la maggior parte dei tuoi lettori decida prima o poi di fare un giro sulle tue pagine e di commentare un tema che è ancora all’ordine del giorno. Con decine di articoli che saturano il tuo canale comunicativo ogni settimana, nella migliore delle ipotesi a venire letto e commentato sarà solo l’ultimo dei post che in quel momento viene proposto. Ricorda che solo una minima frazione dei tuo utenti si avventura nella seconda pagina del tuo blog, e ancora meno decide di prendere parte a discussioni che sembrano passate in secondo piano. Più articoli pubblichi, più aumenti la possibilità di disperdere l’attenzione.

No, a meno che tu non faccia newsmastering -e il fornire piccole pillole di informazioni usa e getta non sia il tuo pane quotidiano- un’alta frequenza di posting sarà solamente controproducente.

Conosci il tuo traffico

Inoltre c’è un ‘altro punto interessante: i tuoi lettori solitamente non visitano le tue pagine giornalmente solo per il gusto di farlo, né hanno probabilmente inserito nella loro routine giornaliera una visita al tuo blog. Non puoi peraltro aspettare che decidano di farlo a meno che tu non offra dei contenuti realmente fuori dall’ordinario.

Tralasciando quindi tutto il traffico indistinto proveniente dai motori di ricerca (che non è condizionato dalla frequenza di posting), si arriva al nocciolo della questione. I tuoi lettori visitano le tue pagine grazie alla capacità che hai di essere attivo all’interno del network di cui fai parte.

Riflessione: non ho volutamente tirato fuori il blasonatissimo termine social network in quanto intendo comprendere l’intero network di blog in tutte le sue estensioni con i quali ricevi/generi influenza. Tutto ciò che fai per la blogosfera contribuisce in maniera indiretta a ricordare la tua presenza e a stimolare il desiderio di approfondire ciò che dici, fai o esterni visitando le tue pagine. La frequenza di posting in un discorso come questo rappresenta una variabile estremamente trascurabile.

E non avere neanche paura di perdere i lettori più fidelizzati che hanno deciso di seguirti tramite Feed RSS. Se ci pensi, i feed servono proprio a non dover tornare fisicamente sulle pagine di un blog giorno per giorno ma di poter essere finalmente slegati dalla frequenza di pubblicazione. In un caso come questo, troppi articoli che intasano un feed reader sfuggendo ad un qualsiasi tipo di controllo possono avere l’effetto opposto rendendo frustrati i tuoi utenti, impotenti nell’inserirsi in una discussione che non sappia di obsoleto.

Credimi, una frequenza di post più rilassata non farà fuggire i tuoi abbonati in preda al panico.

La maratona

Prendendo spunto da un vecchio post, potrei dire che bloggare è come una grande, lunghissima maratona

“Si tratta di arrivare lontano, di scrivere articoli su articoli affrontando più volte gli stessi argomenti da angolazioni differenti, di cambiare parere, di conoscerne di nuovi, di dosare le proprie energie sulla distanza poco alla volta affinché queste durino e si ricarichino nel tempo.”

Per questo è sempre bene valutare le proprie forze e partire da un gradino più in basso di quanto credi di poter effettivamente fare.

Ricorda che se decidi di pubblicare, ipotizziamo, cinque post a settimana perché questo mese ti senti pieno di idee e di energie (e di tempo), stai in qualche modo promettendo qualcosa di davvero sostanzioso ai tuoi lettori, e dovrai continuare a farlo per tutte le settimane e i mesi a venire, affrontando impegni e imprevisti, anche quando ti sentirai senza idee e demotivato.

E quando forse dovrai senso gettare la spugna e ridimensionare i tuoi obbiettivi, ai tuoi lettori sembrerà una rinuncia ben più grande di quanto possa in realtà essere.

A conti fatti, è meglio partire dal basso e scalare la vetta un passo alla volta.

E tu, quanti post alla settimana riesci a scrivere?

Ricorda che il successo del tuo blog non è dato solo da quanti post riesci a sparare ogni giorno, ma dalla capacità che ha il resto della blogofera di riconoscere ciò che scrivi e di assimilarlo per trarne un vantaggio.

Un blog con cinquanta buoni articoli al mese è per me un blog per la maggior parte inutilizzabile. Inutilizzabile perché semplicemente non ho abbastanza tempo per leggere 2.5 ottimi articoli al giorno commentandoli con criterio e facendone l’uso che meritano. Di certo su un tale blog farò man bassa di bookmark e magari qualcosa finirà persino condiviso con i miei contatti ma, come credo la maggior parte degli utenti là fuori, finirò per commentare solo l’ultimo dei tanti post per cercare di rimanere a galla nel mare delle informazioni.

Come autore, dovresti tenere a mente che esiste un tempo per scrivere buoni post e un tempo per commentare quelli di altri. Per interagire off-site e per citare contenuti altrui.

Dovresti sempre mantenere del tempo libero per collaborare ad iniziative altrui.
Pubblicare uno o più post al giorno andrà a logorare questa tua capacità di essere presente laddove serve, là fuori.

Ecco perché, in definitiva, credo proprio che si possa vivere tranquilli senza l’ansia da posting.
E tu, quanti post alla settimana pubblichi abitualmente?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

31 commenti

  1. Ciao, articolo interessante che va un po’ contro corrente al pensiero diffuso che per mandare un blog in cima alle SERP occorrano 500 post. Io personalmente ho una media di 2.5 post al mese, quindi per me il problema non si pone 🙂
    Però ho notato che, per una ragione (immagino puramente) fisiologica, quando pubblico il mio post settimanale, o anche ogni 10 giorni, il contatore delle visite sale, vuoi per i feed o per gli abbonati alla newsletter…
    Penso che tutti noi abbiamo decine, centinaia, migliaia di siti e blog nei bookmark, siti che non verrebbero (quasi) mai visitati se non uscisse un nuovo post, per cui non è poi nemmeno troppo sbagliato pensare che la frequenza di pubblicazione faccia crescere anche la frequenza di visite.
    Certo, se si punta alla qualità, allora il discorso che fai tu è ineccepibile (ed è quello che mi trova d’accordo peraltro) 🙂

  2. “Tralasciando quindi tutto il traffico indistinto proveniente dai motori di ricerca (che non è condizionato dalla frequenza di posting),” Domanda: non è però vero che più scrivi e più sono i contenuti indicizzati su google? Anche perchè se poi vedi i due blog più visitati in Italia (geekissimo e airdave se non sbaglio) scrivono almeno 3 post al giorno.
    In effetti se un blogger scrive troppi articoli io non riesco mica a seguirlo bene però mi sa che google ce la fa…
    Io cmq scrivo un post al giorno e confermo che è stressantissimo 🙂

  3. Con questo post ho fatto una cosa che non facevo da qualche giorno: l’ho letto per intero, parola per parola. Proprio in questo periodo stavo valutando la possibilitá di passare a 3 post a settimana: ma viste le tematiche che tratto, penso di continuare con i miei articoli del lunedì e del giovedì, cercando di scrivere post di qualità e lavorando a guest posts.

    Grazie per lo spunto di riflessione Francesco

  4. Una logica che secondo me non fa una piega ;).
    Sicuramente verranno premiati i blog con un alta frequenza di posting, ma non è detto.
    Infatti, per “un one man blogger” lo stress di scrivere 5/7 articoli a settimana porta ad un certo punto ad abbassare la qualità degli stessi articoli.
    Poichè sappiamo quanto google conosca bene i suoi polli ;), il suo giudizio su un blog non è solo la frequenza ma anche e forse direi, sopratutto la qualità dei contenuti.

    Quindi scegliere ad esempio di postare dai
    2 ai 3 articoli a settimana

    , potrebbe essere un buon compromesso tra qualità e frequenza che comunqne nell’arco degli anni di vita di un blog, non è sicuramente bassa ;).

    Un esempio di grande qualità?


    Copyblogger

    pubblica 3 articoli a settimana dalla sua nascita.

    E’ uno dei blog più seguiti a livelli di problogger.com (che invece pubblica più di un posta al giorno).

    Copyblogger inoltre ha un numero di feed impressionante (quasi 50.000).

    Ne deduco che la frequenza non è tutto, per un blogger solitario ;), la scelta di sacrificare la frequenza alla qualità degli articoli credo sia la scelta migliore ;).

  5. Concordo abbastanza con DanieleMD. L’ansia da post non paga, anzi è deleteria perchè ti porta a scrivere articoli poco interessanti perchè, magari, mal ponderati o messi giù male.
    Ma è altrettanto vero che più scrivi, più sei costante e più BigG ti indicizza (su questo c’è poco da fare). Dipende, come al solito, da cosa vuoi fare del tuo blog e da come lo vivi.
    Io sto sempre con i miei vecchi amici latini ‘In medio stat virtus’ cioè mediare fra costanza e post scritti con criterio e perchè ne hai veramente voglia.
    Infine mi trovi daccordo sul punto finale: un blogger deve trovare tempo per leggere anche gli articoli degli altri per vari motivi: citarli,commentarli,criticarli e simili
    Dimenticavo di rispondere alla domanda eh eh
    Pubblico circa due articoli al giorno, ma non scrivo da solo..
    Bye

  6. Ciao Francesco. Condivido in pieno la tua riflessione, che io però dividerei in due momenti, relativi per così dire ai periodi di “giovinezza” e di “maturità” di un blog.

    Nei primi mesi di vita di un blog, infatti, una pubblicazione frequente (anche più articoli al giorno) e una grande attività all’interno del proprio network di riferimento possono essere decisivi per farsi conoscere, per farsi indicizzare ben benino da Google e compari ecc. Non dimentichiamo infatti che la difficoltà maggiore, agli inizi, è proprio quella di crearsi un proprio pubblico di lettori di riferimento, la maggior parte dei quali scopriranno la nostra esistenza in maniera del tutto fortuita, al seguito di qualche ricerca, risalendo alla fonte di qualche commento e via dicendo. Inoltre, il primo periodo è quello della “luna di miele” di un blogger con la sua creatura, in cui l’entusiasmo è al suo massimo picco, cosa che aiuta a dedicare al nuovo “hobby” un tempo sicuramente maggiore di quanto non si riuscirà a fare in seguito.

    In un secondo momento, invece, quando ci rendiamo conto che qualche anima pia nella blogosfera si è finalmente accorta della nostra esistenza, trovo sia giusto portare la frequenza delle proprie pubblicazioni ai ritmi che ci risultano più congeniali, siano essi quotidiani, quindicinali o mensili, così da non essere assaliti dall'”ansia da post” e non perdere mai di vista la qualità di ciò che si scrive e il piacere che si prova nel farlo.

  7. @Vittorio

    Non sono molto d’accordo sul picco di entusiasmo Vittorio: a mio avviso, strafare in quei momenti è la prima causa di fallimento di molti progetti, sia che si parli di postare o di prendere una buona abitudine. Pensa che i famosi “buoni propositi di inizio anno” falliscono a metà gennaio (cioè oggi), proprio perché nei primi giorni tendiamo ad essere troppo ambiziosi.

    In questa ottica, l’esempio della maratona calza a pennello: non puoi iniziare come se corressi i 100m. Anche camminando, non riusciresti a raggiungere il traguardo.

    Non bruciare le tappe è proprio una delle mie 10 strategie per combattere la carenza di motivazione.

  8. Ciao Francesco e complimenti per l’interessantissimo post.
    Che sia controcorrente è del tutto fuori dubbio, no?
    Penso che la frequenza di posting, e con questo quoto quanto affermato da Vittorio, debba basarsi, certamente sul mantenimento della qualità ma anche e sopratutto sulle proprie carateristiche:
    scrivere bene è più semplice se ti piace farlo.
    Come saprai posto mediamente 2 articoli al giorno…non mi sono ancora stressato..ed inoltre il numero di autori del mio blog inizia ad aumentare: siamo già a due 😉
    PS: BigG purtroppo. favorisce frequenze maggiori di posting, non si preoccupa molto della qualità.
    Alla prossima!

  9. @Andrea

    Sono perfettamente d’accordo con te sul fatto che il partire in quarta sia il modo migliore per stancarsi in fretta.

    Semplicemente, constatavo che, se il presupposto è che una frequenza maggiore aiuta a crescere, agli inizi, l’entusiasmo che si prova quando ci si imbarca per una nuova avventura aiuta a sua volta a “sentire meno la fatica”. 😉
    Dopodiché, non è affatto detto che sia la strada migliore da seguire, ma come impedirlo, al neonato blogger?!

  10. parlando da lettore/commentatore e non da blogger direi che “information overload rulez!”…quando è troppo è troppo insomma e diventa non più gestibile dai rispettivi lettori. quando in G-reader mi trovo troppi articoli tutti della stessa fonte a un giorno di distanza inizia a sorgermi il dubbio…e se nei giorni la frequenza rimane quella mi stufo e lo levo dal reader semplicemente. la tentazione c’è anche con geekissimo ad esempio che non è one-man, ma la maggiorparte delle cose sono di scarso interesse o completamente copincollate, a parte un paio di autori che sono il motivo per cui ancora sono iscritto.

    insomma chi legge secondo me nel medio periodo punta senza ombra di dubbio sulla qualità

    buona giornata a tutti

  11. Scusate ma che senso ha scrivere una articolo su un blog in cui si parla degli articoli sui blog, di quanti articoli bisogna scrivere per un blog, su come scrivere gli articoli sui blog…?
    Sembrerò antipatico ma credo che un buon blog debba fare informazione, trasmettere contenuti, non parlare di se stesso…Mi sembra più una discussione su chi arriva primo in classifica, su come farlo, su cosa dire, su cosa non dire…e un’informazione che parla di se stessa mi sa di molto triste.
    Premetto che questa è ovviamente solo una mia opinione ma perché invece di concentrarsi su quanto scrivere, non si pensa prima a COSA scrivere?
    E’ così importante avere 10000 lettori se poi a questi trasmettiamo solo banalità e sciocchezze?
    Io penso che le persone non siano stupide, se iniziamo a scrivere di qualità poi i lettori arriveranno…anche se scrivessimo un post al mese.

  12. @Yuri

    Visto che esistono circa 2-3 milioni di bloggers al mondo… forse e dico forse, a qualcuno queste tematiche interessano… e poi sarà mica un caso che uno dei più famosi blog al mondo (Problogger) parli proprio di queste tematiche?

    Andrea

  13. Con me sfondi una porta aperta 🙂

    Sono convinto che i numeri non siano tutto, soprattutto se si punta alla qualità ed alla fidelizzazione dei propri lettori. Io non ho mai scritto più di 2-3 post a settimana, spesso pubblico sui 5-6 post al mese, e nonostante tutto ritengo di ottenere risultati interessanti per quelli che sono i miei obiettivi.

    Molti si illudono che la frequenza sia tutto perchè aumentare il numero di post porta più visite ed aumenta anche le letture del feed, ma questa è una conseguenza logica…

    Come dici tu stesso, è impossibile pensare di competere con dei blog multiautore o con network affermati: molto meglio puntare su altro e sapersi distinguere.

  14. Parlando di “one man blog” trovo molto difficile che si possano pubblicare 2.5 ottimi articoli al giorno. Farne 1 ottimo al giorno è già mooooolto.

    Chiaramente essere costanti è l’aspetto più importante visto che molto spesso la quasi totalità dei lettori “abituali” di un blog lo segue via feed rss. Questo vuol dire che leggo quando trovo il post nell’aggregatore non perchè lo vado a cercare.

    Personalmente sono molto deluso da quei blogger che arrivati ad un certo livello iniziano a sparare 2-3 post al giorno di poche righe e di contenuti poveri tanto per muovere qualcosa…

  15. Ecco perchè seguo Francesco! Per articoli come questo!
    Oggi è davvero impossibile scrivere sul proprio blog articoli quotidiani e di un certo spessore e nel tempo stesso collaborare ad iniziative altrui.
    Io ad esempio ho letto tutto l’articolo di Francesco ma non ho adesso il tempo materiale per leggere i preziosi commenti (che vedo essere tanti) e questo mi dispiace molto promettendomi di tornarci prossimamente… ma come succede spesso poi non lo farò… per mancanza di tempo 🙂

  16. @DanieleMD e @Pecciola: Probabilmente ho lesinato sulle parole 😉
    Avete più che ragione parlando di indicizzazione: intendevo semplicemente che il traffico proveniente da Google & Co. sia meno dipendente dalla data di pubblicazione o da quanti eventuali altri post in giro sul blog ci siano in quel momento.

    Ci sarebbe da chiedersi anche quanto spazio possa rimanere per una buona attività di SEO se anziché concentrarsi su una manciata di articoli a settimana si propongono una manciata di articoli al giorno 😀

    @Yuri: E’ un’opinione rispettabilissima, ma ti chiedo: seguendo questo tuo ragionamento non dovremmo includere nella categoria “banalità” anche tutti gli altri media, editoria classica per prima, che da sempre cercano di fare meta-discussione proprio attorno ai media?

  17. Un altro grande articolo come sempre..ricordo che appena aperto il blog il mio motto era: “scrivi più che puoi” ora che sono passati circa 8 mesi il mio motto è: “scrivi quando riesci”….

    Con questo voglio dire che penso sia normale all’inizio cercare di scrivere il più possibile per attirare il maggior numero di lettori nel minor tempo possibile. Ma come ha detto Francesco questo alla lunga può diventare stancante sia per il blogger sia per i lettori.
    E il blog anzichè essere un momento di svago rischia di diventare un peso.

  18. Grande articolo, anche se io sono in gran parte un articolista prezzolato di quelli che nomini qua sopra e orgoglione di esserlo 😀

    Per i miei progetti personali e hobbyistici invece seguo esattamente le tue idee 😉

  19. E’ sempre piacevole leggerti, ma non riuscirei a seguirti su uno o due post al giorno.
    Quindi sono d’accordo sul rapporto qualità/quantità, ma introdurrei qualche variabile.
    La prima riguarda il tema del blog – nel caso di un blog come il tuo, il solo giusto rapporto premia in termini di risultati perchè gli argomenti rivestono un interesse specifico per molte persone.
    La seconda va ad aggiungersi a qualità/quantità e penso sia l’interesse di un numero di persone per un determinato argomento in un certo momento.
    Porto un esempio, un mese fa ho pubblicato un post ed un video su Fabrizio de Andrè, in quel momento l’interesse era relativo, nel corso degli ultimi dieci giorni le visite al blog sono arrivate principalmente per quel post, il video su You Tube ha avuto punte di centinaia di visite, punta massima il giorno dell’anniversario della scomparsa del cantautore genovese,
    …a cui vorrei rendere omaggio.
    ciao, alla prossima
    Grazia

  20. Leggevo il post via feed, lungo ma interessante 🙂
    Sono daccordo con DanieleMD riguardo il numero di post giornalieri (più sono e maggiore è la frequenza con cui i motori di ricerca ritornano sul sito, miglior posizionamento?)anche se bisognerebbe distinguere gli obiettivi di un blogger: fare visite (soldi) oppure mantenere alto il livello di interazione con il lettore (caso in cui scrivere meno premia, in quanto non si tartassa il lettore via feed di milioni di articoli). Se l’obiettivo è il secondo, scrivere troppo sarebbe anche controproducente (in quanto per scrivere molti post al giorno spesso bisogna esulare dalla vera “linea editoriale” a cui i lettori sono abituati). Credo sia più una scelta personale piuttosto che una regola Seo, non credi? 🙂

  21. Bel post… io personalmente riesco a tenere una media di 30 post mensili, quindi uno al giorno.. e devo dire la verità, non mi trovo per niente male, sia come visite sia come impegno… lol

  22. Io credo che l’alta frequenza di post sia determinante per ricevere più visite in un blog (scontato), è vero che la qualità dei post scende un po ed è brutto, però si danno più informazioni.

    Se scrivessi un solo post e non piace la gente va via, se ne scrivo 2 di cui uno piace almeno uno lo leggono 🙂 .

    Comunque quella che viene chiamata autorevolezza io le chiamo visite ed i MDR più hanno da indicizzare più sono sono contenti, e ti mandano più visite, ovviamente contenuti originali.

    Buon blogging Francesco e auguri per domani

  23. bel post, e bravo francesco. Quoto pizzo, per la necessaria distinzione tra obiettivi economici e necessità personali (di personal brand,autorevolezza,visibilità). I primi richiedono impegno,costanza e buona scrittura,i secondi buona scrittura costantemente impegnata. Per un ONE MAN BLOG è indispensabile, quanto gratificante,mantenersi attivi all’interno del network a cui si appartiene, come dice francesco. Scrivere implica essere dei buoni lettori.
    Buon blogging a tutti

  24. Quando aprii il mio primo blog su wordpress, all’inizio leggendo del pubblicare frequentemente mi sentivo quasi un’handicappata e sinceramente me ne sono infischiata, quindi mi fa piacere che sia un falso mito. Peccato solo che dagli e dagli mi ero quasi convertita alla causa, adesso mi dovrò riconvertire 🙂

  25. Ciao Francesco,

    azz…io scrivo proprio un post al giorno da quasi 2 anni 😉 ma la passione non mi è mai passata. Sfortunatamente come dici tu, ci sono periodi dove sono costretto ad abbassare la qualità, vedi nelle ferie ecc…ecc…

    Sono partito “piano piano” per poi rendermi conto che sarei riuscito a scriverne uno al giorno con regolarità…e così ho fatto…sulla scia dei grandi blogger. Si i miei lettori non riescono a leggere tutti i post, e ho anche mediamente “pochi commenti” di conseguenza…ma io sono molto soddisfatto del mio lavoro 😉

    Adesso la cosa che “mi spaventa di più” è il fatto di calare, ma sono convinto che la stessa “paura” venga anche a chi ne scrive 2 o 3 regolarmente.

    Per ora scrivere tutti i giorni mi ha solo dato soddisfazioni, contatti e vendite a valanga…per cui penso che continuerò sulla mia strategia ;-))

    Genna

  26. Salve,
    ciao Francesco è la prima volta che ti commento e voglio farti per prima cosa i complimenti, te li meriti sei un controcorrente.

    In merito all’argomento credo che le questioni siano due, almeno questo è il mio parere:

    1) la frequenza di post e conseguentemente la quantità di contenuti fa bene all’indicizzazione e porta nuova utenza

    2) la qualità a discapito di una minore frequenza presumibilmente fidelizza di più

    Non voglio entrare nel merito di quale delle due soluzioni sia migliore, probabilmente servono entrambe, credo però che il pensiero di Francesco sia stato fuorviato, lui ci vuole semplicemente dire di non stressarsi nello scrivere a tutti i costi un’articolo al giorno, se riesci a scriverlo bene, altrimenti lo farai domani, poichè un blog di qualità (sotto tutti i punti di vista) e gestito con passione ti porterà sempre a buoni risultati che tu scriva un post al giorno o meno.

  27. Ciao, non avevo mai fatto un giro dalle tue parti ma come posso vedere hai maturato esperienza tale da parlare in certi termini , . . . e direi che hai ragione. n alcuni versi hai proprio ragione nel dire che si sta li a fare la maratona con l’articolo giusto, articolo, che alla fine non da quasi mai i risultati sperati. Stessa cosa se parliamo del numero degli stessi! Sinceramente è troppo poco il tempo che dedico al blog, e giuro che lo sconforto è davvero tanto nel guardare i contatori di Analytic. Ci sono blocchi e ci sono pure tanti giorni che mollerei tutto, ma alla fine si è sempre alla continua ricerca dell’articolo giusto messo lì al momento giusto! Chissà se esiste veramente un metodo o una guida . . . . in fondo, siamo tutti ” Provatori ” . Ciao e complimenti.