Vulnerabile alla “next big thing”

È nuovo, ma non ne ho bisogno

Facebook vs LinkedIn, quale scegliere?

Mi ero appuntato qui un passaggio di un articolo di Inc.com (LinkedIn Will Outlive Facebook. Here’s Why) in cui Geoffrey James scriveva del futuro prossimo di Facebook, LinkedIn e delineava un paio di scenari sul medio e lungo periodo.

La citazione:

With its awkward design, 1990s-style layouts, weird privacy policies, and intrusive advertising, Facebook is vulnerable to the next best thing. Frankly, I think it’s just one online conversion program away from losing its customer base and becoming the next MySpace.

That’s not true of LinkedIn, though. LinkedIn is all about business and people’s resumes. Because its scope is limited to fundamentally dull information, LinkedIn is simply not vulnerable to something “cooler”.

Tutti hanno un sacco di paura della “next big thing”.

Per un servizio come Facebook, nato come la grande novità con cui tutti dovevano necessariamente avere a che fare, la “next big thing” rappresenta uno spauracchio niente male. Soprattutto quando sei così in vista e ogni gradino sotto di te è occupato da cloni, competitor, e in generale da un sacco di persone pronte a ritagliarsi la loro visibilità dai tuoi fallimenti.

Le persone hanno continuamente bisogno di nuovi stimoli in rete.
Le persone cercano nuovi modi di fare le cose che già facevano prima sul tuo network.

Oppure, cercano qualcuno che gli indichi nuove strade.
Fallisci nel rinnovarti, nell’essere l’ennesima novità di cui parlare, e verrai …semplicemente dimenticato.

Per Facebook, ciò si concretizza in un restyle ogni sei mesi. In un cambiare continuamente le carte in tavola che da un lato affascina e dall’altro scontenta. Ma che continua sicuramente a far parlare di sè. A concentrare le persone sul tema. Sul seguire Facebook. Sull’essere e sul lavorare con Facebook.

Fino a quando non fallisci nel rinnovarti.
Fino a quando non arriva qualcuno che fa le cose meglio.

Ma con LinkedIn?
Beh, LinkedIn è in effetti diverso.

LinkedIn è nato, ed è popolato, da utenti che hanno valutato a fondo l’utilità di essere presenti sul network. Tra un curriculum e una raccomandazione, tra una news e una partecipazione a un gruppo, gli utenti di LinkedIn se ne infischiano della “next big thing”.

Ciò di cui hanno bisogno è risultato. Niente fronzoli, niente “hype”.
Solo struttura, o quasi. Solo persone con cui interagire per ottenere risultati.

La “next big thing” in grado di superare LinkedIn è molto più lontana, quasi su un piano diverso.

È molto più semplice conquistare e mantenere una posizione quando sei diventato il migliore player per risolvere un problema apparentemente semplice -relazionare persone in un ambito lavorativo- piuttosto che inseguire l’ennesima feature, l’ennesima novità, l’ennesima “next big thing”.

Chi durerà di più?
Facebook, con le sue mille iterazioni, o LinkedIn, solido e ruvido? 🙂

foto: Nan Palmero

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

2 commenti

  1. è da un po’ che seguo il panorama social, anche per tenere aggiornato il mio blog.
    Penso che si debba tener conto di una situazione che è diversa anche solo da un paio di anni fa: Facebook è un colosso finanziario.

    Arriva qualcuno che fa qualcosa di meglio? Qualcosa che potrebbe essere la next big thing veramente? Facebook lo comprerà. Lo assorbirà e diventerà ancora più forte.

    Non ci vogliono due lire per fare la next big thing. Ok l’idea… ma servono container di soldi per fare le cose bene. E Facebook li ha.

    Gli altri… “meno”….
    Saluti a tutti. Bel post come sempre 🙂

    Giovanni

  2. Più o meno sono d’accordo con Giovanni, però ricordo che quando Google lanciò Google + negli uffici di Facebook ci fu una bella agitazione…per fortuna loro Google + non sta avendo un grandissimo successo. Il difetto più grande di Facebook, specialmente ora che l’azienda è quotata in borsa, è il suo dipendere dai proventi provenienti dalla pubblicità, che per natura non possono essere eternamente massicci.

    Facebook tenterà di inglobare ogni Next Big Thing, come ha da poco fatto con Instagram. Sono curiosa di vedere come verrà implementata la cosa, ma sta di fatto che ha speso un sacco di soldi per una cosa che di soldi non ne fa entrare! L’impressione è che Facebook sia ben conscio dei propri limiti e dei propri punti deboli. Staremo a vedere….

    V.