Credibilità, autorevolezza e ancore visive

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Leggevo un articolo di un paio di giorni fa su SeoBook.com che titolava in maniera piuttosto interessante.

In “Is Your Web Site Credible?” Peter tirava in ballo un post di Eric Clemons apparso su TechCruch e riguardante la vera (o presunta) caduta libera dell’advertising sul web.

Già l’articolo di TechCrunch potrebbe aprire parecchi spunti di discussione, ma la cosa che mi ha più interessato è stata la deriva di SeoBook verso un punto di vista più ampio.

Quello che riguarda, in buona sostanza, la credibilità di qualcuno che decide di parlare ad un altro qualcuno per vendergli qualcosa.

Poco importi che si tratti di un servizio di hosting, di un viaggio alle Maldive o semplicemente la propria professionalità in un certo settore; tutti hanno bisogno di essere credibili.

Soprattutto i blogger, che non hanno piccoli capitali da spendere in campagne marketing e focalizzano tutti i loro sforzi in ciò che possono fare in prima persona, oggi.

I blog, dove il mero contenuto è (spesso e purtroppo) l’ultimo degli elementi che un lettore analizza cercando di dare un valore a ciò che si trova di fronte. Perché nella manciata di secondi immediatamente precedenti hanno già fatto la loro parte altri importanti tasselli.

Ancore visive

Dopotutto la credibilità, sia online che offline si rafforza tramite le stesse dinamiche: la familiarità con la persona o il brand alle spalle dell’iniziativa, la quantità e qualità di discussioni che riguardo ad essa nascono in ambiti paralleli, i vantaggi che può portare (in)direttamente, la riconoscibilità in un contesto più ampio.

Ma assieme a tutto questo credo che al di là del monitor esistano delle fortissime “ancore visive” alle quali il lettore cerca di aggrapparsi durante la prima occhiata.

Alcuni potrebbero valutare il numero di iscritti al Feed RSS, o meglio ancora alla newsletter. Altri potrebbero venire attratti dal numero di commenti a ciascun articolo, dalla costanza o dalla rilevanza con l’argomento trattato.

Altri ancora potrebbero soffermarsi su quanto sia concreta la risposta del tenutario alle richieste dei lettori. Scendendo più nel dettaglio alcuni potrebbero essere più attenti allo stile di scrittura e alla cura per la grammatica. Pur riconoscendo come ogni argomento meriti la giusta dose di parole, si sarebbe persino tentati di dire che articoli più lunghi ispirino più credibilità rispetto a quelli più sintetici.

Ma davvero si può cercare un metro di valutazione unico?
O forse esiste qualcosa di molto più efficace e più difficilmente quantificabile?

Cosa rende il tuo blog affidabile?

C’è poi un fattore interessante: l’effetto volano. Ovvero: più sono le persone che riconoscono autorevole un determinato blog, più altre sono spinte a farlo.

Utenti che per uno scarso layout o giovinezza “fisiologica” delle pagine sarebbero scappati a gambe levate, sono invece tentati di donare una seconda possibilità senza troppi problemi.
E in una sorta di cerchio che si chiude, tutto torna ovviamente al “vendere”.

In un guest post di qualche tempo fa parlavo del come vendere banner e spazi pubblicitari su di un blog sia un compito non troppo facile. I potenziali investitori si sentono spesso poco propensi ad investire per primi su di un progetto web, anche con le migliori rassicurazioni e dati certi alla mano.

Perché le persone non vogliono fare il primo passo. Le persone vogliono essere protette dalla folla e rimanere nella loro “zona di sicurezza” non esponendosi mai oltre il necessario. La riconoscibilità da parte della folla è forse più potente di qualsivoglia valore numerico o posizione in classifica.

Per questo forse costruire autorevolezza e credibilità passa non solo attraverso la scrittura di articoli a senso unico e l’osservare statistiche che crescono, ma soprattutto attraverso il rapporto “umano” non direttamente valutabile in numeri, costruito giorno dopo giorno nella maniera più capillare possibile.

…secondo te che cosa rende credibile un blog alla prima occhiata?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

8 commenti

  1. L’effetto volano: ovvero l’apoteosi della fuffa per come lo vedo io.

    Se un blog è “virtuoso” tanto meglio, ma se un blog vale pochissimo e riesce comunque a vendersi bene il suo autore si vedrà affibbiati meriti senza dover fare quasi nulla: potrà continuare a scrivere ca**ate, tanto è già “autorevole” per “concessione divina”.

    Potrei farti un elenco abbastanza lungo di blog del genere.

    P.s.
    ottimo articolo come sempre.

  2. Ancora una volta uno splendido inizio di settimana con una bellissima riflessione.

    Anche io avrei qualcosa da dire in merito all'”effetto volano”. Sai cosa capita? Certo che lo sai, lo sappiamo tutti: I grandi blog, magari perchè sono da più tempo online, vengono linkati mentre i piccoli vengono spesso abbandonati a loro stessi e sono necessari sforzi non indifferenti per arrivare ad ottenere un minimo di successo.

    Perchè i piccoli blog non si linkano? O per meglio dire, quando qualcuno vuole linkare un piccolo blog chiede sempre lo scambio link (che personalmente sul mio progetto non ho mai fatto partire)…

    E allora i backlink che si ricevono sono minori rispetto a quelli che spesso si vorrebbero ricevere.

    Ecco cosa non amo di internet: in Italia c’è paura a linkare una persona perchè si pensa che in questo modo i nostri lettori ci abbandonino… Non funziona così… Quando lo capiremo?

    Francesco, appena puoi contattami su skype 😉

  3. @Napolux: purtroppo è un meccanismo a doppio taglio, questo sì.

    @Ottantotto: Credo che assieme alla paura materiale di perdere PageRank o posizioni nella classifica di chissà quale aggregatore, ci sia anche quella meno tangibile di farsi sfuggire i propri lettori fornendogli ulteriore materiale da leggere su fonti esterne.

    Come se per migliorare la propria qualità si dovesse nascondere quella altrui.

    L’unico rimedio?

    Imho, come sempre ingegnarsi una volta di più sullo scrivere buoni contenuti. Tutto il resto è, come dice Napolux, fuffa 😀

  4. Pensandoci rapidamente, mi vengono in mente un paio di criteri per “valutare” la credibilità di qualcuno (ovviamente il “tu” non è riferito a te):

    – se fai un’affermazione su cui ho un dubbio e non trovo subito un link a sostegno di tale affermazione, perdi credibilità. Se il link c’è ma è una minchiata, perdi molta credibilità.

    – se ti sbagli e sei in grado di ammetterlo, guadagni credibilità. Se mi dai qualche link da cui hai capito di aver sbagliato, guadagni molta credibilità

    Non sono però cose valutabili a prima vista e sono d’accordo con Napolux sull’effetto volano e sulla discutibilissima credibilità di molti, ma così va il mondo 😛

  5. Io son convinto che se ci metti cuore e passione in quel che fai, i contenuti lo rispecchiano. Se riesci a comunicare i tuoi obiettivi con chiarezza e limpidità, allora per me sei credibile.
    L’autorevolezza è alquanto discutibile, add ampio raggio, la credibilità riesco a valutarla meglio.

  6. La credibilità e l’autorevolezza sono secondo me cose che si acquisisce in parecchio tempo, così come ci vuole pochissimo per perderle, quanto meno la credibilità.
    Tu concludi il post chiedendo:

    …secondo te che cosa rende credibile un blog alla prima occhiata?

    Forse per molti la risposta a questa domanda sarebbe “beh, un buon aspetto grafico, unito a contenuti all’altezza, un buon numero di feed subscribers”… Io sono non vedente per cui il primo punto non mi interessa; la prima cosa a cui faccio attenzione sono i contenuti, o meglio, la qualità dei contenuti; sinceramente che il post sia lungo o corto non mi interessa; se deve essere un post lungo, ma che contiene cose che si potevano dire in tre righe, non è certo un buon punto di partenza.
    Vi pongo io un ulteriore quesito: se entrate in un blog e il primo articolo non vi convince, per contenuti, ma l’aspetto grafico è accattivante, un buon numero di feed subscribers ecc…. Cosa pensate di quel blog? Insomma: cosa è davanti per voi, la qualità dei contenuti o l’insieme dell’aspetto grafico?
    Secondo me la risposta è “un insieme di entrambe le cose”, ma magari qualcuno la pensa diversamente d ame, a presto!

  7. Se il primo articolo non mi convince, ma comunque la nicchia è quella giusta, cerco un archivio o un post correlato o un qualsiasi rimando per avere una visione più ampia. Dopotutto ogni blog ha articoli più o meno buoni e accontentare tutti, sempre, è difficilissimo.

    Per quanto riguarda layout e contenuti: il primo subordinato al secondo, imho. Un buon layout è una griglia, una mappa, una struttura che sostiene il contenuto senza appesantirlo con inutili fronzoli. Soprattutto oggi che è diventato facilissimo disporre di temi di alta qualità l’impatto estetico svanisce molto presto.

  8. Personalmente dopo anni che scrivo e leggo blog, riesco a valutare la credibilità di un blog a naso… non so è un insieme di tanti fattori che mi fa dire “Questo blog è da aggiungere negli rss”.

    Per prima cosa osservo il layout, poi leggo il primo articolo, “spulcio” nell’archivio ed infine leggo i commenti degli utenti.

    Inoltre non amo molto i blog che forniscono 10 articoli al giorno (like Geekissimo), ne preferisco uno (ma di qualità) ogni 2 giorni (come questo blog).

    Ciao!