Cos’è che il blogging non può fare?

Quando i blog si fanno da parte

iStock.com/caracterdesign

Segue un ragionamento nato nel fine settimana.

Sai, spesso discutiamo delle mille potenzialità dei blog e di come (nonostante siano, hem, dati per morti ogni due per tre) ancora rappresentino uno dei migliori strumenti per raggiungere numerosi obiettivi.

Oggi, giriamo la frittata! 😀

Messa giù brutale: che cos’è che il blogging non ti permette di fare?

Che cosa credi che il tuo blog, a prescindere dall’impegno che ci metterai, non ti permetterà comunque di ottenere? In che modo ti senti vincolato dalla struttura (o dall’approccio) di un “normale” blog nel cercare di ottenere ciò che desideri?

Insomma, quand’è che i blog devono farsi da parte per lasciare spazio a modelli di comunicazione diversi (fosse pure una semplice landing separata su dominio separato) più efficaci e assolutamente non scontati?

È un po’ che ci stavo pensando; sono curioso di conoscere la tua opinione! 🙂

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

13 commenti

  1. “Bello e impossibile” questo quesito, nel senso che tutto ciò che manca a un blog, può essere tranquillamente implementato aggiungendo nuove funzioni a proprio piacimento.

    In pratica il blog si espande. Oggi mostra potenzialità che 3 anni fa non aveva, questo anche a causa dell’assenza di strumenti e applicazioni nate in seguito.

    Davvero, non saprei dire cosa manca a n blog.

  2. Più che “che cosa NON può fare il blog” secondo me la domanda è “Fin dove può arrivare un blog senza perdere la sua essenza?”
    Per chiarirci, a me ad esempio nei blog manca quel rapporto domanda-risposta che si può trovare nei forum dove per un post qualsiasi si hanno comunque delle risposte che approfondiscono la questione.
    Potrei implementare nel mio blog delle funzioni di login utente e mutare la grafica dei commenti per farla assomigliare un po’ a quella di un forum.
    Poi nel mio blog vorrei poter chattare con i miei utenti, che male c’è, lo fanno già in molti tramite canali irc no? Così implemento una mia chat a scomparsa con cui restare in più stretto contatto con loro.
    Poi potrei aggiungere messaggi personali tra i lettori… una radio… un profilo personale… Ma alla fine il mio progetto si potrà ancora definire un blog?

    Tempo fa ho lavorato su un progetto di Social Blog in cui gli utenti potevano stringere relazioni tra loro e parlare dietro le quinte degli articoli oltre a farlo tramite i commenti stessi. Inoltre c’era la possibilità di mostrare uno stato momentaneo e di condividere dei link con tutti gli utenti del blog, oltre che varie altre funzioni.
    Ma alla fine del progetto, quando stava per andare online… abbiamo capito che della struttura di un blog era rimasto ben poco e che non era quello ciò che volevamo.

    Questa è la mia opinione in merito, ciao!

    1. Interessante esperienza! Credo che ciò che dici dipenda (ma non è necessariamente un male) anche dal fatto che WordPress è così flessibile e malleabile con i suoi mille plugin che diventa difficile, soprattutto agli inizi, non lasciarsi prendere la mano e installare ogni tipo di “extra” non necessario alla crescita.

      Il mio approccio sulle funzionalità dirette è sempre stato: poco, ma perfettamente in linea e solo se assolutamente necessario. Tutto il resto può attendere sino a quando non diventerà una naturale evoluzione dei miei progetti.

  3. Anche a me pare che il blog sia uno strumento completo ed al passo coi tempi. Soprattutto se si parla di piattaforme ampiamente aperte come WordPress capaci, con la sua architettura a plugin, di aggiungere nuove feature e quindi di mantenersi aggiornate nel tempo.

    Oltre a questo c’è il non trascurabile vantaggio che anche uenti con una cultura diversa da quella informatica possono avere accesso a questi vantaggi grazie ad interfacce user friendly. Questo insieme alla capacità di personalizzazione è un enorme punto di forza dei blog.

    A volte si è portati a considerare il mondo dei blogger quasi appannaggio esclusivo dei geek o anche solo delle persone che lavorano nell’IT. Ma la realtà dimostra che anche se più lentametne di altri settori il mondo degli hobbies (cucina, giardinaggio, fotografia, ecc) sta acquisendo quote importanit.

    Fintanto che i blog continueranno ad integrarsi con le nuove forme di comunicaziuone (social media in primis) così come hanno fatto fino ad oggi penso sarà difficile che andranno a morire.

    1. Premesso che sono un utente WP.com e quindi ho qualche limitazione rispetto alla maggior parte di voi.

      Ma un limite che forse condividiamo, è che il nostro paese è caratterizzato da pochi giovani senza soldi e molti anziani o comunque over 45.

      Siamo una delle popolazioni più vintage del globo…

      Spesso persone di età superiore ai 45 anni si trovano in difficoltà davanti ad un blog, e per questo ho mantenuto il sito html a parte con tutte le stesse pagine, per chi ha imparato a fatica internet 1.0 e non è ancora entrato in internet 2.0

      A volte ci proiettiamo con la fantasia in plugin futuristici, funzionalità avanzatissime, super social networking… quando in effetti moltissime persone non sanno cosa sia twitter ed hanno sentito parlare di fb solo in tv.

      Mio padre, per fare un esempio, mi ha chiesto come mai cambio la home page del blog continuamente… questa cosa lo spiazza.

      Gli ho spiegato che è perché in home ho l’articolo più recente, ma in effetti mi rendo conto che per molti come lui la rassicurante home di un sito old style facile da navigare è fondamentale.

      Se non vogliamo pensarci per cortesia, pensiamoci almeno per business, visto che in questo periodo di giovani iper tecnologizzati che abbiano da spendere ce ne sono ben pochi.

      1. L’innovazione si scontra necessariamente con la reticenza di chi “stava tanto bene prima” e vede (soprattutto quando ci sono in ballo dei soldi) nel cambiamento una fonte di problemi. I blog hanno creato un bello scossone permettendo a chiunque fosse un minimo motivato di occupare una presenza in rete, andando a scontrarsi direttamente con forme di pubblicazione online che prima richiedevano non solo il già detto impegno, ma soldi, strutture e legami a lungo termine con questo o quel servizio professionale e dedicato.

        D’altra parte ci sono esempi però di persone appartenenti alla generazione precedente che trovano nei blog una “via di fuga” totalmente slegata dagli aspetti innovativi & monetari di cui sopra. Gente che cioè ha semplicemente visto nei blog un modo per raccontarsi, a prescindere da tutto ciò che scriviamo su queste pagine.

  4. Credo che recintare il perimetro intorno ad un blog sia il modo per farlo morire. Capisco che andando oltre certi limiti il blog nel suo senso più ristretto possa rischiare di renderlo quasi irriconoscibile ma su questo dipo di medium non è possibile rimanere fedeli a se stessi per troppo tempo, penla l’obsolescenza. Occorre mutare pelle (e forse nome) e andare avanti.

    Per gli utenti meno smaliziati occorre avere certo un occhio di riguardo e magari predisporre versioni “lite” ma non credo sia saggio tararsi su di essi per strutturare il futuro. I plugin di WP ad esempio possono aiutare un poco in tal senso. Il futuro è avanti e chi resta indietro troppo a lungo incorrerà nella solita spietata selezione naturale.

    My 2 cents

    1. Intendi a livello di semplice presentazione o a livello di contenuti e interazione? Ipotizzi una fusione sempre più netta tra i blog e i social?

      Si scriveva da altre parti che i blog siano come i salotti di casa: indipendenti, slegati da ambienti di terze parti e dove “accogliere” altre persone. I social rappresentano invece il bar sotto casa: non è di tua proprietà ma ci passa più gente, scopri continuamente cose nuove e allacci rapporti che possono (e qui si chiude il cerchio) rafforzarsi in ambiti più personali come il salotto (blog) di casa.

      Credo che però sia possibile una continua deriva verso i social a livello, più che di contenuto o presentazione, di interazione. Si tenterà (e vedi qui i recenti tentativi di Facebook con Open Graph) di portare fuori dai blog più contenuti possibili, rendendo liquide molte operazioni che prima richiedevano anche solo una minima dose di impegno.

      Il fatto è che i social non creano necessariamente contenuto, ma si basano su qualcosa che spesso esiste al di fuori di esso. Se ho bisogno di promuovermi al mondo come professionista o semplice esperto in un determinato ambito, avrò sempre e comunque bisogno di un blog (o di uno spazio equivalente) da cui partire. E con il quale approdare di tanto in tanto sui social.

  5. Non essendo un esperto in materia posso solo riflettere su quelle che sono le mie esperienze dirette.

    Fatta questa debita premessa quel che credo è che il blog continuerà ad esistere nella forma in cui lo conosciamo oggi per le ragioni di cui sopra (Salotto-bar) ma che avrà sempre più un’interazione con i social. Questo non credo significherà una perdita di identità dello strumento ma un’evoluzione introdotta dal continuo mutamento dell’ecosistema in cui va ad operare.

    Già oggi per promuovere i propri contenuti le aziende come i semplici entusiasti ricorrono più o meno consapevolemtne ad interazioni con più strumenti (Twitter, Facebook, WordPress, ecc). Immagino che nel futuro queste interazioni saranno sempre più la norma.

    Ovvio che i social cercheranno sempre più di svuotare di contenuti i blog per poterli veicolare attraverso le proprie piattaforme (Come hai detto anche tu buzz o facebook lo fanno già, seppure in maniera un po’ semplicistica) attraendo così una massa sempre maggiore. Ciò però non preclude un’evoluzione dei blog per contrastare ed arginare il fenomeno indotto dai social.

    Come al solito penso che un ecosistema come internet, non normato da rigide e farraginose regole, ma libero di crescere secondo le proprie attitudini, troverà da solo il proprio equilibrio. Magari non nell’immediato ma su un periodo lungo certamente (per lungo periodo su questo medium penso si possa parlare in termini di mesi).

    Spero di aver reso un po’ più chiaramente il mio pensiero. In sostanza sono concorde con ciò che hai scritto nella tua risposta 😀

  6. Più che “che cosa NON può fare il blog” secondo me la domanda è “Fin dove può arrivare un blog senza perdere la sua essenza?”Per chiarirci, a me ad esempio nei blog manca quel rapporto domanda-risposta che si può trovare nei forum dove per un post qualsiasi si hanno comunque delle risposte che approfondiscono la questione.Potrei implementare nel mio blog delle funzioni di login utente e mutare la grafica dei commenti per farla assomigliare un po’ a quella di un forum.Poi nel mio blog vorrei poter chattare con i miei utenti, che male c’è, lo fanno già in molti tramite canali irc no? Così implemento una mia chat a scomparsa con cui restare in più stretto contatto con loro.Poi potrei aggiungere messaggi personali tra i lettori… una radio… un profilo personale… Ma alla fine il mio progetto si potrà ancora definire un blog?
    +1

    1. Le questioni che poni tu sono molto interessanti, in realtà il problema di andare a più a fondo su un argomento dipende più che altri da come ti poni nello scrivere il post, come puoi notare questo articolo non è su un forum ma ha già prodotto 10 commenti molto interessanti che approfondiscono l’ argomento, non a caso esistono i feed dei commenti e basta.

      Comunque esistono plug-in per wordpress che ti permettono di creare shout box per chattare con gli utenti o barre di navigazione come meebo che hanno chat incluse e rimangono comunque blog.

  7. Ragazzi..io ne capisco davvero poco.. ma devo dire che da ieri finalmente ne sto capendo qualcosina in merito..!

    Quanti contenuti..! BRAVI!

    Ancora un pò di sana lettura..e di esaurimento come la giornata passata ieri..e sarò pronta per lanciare il mio blog! 😀