Del competere ad armi pari

I tuoi utenti lo sanno

Competere ad armi pari sul web
iStock.com/Salima Senyavskaya

Eh, si fa presto a dire “competere ad armi pari”.
Che poi, quasi sempre ci si riduce a parlare di soldi.

Vuoi provare a sfondare in una nicchia? Crea un prodotto che interessi a qualcuno e caricaci addosso una massiccia campagna promozionale. Che poi si vedrà.

Vuoi rilanciare il tuo e-commerce?
Studiaci intorno una strategia di promozione. Magari sui social, sai mai.

Ma quando è il prodotto stesso a soffrire di problemi più profondi? Magari inconsapevolmente?

Competere ad armi pari con i nostri concorrenti non è questione che si risolve in quattro e quattr’otto. Spesso, pure il migliore dei prodotti costruiti per risolvere una reale esigenza, può non riuscire ad emergere come deve.

Indipendentemente dalla strategia.

Perché? Perché se stiamo competendo ad armi pari (oppure no) lo giudicano i nostri utenti. Infischiandosene dalle qualità intrinseche dell’oggetto del contendere.

Poco importa se ai vertici di turno si è convinti di aver fatto un buon lavoro.
Dallo in pasto ai tuoi utenti e scoprirai la vera bontà del tuo prodotto.
E scoprirai che i tuoi utenti sono molto più bravi di te nello scoprire potenziali falle.

I tuoi potenziali utenti, che di prodotti simili ne hanno già masticati parecchi. I tuoi possibili clienti, che di uno di quei tanti prodotti simili fanno magari uso costante, sono coloro che colgono davvero l’intera questione del competere ad armi pari.

E il cui giudizio, ovviamente, è legge.

E invece no. Quello che capita è che siamo spesso più ciechi di quanto non crediamo rispetto alle nostre reali potenzialità. Ci ostiniamo a guardare al risultato dei nostri sforzi con occhi incantati (o anestetizzati dalle spese).

Hey, già si è investito un sacco nell’arrivare a prodotto finito, vuoi mica perdere altro tempo per essere davvero competitivi? O rimettere in gioco logiche fallaci ancorate alle radici del tutto?

Paletti

Un esempio.

Amazon ha da qualche tempo lanciato una palese crociata contro i click inutili. Prova a farci un giro a mente accesa. Scoprirai che tutte quelle azioni ripetitive, scontate, noiose come la selezione di una nuova anteprima prodotto, o il filtro della ricerca su una nuova categoria, evitano all’utente di cliccare “a vuoto”.

Perché ogni click dell’utente è prezioso.

E se moltiplichi uno o due click “mancanti” durante la normale visualizzazione di un singolo elemento a listino, hai immediatamente abbattuto di qualche centinaio i click necessari ad aggirarsi per Amazon in una normale sessione di navigazione.

Amazon, nel fare ciò, setta semplicemente uno standard. Non appena cogli, da utente, che è possibile avere ciò in un e-commerce, impari ad aspettartelo da tutti gli altri.

E se non lo fanno, beh, sono loro a non competere ad armi pari.
Sono loro ad essere “pesanti” e poco intuitivi.

Inseguire questo tipo di visione globale, la visione globale che hanno i nostri utenti, è fondamentale per restare competitivi. Non basta guardare ai propri concorrenti da fuori. Se non l’hai mai usato, se non ti sei mai messo nei panni di un vero utente della tua nicchia, non puoi arrivare a conoscere tutte quelle piccole sfumature che rendono vincente un prodotto.

È per questo che prodotti e servizi sembrano nascere e morire senza un preciso motivo. Un clone pesca più traffico dell’originale. E viceversa senza che ci sia apparentemente un senso logico dietro a queste meccaniche.

Ma i tuoi utenti lo sanno.
Oh, se lo sanno.

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.