Come venire retwittati più spesso

Dai, non è poi così difficile! Cinque cose che devi sapere.

C’è stato, ad inizio luglio, un articolo di Mashable che ha suscitato la mia curiosità.

Ho passato le due settimane seguenti a mettere in pratica i consigli ricevuti, devo dire con un discreto successo.

Il titolo, piuttosto esplicativo, non lasciava d’altronde adito a dubbi: HOW TO: Get Retweeted on Twitter.

Quasi un ordine perentorio! 😉

Un’analisi ragionata ai motivi dietro alle quinte che spingono gli utenti del pennuto bluastro a rimbalzare tweet altrui.

E se del retweet si cerca quindi di fare materia di analisi, allora dati alla mano le conclusioni sono molto, molto, interessanti.

Cinque le analisi effettuate, con tanto di grafici a torta e numerini interessanti.
Proviamo a commentarlo?

1. Contengono più link

Sì, i retweet contengono un numero maggiore di link rispetto alla media.

Un fatto che si può facilmente spiegare dalla necessità di fornire un contesto ai propri 140 caratteri: maggiori informazioni riesci a passare tramite il tuo tweet, maggiori le possibilità di conquistare l’attenzione altrui.

2. Contengono parole più lunghe (e con più sillabe)

Se il tuo tweet recita semplicemente “Hey, date uno sguardo a questo link: [link]”, le possibilità che si sollevi dalla massa sono davvero ben poche.

Sembra che parole più lunghe (e complesse) attirino l’attenzione altrui come un faro nella notte.

Tweet non scritti in fretta e furia, ma ragionati fino in fondo e articolati come un pensiero “rilevante”, possono trovare la strada del retweet in maniera molto più facile.

3. Sono più complessi (livello di lettura più alto)

Come dire che i retweet sono quasi tutti “brillanti”.

Forse non tutti, forse non sempre. Ad ogni modo non rappresentano la piatta esposizione di un concetto qualsiasi.

Riflessioni argute, pungenti sono la norma per aspettarsi un buon retweet. Visioni critiche sui link proposti o qualche correlazione tra argomenti funzionano bene allo stesso modo.

4. Contengono parole meno comuni

Non solo parole più lunghe, dunque, ma anche termini meno usati nelle conversazioni comuni.

Il che non significa iniziare a parlare come qualcuno piombato giù da Marte, quanto piuttosto sforzarsi di scrivere in maniera brillante e fresca. Quasi non stupisce: è una buona regola per chiunque decida di scrivere qualcosa, dopotutto.

5. Sono sempre meno autoreferenziali

Sembra che la possibilità di retwittare qualche contenuto sia meglio accettata dai follower proprio quando il contenuto stesso è slegato dall’autore originale. Ne consegue che se stai cercando di diffondere i tuoi articoli stessi tramite retweet, probabilmente stai sprecando tempo.

Twitter si dimostra sempre meno il luogo dove “cercare pageviews”, quanto piuttosto quello in cui trovare visibilità, autorevolezza e nuovi contatti. Solo in maniera trasversale, quasi per osmosi, le tanto agognate pageviews generate da un’utenza oramai fidelizzata.

Trovi tutti i grafici e i valori dettagliati di ciascuno studio nell’articolo originale di Dan Zarrella.

Qualche consiglio extra

Dunque segnalare il proprio link “alla buona” non funziona più come dovrebbe.

Con tutti i link segnalati di straforo sul pennuto, ciò che davvero merita di essere retwittato si contraddistingue in maniera evidente: contenuto ben “linkato”, brillantemente esposto e che utilizza termini intriganti. Ma soprattutto che nove volte su dieci riguarda terzi e sfugge alla mera autoreferenzialità.

C’è dell’altro che puoi fare? Forse sì! 🙂

  • Mantieni i tuoi tweet sotto ai 90-100 caratteri. Come cifra spannometrica® direi che funziona abbastanza bene. Dopotutto durante un retweet devi sommare a questa cifra almeno il tuo username (tra gli 8-10 caratteri nel migliore dei casi), la parola RT più qualche spazio e punteggiatura varia. Senza contare eventuali commenti da parte del retwitter di turno. Insomma, saturare il tweet sino all’ultimo carattere disponibile è il primo passo per non ottenere un retweet per pura carenza di spazio.
  • Non aspettarti un retweet per ogni messaggio. Mirare ad ottenere un RT per ogni singolo tweet pubblicato è una battaglia persa in partenza. Focalizzati piuttosto sul cinquettare del buon contenuto presentandolo in maniera interessante (e con un punto di vista che sia tale). Il resto verrà da sé
  • Fornisci un adeguato contesto. Ricordi la questione della maggiore quantità di link presenti? Se è vero che i RT contengono molti più link della massa, è puramente perché sono in grado di contestualizzare meglio i loro concetti. Non dare nulla per scontato e inserisci sempre un link in più piuttosto che uno in meno.
  • Porta dati precisi. Sforzati di non parlare per assunti e metti sul piatto dati concreti. Percentuali, valori, numeri reali che i tuoi follower possano valutare a prima vista, senza indagare la bontà dei tuoi link scavando nell’ennesimo short url.

Qualcos’altro da leggere

immagine: Pasquale D’Silva

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

8 commenti

  1. Pingback: addalo.it
  2. Ottimo post come sempre. Proverò a mettere in pratica queste pillole…

    Riguardo al punto 2….
    non credi che scrivendo poche parole, ma che siano molto curiose, che lascino perplessità o un senso di curiosità possano portare comunque dei risultati?

    Anche un semplice

    ma voi ci credete? link

    cosa ne pensi?

    1. Beh, la curiosità è da sempre una potente arma! 😛

      Credo però che quando finisce per diventare una costante possa rendere noioso anche il migliore tweeter al mondo.

      Da usare con cautela, insomma.

  3. Grazie Francesco, eh, si, gli altri cercano, in genere, di re-twittare cose che abbiamo postato proveniente da differenti siti che non sia il nostro. Io questo lo trovo ampiamente ridicolo, perchè lascia intravedere l’egoismo umano, che non vuole dare “eccessivo vantaggio o soddisfazione” a un’altro individuo, e dunque si accontenta di re-twittare risorse altrui, che non siano però, provenienti dalla stessa fonte autoreferenziale. Faccio questo discorso in quanto a me, non interessa molto se Francesco Gavello o altri Blogger creino un post auto-referenziale; se la risorsa linkata da loro è decisamente utile e preziosa, io la re-twitto e mi preoccupo poco di eventuali vantaggi che potrebbero acquisire dal mio re-twitt. Chiaramente poi re-twitterò, alla stessa maniera risorse non-autoreferenziali. Per far crescere, umanamente parlando, i social network, allo stato di condivisione più profonda e a-sociale, non bisognerebbe, a mio parere, fare distinzione tra auto-referenziale e non. Qualcosa di veramente necessario e coinvolgente va re-twittato lo stesso. Ciao!!

  4. Quindi aver collegato la pagina facebook al medesimo account twitter è sconsigliato visto che si hanno semplicemente dei link … meglio creare il twet in maniera apposita per il singolo articolo ?

    Daltronde pubblico diverso vogliono cose diverse 🙂

  5. Battaglia molto dura quella di ottenere retweet, l’ho scoperto presto sfortunatamente. L’analisi ed i consigli sono interessanti e sempre attuali, grazie Francesco 🙂