Tre secondi per colpire su Twitter: come scrivere una mini-bio che farà impazzire i tuoi follower

Non solo 160 caratteri!

Sapersi descrivere, sul web, è quasi …un’arte.

Saper racchiudere in pochi paragrafi tutte le informazioni più interessanti e stimolanti riguardo alla propria presenza in rete è ciò che davvero può farti salire di un gradino rispetto ai tuoi concorrenti.

E non solo per un mero aspetto estetico; sempre più tool di terze parti stanno utilizzando le informazioni che lasciamo nelle mini-bio dei nostri account sui social network per filtrare, assemblare, proporre nuovi contenuti agli utenti.

Traffico, visibilità solo da cogliere con i giusti strumenti.

Oggi voglio spendere un po’ di tempo a parlare delle mini-bio su Twitter.

Quei piccoli, minuscoli paragrafi che da sempre, nella loro limitata lunghezza di 160 caratteri, cercano di mettere un primo ordine alla massa indistinta di account twittanti.

Come si scrive una buona bio per Twitter?

Cosa distingue una buona descrizione di sé stessi, in grado di portarci un po’ più in là nella nostra rete di contatti, da qualcosa di già visto, scontato e trascurabile?

Ecco cosa.

Perché ti serve una mini-bio

Vorrei ribadire prima di ogni altra cosa un semplice concetto. Se stai usando Twitter per raggiungere una rete di contatti più vasta di quella dei tuoi lettori abituali, una mini-bio non è un semplice accessorio al tuo account.

Non lo è.

Non è qualcosa da rimandare a tempi migliori o da riempire alla meno peggio con qualche stralcio proveniente da un altro social network o (peggio ancora) la tua pagina “Chi sono”.

Una buona bio è indispensabile per

  • Permettere alla gente che ti legge per la prima volta di ricambiare “a pelle” un follow
  • Permetterti di venire filtrato da tutti i tool (o mashup) di terze parti. Come Formulist, di cui abbiamo discusso qualche giorno fa.

Due motivi che da soli rappresentano gli stimoli migliori per cui vorrai cominciare a lavorare sulla tua mini-bio oggi stesso. Quante volte hai notato un nuovo follow da parte di un utente con avatar predefinito, nessuna bio e un nome mai sentito in vita tua? Evita di trovarti tu stesso in quella situazione.

Rendi la tua bio intrigante, adatta al tuo modo di twittare e gli utenti arriveranno a te.
Come api sul miele.

Qualcosa che ho imparato nel tempo

Durante questi anni devo dire di essere venuto in contatto con mini-bio di tutti i tipi. Intraprendenti, descrittive, noiose, stravaganti, assolutamente fuorvianti. Inclusa qualche notevole eccezione, la maggior parte delle mini-bio che mi vengono incontro ogni giorno soffrono di alcuni problemi.

Vediamo come risolverli? 🙂

  • Evita i tecnicismi – A meno che tu non voglia attirare a te una ristrettissima cerchia di utenti ignorando il resto del mondo. Puoi farlo, ma chiediti anche quanto sia grande questa cerchia.
  • Non copia-incollare qualche stralcio dalla tua about page – Nella migliore delle ipotesi il contenuto estrapolato non ti renderà giustizia, nella peggiore risulterà incomprensibile ai più.
  • Non lanciare un attacco – Niente cose del tipo “Seguimi, se ci riesci” o “Solo per i più cool”. Non so ancora nulla di te e una sfida di questo tipo mi lascia del tutto indifferente.
  • Non essere criptico – Per favore, niente cose del tipo “No, in 160 caratteri no. Se vuoi conoscermi leggi la mia bio sul sito”. E perché dovrei farlo prima ancora di sapere qual è il tuo valore aggiunto?
  • Non inserire una mini-bio in inglese se twitti in italiano (o francese, o tedesco e così via) – Potresti finire ingiustamente filtrato per mera incomprensione linguistica.
  • Motiva la tua presenza – Raccontami il perché del tuo essere su Twitter. Cerca di rendermi partecipe delle scelte che ti hanno portato a condividere il tuo mondo a colpi di 140 caratteri.
  • Determina (e presentami) il tuo valore aggiunto – Cerca anche di raccontarmi perché, tra tutti, dovrei seguire anche il tuo account. È l’esperienza? L’approccio? L’ironia? Raccontamelo!
  • Sii personale (ma non troppo) – Il vecchio classsico: niente discorsi aziendali precotti, ma neanche apparire un “amicone” a tutti i costi. Una via di mezzo, ferma e gentile.
  • Evita di schierarti a priori – A meno che l’account non abbia finalità politiche o di sostegno a uno schieramento (anche non politico) di qualche tipo.
  • Evita le banalità – Un metodo rapido per capire la situazione? Immagina di dover leggere la tua mini-bio a tutti i tuoi colleghi e amici ogni giorno in ufficio. Suona scontata? Suona banale e imbarazzante? È ora di cambiarla.
  • Impara la grammatica – “nIenT3 cOs3 C0s1′”, per favore.
  • Non dare assolutamente niente per scontato – No farmi leggere “Questo account è la controparte Twitter dell’omonimo gruppo su Facebook”. E quale sarebbe? Neanche un url piccolo piccolo?
  • Lascia i giudizio ai tuoi utenti – Prima di scrivere “pubblico costantemente contenuto di grande valore per il segmento del web marketing italiano” pensaci due volte. E poi non scriverlo lo stesso.

Punti chiave

Ma quali sono, in definitiva gli aspetti in grado di definire una buona mini-bio?

1. Keyword

Per quali parole chiave vuoi essere filtrato e trovato?

Stila una lista di dieci keyword inerenti la tua nicchia. Poi elimina tutti i sinonimi o quanto di non direttamente corrispondente ai tuoi tweet degli ultimi 30 giorni. Riduci ancora questa lista eliminando banalità e paroloni a là “social media guru & web site analysis technical developer” e taglia a metà il risultato.

A parte gli scherzi, in 160 caratteri realisticamente puoi mettere in campo da 2 a 4 parole chiave ben proposte. Fai semplicemente in modo che siano quelle giuste.

2. Valore aggiunto

Perché dovrei starti a sentire?
Per la posizione che occupi?
Per il tipo di contenuti che sei in grado di propormi?
Perché offri un approccio diverso dai tuoi concorrenti?
Perché lavori in proprio e hai un approccio più sciolto su molte questioni?

Le risposte a queste domande sono un’altra parte della tua mini-bio.

3. Motivazione

Cosa ti spinge a condividere la tua visione del mondo su Twitter?
Qual è la passione scatenante dietro al tuo account?

Non ti conosco, ma sarà la tua motivazione ciò che mi permetterà di capire con chi ho a che fare. Potrò seguirti oppure no, ma sarà un grande filtro iniziale in grado di far arrivare a te contatti veri e propri e non utenti spaesati con cui non avere nessuno scambio.

Nel dubbio

Pensa insomma alla tua mini-bio come ad un elevator pitch. Solo, molto più risretto e rivolto a persone che non spenderanno più di tre secondi per scansionare e farsi colpire (oppure no, ma fa parte del gioco) da ciò che hai scritto.

Rimani sul semplice. Immagina di parlare a un ragazzo molto giovane o a tuo nonno. 🙂

E se sei in dubbio…

  • Usa una citazione; funzionano sempre
  • Poni una domanda che vorresti la gente facesse a te
  • Inserisci un link a qualcosa di importante (un album su Flickr, il tuo Tumblr)
  • Inserisci un mantra
  • Riduci quanto hai già scritto di un buon 25%
  • Usa parecchi punti fermi. Le frasi compatte sono le migliori in questo caso

Hai già definito una mini-bio specifica per Twitter?
O sino ad ora ti sei limitato a coprire una delle soluzioni qui sopra?

In entrambi i casi, ti va di condividerla con me? 😉

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

55 commenti

    1. Ciao Giovanna, se ci fai caso nella tua bio risalta più di tutti l’aspetto “fotografa”. Il fatto che tu abbia indicato come URL associato il tuo profilo LinkedIn porterà poi una bella fetta di utenti a cercare un qualche tipo di connessione sul profilo (legato, appunto, al sogno nel cassetto).

      Non sottovalutare neanche il box “Riepilogo” su LinkedIn come proseguimento del discorso che hai lanciato nella bio. 😉

    1. Può andare, ma perché non espandere leggermente una delle keyword?

      Qualcosa del tipo:

      “Uomo, classe ’75, sposato, padre e blogger, fotografo e photo-coach, certificato Adobe ACE. Su Twitter per raccontare il suo essere inevitabilmente geek.”

      Rimani focalizzato sulle keyword, passi una grande quantità di concetti ma il tutto ora scorre meglio ed è più impostato “a discorso” piuttosto che a semplice lista puntata.

      1. Interessante osservazione, ci rifletto su un po’ per trovare le parole giuste e poi (come sempre) ascolterò il tuo consiglio. Grazie.

        Tra l’altro, su Facebook ho copiato più o meno la stessa frase/lista ma ho il sospetto non sia stata una buona idea. Avendo più spazio a disposizione converrebbe scrivere una bio più discorsiva? Che dici?
        http://www.facebook.com/alessandro.dinoia

      2. Facebook ci permette di inserire biografie ben più lunghe, insieme a un campo personalizzato per le citazioni preferite. Io ti consiglio di sfruttarlo, magari insieme alle esperienze lavorative se queste valorizzano ciò che metti in condivisione su quel network.

  1. Rispondo per punti:

    – evita i tecnicismi: non sempre. Se hai un’attività specifica credo occorra essere tecnici;

    – impara la grammatica: mai cosa più giusta fu scritta!!!

    – evita di schierarti a priori. Anche qui, come sopra, non sempre è una buona scelta. Se la tua attività mira e si basa sullo “scontro” allora devi schierarti.

    1. Ciao Kiko,
      buone precisazioni.

      Vediamo un po’…

      Sui tecnicismi, alla fine bisogna solo scegliere chi si vuole colpire. Solo gli appartenenti alla propria nicchia, tutti possibili entusiasti da “svezzare” e far interessare all’argomento, oppure il mondo intero? In uno dei tre casi presentare una sfilza di acronimi e paroloni roboanti potrebbe apparire scoraggiante.

      Sullo schierarsi, sì. Giusta eccezione sono tutti gli account politicizzati o di movimenti ben definiti. Non che sia un’attività facile quella di questi ultimi (difficilmente comunque si rifanno ai singoli utenti), ma sono tuttavia casi realistici.

    1. Anche io ho il tuo stesso dubbio.
      Scrivo in italiano e in inglese. A volte scrivo 2 tweet con lo stesso contenuto nelle 2 lingue, a volte solo in una delle 2.
      Mi dispiacerebbe lasciare l’inglese, perchè, ho conosciuto diverse persone negli USA tramite questo social network, ma dall’altra sono in Italia e comprendo che non tutti conoscono bene l’inglese.

      http://twitter.com/#!/AndreaAresca

      1. Stavo scrivendo un lungo commento in risposta, ma poi mi sono accorto che la sola buona domanda è: è possibile gestire un account multilingua con successo?

        O si rischia, a turno, di infastidire qualcuno?

    2. Perché non replicare nella tua bio inglese gli stessi concetti di quella in italiano?

      “I like to write for the web and share my experiences” forse racconta un po’ poco a chi effettivamente stia pensando di leggerti in inglese. 😉

  2. Grazie mille per questo spunto interessante. Io non avevo mai toccato la mia bio su Twitter [http:www.twitter.com/psicologiagay] : mi hai dato il LA per provare a giocarci un pò…in evoluzione 🙂

  3. Grazie per l’articolo, mi ha dato l’iniziativa per riscrivere la biografia, che peraltro prima era pessima.
    Questa è quella nuova:

    “Un’evoluta scimmia che commenta con la sua particolare visione il mondo umano. Riflessioni su politica e società, nate dall’idea di giovani liceali Valsusini.”

    http://twitter.com/paroladibonobo

  4. Ciao desidero ricevere un suggerimento per il Mini-bio che ho creato per l’azienda in cui lavoro…https://twitter.com/#!/Sadesignsnc….molto probabilmente pecca per quanto riguarda l’indicizzazione del profilo nel search engine di twitter…grazie ciao!

  5. Ho cercato di seguire i tuoi spunti anche se ancora sono in fase evolutiva (il dono della sintesi è uno dei doni più complessi).. questa è una prima stesura.. http://twitter.com/Riccadinho l’unico cruccio è come sopra di aver abbandonato la prima versione della Bio che era in inglese, mi piace avere amici esteri mi permette di migliorare la lingua.. e di conoscere gente… e poi L’italiano lo conoscono solo gli italiani, l’inglese ormai lo conosce tutto il mondo… tu che ne pensi ?

    1. Beh, se pubblichi solo in italiano una bio inglese, anche se ben vista e letta da un numero di follower più ampio difficilmente ti porterà dei concreti miglioramenti.

      Tu seguiresti un account spagnolo, che twitta solo in spagnolo, partendo dalla sua bio in italiano? 😛

      L’ideale sarebbe riuscire a separare in più account diverse lingue con le quali vogliamo interagire con i nostri follower, così da evitare di saturare (alla meno peggio) per il 50% dei tweet il wall dei nostri follower.

      1. hai ragione, non è male come idea.. avere più di un account (due) uno in Inglese e uno in Italiano.. grazie.

  6. Ciao Francesco, complimenti per il blog: esaustivo ed utilissimo. Mi chiamo Pasquale e mi sono appena iscritto a twitter (ovviamente dopo 24 ore zero followers), ho 24 anni sono laureato in lettere e cinema e studio per diventare regista. Altre mie passioni riguardano la musica, il basket, il calcio (scrivo per siti sportivi specializzati) e la narrativa (scrivo racconti, romanzi e sceneggiature).
    Avevo pensato di impostare la mia bio in questo modo:

    “Viaggiatore distratto, sportivo da penna e poltrona, micro-critico con la passione per la regia. Su Twitter perchè…come diceva Tenco, “Non avevo niente da fare””.

    P.S. micro-critico perchè ho intenzione di twittare (in 140 caratteri) le recensioni dei film che vedrò.

    Dimmi cosa ne pensi e, soprattutto, correggimi dove serve e dimmi cosa cambiare
    Grazie in anticipo
    Ciao

  7. Ah dimenticavo, la mia pagina è twitter.com/PRussolillo

    P.S. Ma come fare a farsi conoscere su twitter, come allargare il numero dei followers???

    Ciao

    1. ciao, è semplice, con la tecnica dei “follower affini” cioè vai dalle persone che segui che trovi più in sintonia con i tuoi pensieri, quelli che ti piacciono di più e guarda i suoi follower.. e inizia pian piano a seguirli, presumibilmente a loro piacerà anche ciò che scrivi tu e inizieranno a seguirti, nel frattempo avrai anche modo di valutare loro (e loro te) e fai una continua selezione di follow.. evita di avere un rapporto molto altro tra follow e follower (tipo che segui 300 persone e ti seguono in 10) tieni sempre tutto bilanciato e se vuoi trovarmi su Twitter sono qui https://twitter.com/Riccadinho ti sto seguendo

  8. La mia bio è:sono una ragazza che vive di fotografia.
    Perché non mostra la realtà,ma l’idea che se ne ha.
    Perché resta così,anche se le cose cambiano. Un sorriso,resta tale. ♥
    Che ne dite?

  9. Ciao.. Ho 15 anni… Band preferita Paramore, ma adoro tantissimo i 1D… Di solito esco con le amiche o guardo la tv, mi piace molto il mondo della spettacolo. Faccio nuoto e palestra… Vabbe?

  10. Ho letto con grande interesse. L’ho RT. Da poco uso Twitter e sto cercando di capire come usarlo al meglio. Il mio lavoro? Marketing communication in azienda…
    Hai vogli di dare un occhio alla mia mini-bio?
    Grazie e alla prossima lettura!
    Monica

      1. Ciao Francesco, mlgd862.
        L’ho aperto prima di comprendere come funziona twitter e perchè volevo “sperimentarlo” un pò prima di aprire un account aziendale. Poi ho iniziato ad avere molti follower e, quindi, sono rimasta così.
        Grazie per il tuo feedback.

  11. ciao Francesco, complimenti per l’articolo. sono ancora in fase di costruzione del mio profilo e non ho ancora aperto l’account.
    che ne dici di una bio così?

    EU project manager on SE and coops field.
    Books|sports|kitchen-garden|puzzle passionate. France addict.
    Between Veneto and Trentino, IT.

    grazie

  12. Nonostante questo post sia di qualche anno fa spero che qualcuno mi aiuti per una biografia accattivante. Tratto di sport a 360° ma non saprei come renderla piacevole ai lettori. Qualcuno di voi può aiutarmi? Vi ringrazio a priori per qualsiasi suggerimento.

    1. Qual è la peculiarità del tuo account su Twitter?
      Fino a quando parlerai di sport a 306° non sarai diverso, almeno nella forma, dai tantissimi là fuori che lo fanno.

      Cosa ti rende migliore?
      Capito questo, la bio viene semplice. 😀

  13. Utilissimo questo articolo. Io sono ancora indecisa se usare 1540 caratteri con la descrizione professional o usare l’empatia. Oggi ho scelto la seconda e ho messo una descrizione folle. …
    @birbamamme. Che ne pensi?

  14. Ciao Francesco,
    molto interessante il tuo articolo e abbastanza semplice anche per chi si prepara ad affrontare il mondo twitter.
    Anche io come altri ho il problema di twittare parte in Italiano e parte in Inglese, cosi’ ho azzardato due bio, una per lingua.
    Ovviamente vorrei il tuo parere anche se penso che manterro’ la versione inglese:

    Mystery, traditions, ethnicities, nature, culture. Asia is this and much more: a continent full of surprises and adventure. Discover it with travelasia.guide

    Mistero, tradizione, etnie, natura, cultura. L’Asia è questo e molto di più: un continente ricco di sorprese e avventura. Scoprilo insieme a travelasia.guide

    Grazie in anticipo per i suggerimenti.

    1. Ciao Guglielmo, dovendo colpire un pubblico più ampio (se pubblicherai maggiormente in inglese) io userei la prima.

      Una domanda: come mai un solo account bilingua?

  15. Giornalista sempre in cerca di storie. Su Twitter per condividere le più belle.

    Com’è ? 😀