Come preparare un’intervista che i tuoi utenti vorranno leggere

Mai più solo “Hey, raccontaci qualcosa di te!”

iStock.com/skodonnell

Durante questi anni un sacco di persone hanno deciso di intervistarmi per portare sui loro blog risposte a domande legate a blogging, comunicazione e promozione in rete.

Alcune di esse sono state genuinamente interessanti, altre un po’ più prevedibili.
Alcune sviluppate in maniera più classica, altre con mezzi e approcci del tutto inaspettati.

Così, nel tempo ho cominciato a pensare: Cosa rende veramente interessante un’intervista?

Cos’è che voglio leggere quando mi trovo a sfogliare una serie di domande rivolte alla personalità di turno? Cos’è che, soprattutto, non voglio assolutamente leggere e mi spinge a chiudere la pagina, ignorando in un sol colpo quanto di buono sia stato proposto?

Ecco, dal mio punto di vista, cosa. 🙂

1. Inizia dalle buone domande

Un sacco di interviste cominciano con qualcosa di banale del tipo: “Raccontaci qualcosa di te, chi sei, cosa fai e come sei diventato [inserire termine a scelta]”.

Questa è semplicemente la domanda più banale e scontata che la storia delle interviste ricordi.

Niente di male. Basta saperlo.
E basta evitare di porla.

In primo luogo perché in nessun caso sarai mai la prima persona a porre questa domanda al tuo intervistato (quindi aspettati risposte precotte), secondo perché in linea teorica una buona intervista dovrebbe partire …un passo più avanti.

Introduci invece tu stesso l’intervistato. Descrivi in apertura chi hai di fronte, di cosa si occupa al momento e perché l’hai ritenuto un soggetto così interessante da proporlo ai tuoi lettori. Esauriti i discorsi di rito snocciola ai tuoi lettori qualche contenuto più intrigante.

2. Fai i tuoi compiti. Adesso!

Ipotizziamo che una buona intervista debba contenere tra cinque e dieci domande al massimo?

Non sprecarne un paio in apertura solo per introdurre il soggetto. Le interviste sono qualcosa di molto …delicato. Chi legge ha già probabilmente notato un qualche aspetto di rilievo nella figura coinvolte (se non già la conosce per altri motivi) e sarà quindi alla ricerca del “fattore novità” tra le domande che presenti.

Fai le tue ricerche e scopri se il tuo soggetto sia già stato intervistato in precedenza. Annotati le risposte e gli argomenti ai quali più spesso è stato sottoposto. Evita di arrivare con un sorriso smagliante e il solito set di domande “valide un po’ per tutti”. Costruisci un’intervista tagliata davvero su misura per il tuo ospite e i tuoi utenti ringrazieranno.

3. Struttura uno scambio reale

Allo stesso modo, non pensare alla tua intervista come a un prodotto da costruire necessariamente in una singola sessione (anche se spesso accade così).

Contenuti che nascono da uno scambio in chat o in conference call sono naturalmente modellate sulla piega che la discussione prende una domanda dopo l’altra. Più difficile è farlo nel momento in cui proponi un set di domande via email o le stabilisci in un qualche modo a priori perché vengano consegnate a chi di dovere.

Preparati a ritoccare spesso la singola domanda perché si leghi meglio alla risposta precedente, o a proporre (durante o a posteriori) nuovi punti di discussione esattamente come avverrebbe in uno scambio tra persone l’una di fronte all’altra. Se hai la possibilità di farlo, non sottovalutare questa opzione.

Naturalmente è tanto più semplice avere questo tipo di scambio -costruttivo da entrambe le parti- quanto gli intervistati sanno (o possono) aprirsi all’intervistatore. Se stai puntando alla classica personalità di spicco (notoriamente a corto di tempo), forse vorrai limitarti solamente a un (buon) set di domande “spot” e ritenerti più che soddisfatto se otterrai una veloce risposta.

4. Setta i paletti

  • Quanti paragrafi proponi per ogni risposta?
  • In che modo, quando e su quale portale sarà pubblicata l’intervista?
  • Quanti link personali può presentare l’intervistato?
  • Userai alcuni di questi link per promuovere un suo prodotto?

Sono solo alcuni degli elementi che dovresti mettere subito in chiaro.

A nessuno fa piacere rispondere a domande che sembrano provenire dal nulla e sulle cui risposte non si sente il controllo. Inoltre, non sottovalutare la possibilità che l’intervistato stesso sia orgoglioso promuovere il tuo blog subito dopo la pubblicazione dei contenuti. Un link di promemoria verso l’intervista pubblicata è un gesto tanto gentile quanto efficace.

5. Scegli il giusto mezzo

Ogni tipo di intervista trova in un particolare mezzo la sua forma di espressione migliore.

Stai puntando a un vip/esperto/blogger d’oltreoceano? Le probabilità di ottenere risposta sono infinitesimali? Punta allora su una singola email di “presentazione con proposta” con 3-4 domande altamente focalizzate su un singolo argomento. Spara una singola cartuccia in pochi, concisi paragrafi e incrocia le dita.

Stai puntando a una figura più accessibile in ambito italiano? Qualcuno che magari si trova a suo agio con video e podcast? Proponi una video-intervista di una decina di minuti a ruota libera concordando a priori solo una traccia di quanto vorrai trattare. E magari pubblica il risultato in forma “grezza”, spontanea.

Google Wave, subito dopo il lancio e prima del declino, è stato un ottimo strumento per sviluppare contenuti in brevissimo tempo, correggendo domande e risposte in forma collaborativa senza tutti gli impacci di uno scambio e-mail. L’ho usato più di una volta e il feeling (da entrambe le parti) è stato molto piacevole.

6. Sii veloce

Non sprecare caratteri. Non costruire domande di tre paragrafi cercando di apparire completo al 100% o di portare la conversazione su un preciso tipo di risposta (che magari, sotto sotto, speri di ottenere).

Punta su domande asciutte, essenziali e facili da scansionare per chi ti legge.

7. Sii preciso

“Su cosa stai lavorando, in questo momento?” è una domanda che lascia così tante possibilità aperte che probabilmente non ne vedrà concretizzata neanche una.

“Se avessi un super potere, come lo useresti sul tuo lavoro?” è invece qualcosa di inaspettato, leggermente più focalizzato, meno abusato e che probabilmente troverà una risposta più sincera della precedente.

Non avere paura di andare troppo in profondità con una domanda o di sollevare questioni di cui l’intervistato non voglia parlare. Se così fosse, semplicemente te lo dirà. Molto meglio comunque di ottenere uno sbuffo di noia mentre chi risponde si prepara il solito discorso trito e ritrito che nessuno vorrà mai leggere.

8. Mira a un obiettivo

Inizia a pianificare un’intervista con un preciso obiettivo in mente, o non pianificarla affatto.

Vuoi sollevare un particolare spunto di discussione? Analizzare un evento particolare? Vuoi svelare alcuni retroscena per “umanizzare” la figura verso i tuoi lettori? O forse vuoi semplicemente che dalla serie di risposte emergano consigli pratici che gli utenti possano fare propri?

Ci sono molti tipi di intervista; ciascuno di essi conduce a un preciso risultato.
Costruisci un percorso che dalla prima all’ultima domanda lavori in questo senso.

9. Definisci il tuo punto di vista

Non è affatto scontato che l’intervistatore debba essere super partes.
Anzi, credo che sia molto più divertente quando non lo è affatto. 🙂

Scegli comunque il tuo punto di vista prima ancora di partire con le domande. Fai i tuoi compiti (ricordi?) e valuta attentamente quale approccio sia più proficuo per entrambi.

Puoi “presentare” l’intervistato come semplice fonte di esperienza a cui attingere, o qualcuno con cui ti senti legato da particolari esperienze condivisibili. L’empatia è una fortissima sensazione che può trasparire dalle tue domande.

10. Vestiti elegante #1

Non limitarti a farcire i tuoi contenuti con un qualche avatar sgranato o a un ritaglio del sito web di riferimento (se stiamo parlando di un blogger).

Molte persone saranno più che disponibili a girarti un micro “press pack” con il quale condire le risposte di immagini, loghi e fotografie. Non essere timido e chiedi ciò di cui hai bisogno a livello grafico per migliorare l’impatto della tuo articolo.

11. Vestiti elegante #2

Quando cominci a vederne la fine, tratta le tue interviste come veri e propri “guest post guidati”.

La cosa peggiore che puoi fare per l’intervistato in questione è non curarti del risultato finale. Molte buone interviste finiscono formattate alla meno peggio, copia-incollate da uno scambio di e-mail o da un .doc con chissà quale abbondante formattazione aggiuntiva.

Tutto ciò è semplicemente penalizzate. Penalizzante per te, perché con molta probabilità renderai le cose più ostiche ai tuoi lettori. Penalizzante per l’intervistato, che avrà l’impressione di essersi affidato a mani inesperte.

Credi sia tutto?

Quale aspetto ritieni più importante per sviluppare una buona intervista?
Hai mai avuto modo di proporne una, o di rispondere a una richiesta di questo tipo?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

7 commenti

  1. Condivido tutto.
    Io ho realizzato veramente molte interviste e sempre sullo stesso argomento.
    In questi casi si rischia di essere monotoni, quindi spesso intervallo domande tecniche a domande personali o chiedo pareri su fatti o eventi recenti.
    Impaginazione e foto sono fondamentali.

  2. ottimo articolo, molto utile e dettagliato come sempre. Trovo che le interviste siano fondamentali per far capire cosa c’è veramente dietro la rete, far trasparire la passione degli addetti ai lavori in modo più informale rispetto ad un post!

  3. Ottimo ottimo veramente! Tra l’altro questo articolo ve benissimo anche per interviste di altro tipo! 😉

    Grazie Francesco!

    krikko

    Ps.sto ancora preparando quel famoso guest post 😀

  4. Si ottimi consigli, anch’io ho realizzato alcune interviste, ma devo dire che tutte queste opzioni non me lo sono neanche poste, il punto 9 sopratutto è molto interessante 🙂