Come (non) cedere al lato oscuro

flickr.com/photos/starwarsblog/793008715

Un post in due parti circa le trappole sul cammino del grande blogger. Traffico e notorietà vi insidieranno presto portandovi fuori strada: vediamo come e vediamo perché.

Non che qui ci si ritenga grandi blogger, altroché. Quanto scritto è semplicemente frutto del mettere il naso su pagine altrui valutandone l’evoluzione nel tempo.

Dunque siete diventati dei grandi blogger.
I vostri sforzi sono stati ripagati. Il lavoro intorno ai vostri contenuti, la ricerca dei temi adatti e del giusto tono, gli sforzi nel creare una community fidata e interessante si sono finalmente concretizzati in palate di visitatori e un feed counter a quattro cifre.

Hooray! E’ il momento di riposarsi; di affittarsi un metaforico lettino in una spiaggia assolata e lasciare che il resto di quanto avete creato continui a macinare popolarità, visitatori e (sogno proibito) soldi.

No, sul serio, non crederete mica che il divertimento sia finito?
Proprio ora che verrete messi alla prova? 😀

E’ umano, dopotutto. Quando i grandi risultati si vedono, si comincia ad abbassare la guardia. Si inizia a dare per scontato un certo livello di traffico, si fantastica davanti al pannello di AdSense, si sorride entusiasti all’ennesima sfilza di commenti positivi. Il baratro è dietro l’angolo.

Autocelebrazione, chiusura, selezione del proprio network sembrano a questo punto dei modi facili per raggiungere un ulteriore popolarità grazie a quella già acquisita, ma a lungo andare scoprirete che lavorano tutte, indistintamente, contro di voi.

Vi sentite già la voce roca? Cominciate a muovervi tra casa e ufficio in improbabili costumi neri lampeggianti seguiti da buffi omini vestiti di plasticaccia bianca? Non disperate, questo post è l’ultima delle armi che avete per evitare di cedere al lato oscuro del blogging.

  • Non cominciare a parlare di te
    Se è vero che un blog dovrebbe prima di tutto essere utile agli altri e contemporaneamente fornire dei contenuti che risolvano problemi, è anche vero che da un certo punto in avanti potreste essere tentati di cominciare a parlare prevalentemente di voi stessi. Di come siate arrivati a questo punto, di come i vostri guadagni crescano e delle difficoltà lungo la strada. Per quanto portare le vostre esperienze al servizio dei vostri lettori e usare dei dati concreti per supportare i vostri post sia una cosa buona (come abbiamo già detto), cadere nella semplice auto celebrazione ad ogni post potrebbe intaccare la vostra base di lettori più affezionati.
  • Mantieni sempre un alto livello di scrittura
    Ora che avete un’audience consistente alla quale rivolgervi, non rilassatevi cominciando a sfornare articoli di bassa qualità giusto per fare numero. L’avere molti più visitatori non deve necessariamente mutare la vostra frequenza di posting, nè tanto meno abbassarne il livello per cercare di compiacere tutti. Miglioratevi, anzi, esattamente come avete fatto giorno per giorno sino ad oggi.
  • Prosegui la strada che hai iniziato
    Con l’aumentare delle visite e dei commenti sulle vostre pagine, sarete tentati di virare i temi e i toni per andare contro alle esigenze della massa. Chiedetevi molto bene perché, valutatelo attentamente e alla fine non fatelo. Siete stati seguiti sino ad oggi proprio per il vostro tono, il vostro stile e per i vostri contenuti: che senso avrebbe ricominciare da capo?.
  • Continua a scrivere “a lot of memorable comments
    Quella dei memorable commments è una affermazione che mi torna spesso in mente. L’ho letta non so dove molto tempo fa e diceva una grande verità: se vuoi ottenere traffico ed essere riconosciuto devi lasciare in giro un sacco di grandi, memorabili, commenti. Non che dobbiate bandire i semplici apprezzamenti concisi e diretti, ma se cominciate a sentire di dover commentare per necessità (o peggio ancora non vi sentite più motivati a farlo), è ora di fermarsi e riflettere.

Il blogging è interazione. Il blogging è l’avere qualcosa di utile da dire in modo che altri possano contribuire ad aumentarne il valore, insieme. Se raggiunto un certo grado di popolarità cominciate a guadare queste poche righe in maniera diversa e ad aggiungerci dei “ma…” allora il lato oscuro è alle porte.

Rimediate! 😀
E aspettando la seconda parte -in arrivo lunedì- che la Forza sia con voi.

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

14 commenti

  1. Non credo di avere milioni di lettori, ma quelli che ho mi seguono perchè interessati (credo) a quello che scrivo e a come lo butto giù. E’ un po’ il discorso dello stile che facevi qualche post fa. Se qualcuno ti legge lo fa anche perchè si diverte nel modo in cui proponi le cose. Inevitabilmente credo che virare verso contenuti di massa, se così possiamo chiamarli, finisce anche per allontanarci dal nostro stile secondo me. Se una cosa scritta non è sentita succede inevitabilmente. Dalla mia esperienza mi rendo conto che tali post finiscono per risultare banali e noiosi e non aggiungono nulla, indi per cui anche il lettore più affecionados si allontana. Dopo tutto non paga per leggerci e non ci deve nulla. Per quanto riguarda i commenti cerco di seguire la regola del: piuttosto leggo e basta, ma non aggiungo commenti inutili. Meglio 3 commenti in tutta la giornata ma inerenti, che 50 commenti dove dici solo che bello il post, concordo e cose varie. se concordi puoi non scriverlo, oppure farlo ma aggiungendo magari un tuo ulteriore punto di vista, che non fa mai male alla conversazione. Per quanto riguarda le statistiche sono il male supremo, come le classifiche, sopratutto agli inizi e sopratutto se sali. Bisogna esser molto distaccati. E’ dura lo so, ma è l’unica. Se no davvero finiamo con gli omaccini implasticati di bianco. Un saluto e buon weekend

  2. Proprio su twitter avevo lasciato un mini-posto relativo al “lato oscuro della forza” nella blogosfera, riferendomi esattamente a questo.
    Purtroppo molti bloggers tendono a “vendersi” dopo aver raggiunto un certo livello, e a buttarsi nel commerciale più spudorato, perdendo il fascino che li ha resi così grandi…

  3. @Paz83: Le classifiche -e in parte le statistiche- in effetti sono un argomento controverso. Dici bene che il punto chiave è guardare il tutto in maniera “distaccata”, ma consapevole tuttavia di cosa possa rappresentare per noi e per il modo in cui ci poniamo.

    @Matteo_M: parli di monetizzazione a tutto spiano o di tecniche più “borderline” ?

    #Daniel Londero: un bell’articolo! 😀 mi piace il modo in cui hai descritto gli stati evolutivi mano a mano che la popolarità cresce. Chissà se esiste una 6° fase in cui il blog viene a poco a poco abbandonato per un nuova esperienza?

  4. Ancora una volta grazie Francesco, mi hai fatto conoscere un nuovo blogger di mio interesse: Daniel!!! Grazie anche del tuo intervento sul mio blog… molto gentile da parte tua soprattutto aver dedicato del tempo alla mia tesi!!
    Non credo che arriverò mai alla fase successiva alla terza che descrive Daniel nel suo blog!! A me basta che il blog sia un passatempo e si agganci ai miei interessi, alla mia vita professionale ma senza diventare l’unico interesse per eccellenza..
    E’ vero però che la fama e le visite possono far perdere la propria strada e il senno, mi è capitato di vederlo in altri blog molto più famosi del mio, ma li ho abbandonati subito perchè preferisco un blog meno famosa ma con i piedi per terra…

  5. Non credo che un blog debba essere attraente. Penso invece che un blog debba dare un qualcosa a qualcuno. Quindi ritengo il blog come la raccolta di pensieri, di impressioni, di sensazioni provate da un singolo e condivise con i più, quasi come un diaryboard della vita.

  6. E..come non partecipare a questo dialogo che, oltre che costruttivo, è sicuramente di interesse per la mia sfera di applicazione!
    Parlare o meno di se stessi?
    Proprio oggi, ho pubblicato un post nel quale ho fatto riferimento a mie precedenti esperiende, tra l’altro negative, ma che, come tutte hanno finito con l’insegnarmi qualcosa.
    Si! Hai ragione quando affermi che parlare di se stessi, dei successi raggiunti, può allontanare i lettori, ma cosa ne pensi del parlare delle proprie sconfitte, che, a mio parere, sono quelli che piùti fanno apprendere, mglio che d ogni altra cosa?

    Alla prossima Francesco!

  7. PS: aff…avrei voluto avere la possibilità di correggere gli errori commessi nel comment appena lasciato…
    Una soluzione per questo, non credi sarebbe importante?

    Nel mio blog ho già risolto questo problema e tu quando lo farai?
    😉

  8. @Valerio: Detto fatto! 😀
    Da oggi grazie a Wp Ajax Edit Comment sarà possibile per chiunque modificare i propri commenti entro 5 minuti dal loro inserimento (credo che il timer di default sia un tempo ragionevole).

    Ho anche avuto un attimo per testare il plugin sulla release 2.7 di WordPress, dato che mi preoccupava la compatibilità con il nuovo approccio ai commenti e, beh, funziona 🙂

    C’è da dire che molte delle funzionalità Ajax che il plugin proponeva nel pannello di amministrazione sono state adottate nativamente dall’interfaccia e risultano (per ora) replicate. Nulla che un buon setup del plugin non possa risolvere, comunque 😀

    Tornando IT: Credo che l’analizzare i motivi dell’insuccesso di un iniziativa (di qualunque tipo) possa, come dire, rendere reale l’esperienza. Se è vero che è facilissimo postare quando tutto sta andando a gonfie vele, fermarsi a considerare il perché non lo sta facendo può essere paradossalmente molto più importante (e aprire discussioni più interessanti).

  9. ops, ho sbagliato…sono passato troppo presto..ritorno quando sarò famoso 😉

    …apparte le battute, da quando frequento la blogsfera ho notato che tanti difettucci che caratterizzano gli italiani, sono spesso trasferiti nel web 😉 basta qualche feed in più e un paio di pr…che già ti autonomini blogstar 😉