Chi sentirà la tua mancanza? (di permessi, credibilità e newsletter)

Mi manchi

Scrivere newsletter efficace
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È stato Seth Godin uno dei primi a definire il concetto di permission marketing. Sai, quel modo di fare marketing basato sul permesso -preventivo- da parte dell’utente nel venire coinvolto in attività legate a un brand.

Tutte le volte che ricevi un messaggio di spam, una mail non richiesta da parte di un contatto che effettivamente conosci, nella tua casella di posta o su un social network stai sperimentando …l’esatto opposto. 🙂

Perché il disporre di un indirizzo mail o di una connessione con un’altra persona non prevede implicitamente il poterlo trascinare in ogni attività promozionale ti venga in mente.

Uno dei principi del permission marketing, quando lo si adatta alle newsletter è semplice e potente: una newsletter è efficace quando, venendo meno la sua presenza, gli utenti ne percepiscono la mancanza.

Quando il permesso è così implicito e naturale che, semplicemente, non serva quasi neppure giustificarlo.

Ti è mai capitato?
Di sentire la mancanza di una newsletter?

A me sì. Ma come accidenti si fa a costruire una newsletter di cui, nel caso, si senta la mancanza?

1. Scegli un ritmo

Il bello di una newsletter che ti segue e che ti accompagna in un percorso è che …effettivamente arriva quando deve arrivare. Sempre.

Se fornisci un servizio, un canale informativo o promozionale e lo fai in maniera pertinente, sfruttando una buona profilazione, trova un ritmo e mantienilo. Raffinalo, di tanto in tanto per seguire i tuoi utenti ma, semplicemente, non andare a caso.

2. Scegli un layout (e attieniti a esso)

Ho già scritto in passato di come a molte newsletter non serva davvero nulla più di un layout a singola colonna. Hey, spesso neppure quello.

Quale che sia l’approccio grafico, definiscine uno e attieniti ad esso. Testa, di tanto in tanto, ma non stravolgere la forma grafica solo per il gusto di farlo. Non serve, e poi non si capisce più un tubo.

3. Sii diverso

Alla fine non è importante quante immagini usi o quanto è lungo il tuo testo. Ricordo precisamente un paio di newsletter che ricevo ogni settimana per il semplice fatto che, nella loro essenzialità, sono estremamente diverse da tutte le altre che sfoglio velocemente ogni giorno.

Perché sono diverse. Diverse per tono, layout, per qualità o mera quantità dei link. Sono estremamente diverse e per questo semplicemente memorabili rispetto alla massa.

4. Sii complementare

Rendi la tua newsletter complementare alla tua restante attività di comunicazione. Semplice? Non tanto come sembra. Se disponi di una pagina fan o di un blog, fai in modo che i messaggi erogati alla tua lista tengano conto di questo microcosmo in cui orbitano.

Rendimi partecipe -a me che seguo in particolar modo il tuo brand avendoti aperto le porte della mia casella di posta- di tutto ciò che mi sto potenzialmente perdendo. Non renderla giusto un intermediario verso contenuti presenti altrove.

5. Sii rilevante

Non aver paura di abbondare, fino a quando viene preservata la rilevanza del messaggio.

Mi hai già spedito due messaggi questa settimana, informandomi degli ultimi contenuti sul sito e della tua presenza in fiera? Se davvero è importante per te, parlami una terza volta, magari per informarmi di uno sconto dell’ultimo minuto sul biglietto d’ingresso. Se è rilevante, fallo: ne sarò felice.

Pilastri

Il succo è che spesso si considerano le newsletter come le “vitamine” di una campagna di comunicazione. Qualcosa che arriva semplicemente dopo la strategia, meccanismo pronto a riversare messaggi quanto più forzosamente possibile in quante più inbox disponibili.

Si gioca spesso intorno al numero di iscritti, come se avere diecimila utenti in lista, arrivati chissà come e mai gestiti, fosse di per sé motivo di conforto.

La realtà è che un’attività DEM mirata può e deve diventare un pilastro su cui poggiare la tua attività di comunicazione in rete. Una startup, una pmi, un brand che eroga servizi in rete. Persino un piccolo, piccolissimo blog può beneficiare enormemente dal considerare le newsletter non solo un gradito extra, da spremere al massimo, ma un canale da coccolare e da far crescere negli anni.

Di quante newsletter sentiresti la mancanza?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

1 commento

  1. Ciao Francesco.

    Trovo che il punto più importante tra quelli che hai elencato è quello del ritmo.

    Personalmente sono tra quelli che NON mandano la newsletter ad ogni nuovo post sul blog: i miei lettori nella newsletter ci vanno già sul blog ogni tanto…

    Il mio ritmo è, semplicemente, mandare una newsletter quando ho qualcosa di importante e decisivo da raccontare.

    In questo modo i miei lettori sanno che li tratto meglio degli altri utenti che passano per caso sul mio sito.

    Saluti