Il tuo blog prende a pugni potenziali clienti?

Del guardare le cose con occhio distaccato

Il tuo blog prende a pugni potenziali clienti?
iStock.com/mrPliskin

Il fatto è questo: scrivendo di blog da ormai qualche tempo, ricevo periodicamente nella inbox messaggi da parte di lettori che mi chiedono di dare un veloce sguardo ai loro progetti.

Il più delle volte, si tratta di persone con una buona idea dalla loro parte. Persone che si presentano in maniera impeccabile e che più di una volta ti coinvolgono (davvero!) positivamente persino in quelle poche righe di introduzione iniziale.

Lo chiamano carisma, dicono.

Poi, fai quel fatidico click sul link che ti propongono.
Non fosse altro per toglierti lo sfizio dello scoprire come hanno concretizzato ciò che ti raccontano.

Hai presente il classico guantone a molla?

I blog sono un pessimo strumento per vendere.
I blog sono un ottimo strumento per vendersi.

Eppure ancora troppo spesso, nel cercare di sfruttare un blog per valorizzare la propria immagine si compiono gli stessi grossolani errori: si spara troppo in alto, e il progetto diventa ingestibile; si spara troppo in basso, e la resa non è conforme alle aspettative. Oppure si spara un po’ a caso sperando di centrare uno degli obiettivi laggiù nel mucchio.

Quanti di questi aspetti stanno allontanando i tuoi potenziali clienti?
Ecco cosa, personalmente, mi continua a colpire quanto un guantone da boxe.

Hai i commenti sotto a ogni singola pagina

Questa è una cosa che non ho mai capito come possa essersi trascinata sino ai giorni nostri. Nel senso: WordPress, che volenti o nolenti si è guadagnato lo status di miglior CMS in circolazione per chi voglia pubblicare autonomamente dei contenuti, di suo disabilita la possibilità di avere i commenti sotto a ogni singola pagina statica del tuo blog.

Sotto gli articoli, i commenti sono una gran cosa. Sotto alle pagine, ci stanno come i cavoli a merenda. O, se fanno comunque la loro figura, per via di quel trascurabile aspetto delle pagine ad essere, hem, statiche, ti trovi poi ad avere commenti di svariati anni prima sotto alle sezioni “Contattami”, “Chi Sono”, “Partnership” e via discorrendo. Perché?

Le tue pagine singole dicono tutto (e niente)

Sono davvero poche le cose che ho bisogno di sapere dal tuo blog, prima o dopo che mi sia deciso a leggere uno dei tuoi ultimi articoli. In ordine rigorosamente sparso:

  • Chi sei;
  • Quale scopo ha questo posto;
  • Come mi puoi essere utile;
  • Come ti posso contattare.

Perché quindi ostinarsi a creare un unico calderone sotto la pagina “About”, cercando di infilare a forza più di un concetto che altrimenti si sarebbe potuto meritare una pagina a sè?

Avere più pagine che rispondono a una precisa necessità non è una debolezza, né un banale vezzo degli appassionati di scrittura creativa. È semplicemente un modo estremamente pratico per potersi rifare poi, a quei contenuti, in maniera ordinata.

La tua sidebar è un albero di Natale

C’erano una volta gli antipixel. Sai, i piccoli banner che invadevano ogni spazio libero di siti e portali. E ci sono ancora, reincarnati sotto forma di pulsanti sociali, banner di questo o quel circuito di affiliazione, widget dell’ultimo social network scoperto e chi più ne ha più ne metta.

Di nuovo, lo scopo di una sidebar dovrebbe essere semplicemente quello di supportare i tuoi contenuti, proponendo quella manciata di informazioni aggiuntive che conviene a tutti siano presenti in ogni pagina. Un link all’archivio, una serie di link ai tuoi contenuti più importanti. Un blocco di elementi relativi al rimanere in contatto con te.

E invece no, sempre più spesso la sidebar è un po’ il tappeto virtuale di un blog. Ci accumuliamo sotto (dentro) qualsiasi cosa ci sembri utile al momento, arrivando ad eccessi come una barra laterale tre volte più lunga del post medio del blog in cui questa vive.

Non c’è sufficiente aria

Il segreto di Pulcinella di un buon layout è lo spazio.

Lo spazio bianco.
Lo spazio di decompressione visiva.

Ok, è quello spazio in cui l’occhio ha modo di rilassarsi, perché… non c’è niente da vedere.

Non c’è davvero motivo per ammassare informazioni su informazioni in uno spazio sempre più compresso nella speranza che queste, nel mucchio, risultino più cliccate. Prova semplicemente a dare più aria al tuo layout, osando spaziature generose e separando blocchi concettuali di informazione.

Per un utente, non è poi così complicato scrollare la pagina. Gli è invece facilissimo scappare a gambe levate da un blog in cui non riesce a concentrarsi su nulla perché troppo opprimente come spazi.

È “solo un altro blog”

Qui serve necessariamente fare una premessa.

Ognuno è libero di aprire un blog quando e come ne senta il bisogno, ed è liberissimo di riversarci dentro tutti i contenuti che ritenga meritevoli di essere letti. Non ci sarebbe neppure da scriverlo: è una scelta perfettamente ragionevole.

E se hai fatto una scelta del genere, probabilmente non starai leggendo queste righe.
Va benissimo così.

Tuttavia, se il tuo scopo (o quello che dici essere il tuo scopo) è quello di diventare rilevante per una nicchia o trovare visibilità in rete, un approccio del genere non basta. E non credo sia mai bastato.

Forse nel primo boom dei blog si poteva realmente pensare di aprirsi uno spazio che parlasse “di un po’ di tutto” e crearsi una rete di contatti più o meno rilevanti che si interessassero poi nel tempo ai tuoi retroscena e alla tua attività.

Fare oggi una scelta del genere significa invece una sola cosa: attirare verso se solo quei contatti che già ci conoscono nella vita quotidiana. E solo una parte di essi, presentando solo un ennesimo blog che cerca di parlare di un po’ di tutto alla meno peggio. Per carità, magari il tuo stile è davvero unico e quando pubblichi un articolo sei un maestro di stile e carisma ma, di nuovo, in questo caso non starai leggendo queste righe.

Il fatto è che le persone non si muovono in rete per cercare qualcuno che gli parli “di un po’ di tutto” o di qualcosa di estremamente personale come l’ennesimo sfogo o riflessione sul tema di attualità. Le persone si muovono in rete per risolvere un preciso problema o per approfondire una precisa area di competenza. Prima diventi un crocevia per parlare, discutere e approfondire queste competenze, prima troverai la visibilità che cerchi.

Ouch!

Quali sono gli aspetti che ti colpiscono, malamente, al volo quando ti trovi a giudicare un nuovo blog?
Si tratta di grafica, di grammatica, di layout o di cos’altro?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

8 commenti

  1. Quello che veramente non sopporto trovare nei blog sono gli errori di grammatica. Passino gli errori di battitura, quelli purtroppo li facciamo tutti, ma sbagliare le “h” assolutamente non è concesso!
    Condivido anche la necessità dello spazio bianco, perfetto sia per riposare gli occhi che per facilitare la lettura. Di contro non sopporto le pagine fitte, magari con non so quante parole per riga, che sono così difficli da leggere.
    Non posso far altro che farti l’ennesimo complimento per il tuo blog, sempre ricco di contenuti interessanti.
    Francesca.

  2. Ciao Francesco,
    condivido con tutto quello che hai scritto tranne per il paragrafo in cui esprimi il tuo parere negativo per i commenti nelle pagine.
    Penso che i commenti nella pagina ”Chi Sono” o ”Chi Siamo” siano veramente utili per ottenere feedback sul tuo lavoro.
    E’ capitato qualche volta che i lettori lasciassero dei commenti sulla pagina ”Chi siamo” del mio blog per dire la loro su di me!

    Poi, ovviamente, sono punti di vista 🙂

    Complimenti comunque!

  3. Sono d’accordo sulla pesantezza delle sidebar albero di Natale, alcune sono da attacco epilettico.
    Però sulla pagina about no.. Ci sono certi blog che somigliano più ad una pagina aziendale che a un blog, questo secondo me formalizza molto lo spazio e allontana il blogger dai suoi lettori.

  4. A me personalmente certe pagine fitte piacciono.

    Chiaro, sono di parte, però la scelta di avere un design fitto per chi ha un blog come il nostro che assomiglia un po’ più ai magazine credo sia consona.
    Per esempio blog che parlano di videogiochi o di tecnologia.

    Sicuramente FrancescoGavello è uno dei blog + belli che io conosca tra quelli fatti -appunto- a blog. Senza fare altri nomi o mettere troppi link credo che comunque anche altri siti, normalmente + magazine like, siano altrettanto belli. E con decine e decine di articoli da raggruppare e mostrare un design + fitto, se ben fatto, credo possa essere coinvolgente e interessante.

    Quanto dico vale per la Home. Sulla pagina del contenuto del singolo post sono assolutamente d’accordo con Francesco: spazi ampi, caratteri ben leggibili, niente slalom tra gli ADS e una widget bar UTILE 🙂

    Sarebbe bello fare una classifica dei blog + belli!

  5. Tutti i consigli che hai dato sono verissimi.
    Concordo al 100% con la scelta di una nicchia ben precisa, perchè altrimenti non si va molto avanti e sopratutto, bisogna aiutare il lettore o potenziale cliente a capire in pochi secondi di cosa tratta il blog e se si risolve proprio un’esigenza o problema specifico che si stava cercando.

    Da mie esperienze precedenti con diversi altri blog, posso assicurare che partire da una propria idea, anche se buona non sia sufficiente per creare un progetto di successo o che porti a risultati reali e concreti.

    Anche se questi blog partiti da una propria idea sono creati in modo professionale, gestiti bene offrendo informazioni di qualità, questo non basta.

    Prima bisogna risolvere un problema specifico e rivolgersi ad una tribù anche piccola, e solo poi penso sia utile partire con un sito, non necessariamente un blog.

    Non a caso dopo aver aperto numerosi blog e aver aiutato miei clienti nel creare progetti per acquisire nuovi clienti, al momento non mi sentirei di aprire di nuovo un blog, prima di aver fatto un’accurata ricerca della giusta nicchia a cui rivolgersi.

    Francesco, ci vediamo al Seo Training del 27 aprile ;).

  6. Tutto vero. E anche molto istruttivo.
    Concordo sullo spazio, sui commenti nelle pagine stastiche e in generale su quasi tutto.
    Non sono troppo convinto che nella pagina about non debba esserci spazio per i contatti ma è solo un mio vezzo probabilmente sbagliato.

  7. Sai molto dipende anche dall’argomento trattato. Hai giustamente detto che i naviganti cercano di risolvere un’esigenza. Ed in vicissitudine di ciò sr trovi un’informazione valida:
    Layout, spaziatura, commenti nelle pagine statiche; sono solo una goccia nel mare.
    I contenuti x me la fanno ancora da padrone, per un buon contenuto si chiudono anche tre occhi.
    Chiaro poi importante anche la forma e la presentazione del contenuto che hai da dare.
    Molto banalmente il mio blog fa schifo ma ho 2 pagine che mi portano 2000 utenti al giorno, chi arriva a quelle pagine ha media visita di 7,3 pagine viste.
    Questo per dire che spesso mi trovo anche io a seguire blog fatti male ma bacini di idee, fonti e concetti unici, ben scritti.
    A quel punto tutto il resto nn conta
    SeMoz stesso è migliorato ma era una schifezza sino a qualche anno fa, eppure credo che un po’ di follower ne abbia 😉

  8. Mi rincuora leggere che da novizio blogger ho fatto giusto in quasi tutti i punti.
    E’ stato molto interessante analizzare il mio blog leggendo i punti sopra descritti, mi ha permesso di definire meglio alcuni aspetti che avevo tralasciato.
    Questo posto è proprio un gran bel posto per noi giovani aspiranti blogger, ci tornerò spesso, ne sono sicuro.

    Ciao
    Alberto
    Quadriproject