9 errori che (probabilmente) hai fatto su Twitter nell’anno passato

Bruno Maia, IconTexto

All’incirca un mese fa è stata pubblicata da HubSpot e subito ripresa da TechCrunch una buona analisi dell’attuale stato della Twittersfera.

I dati, prelevati da Twitter Grader e ristretti ad un campione di soli 500.000 utenti attivi (peraltro stimati in uno spannometrico® 10% del totale), indicavano un paio di fattori piuttosto interessanti:

  • almeno il 70% degli utenti presi in esame si è iscritto nel corso del 2008
  • ogni giorno si stima vengano aperti tra i 5.000 e i 10.000 nuovi account

Cosa significa tutto questo in due parole? Beh, che nell’attesa che Twitter stessa rilasci il suo “Status Of The Twittersphere” (se mai deciderà di farlo), noi possiamo tranquillamente considerare il pennuto blu maturo e in ascesa quasi verticale.

Con tanti saluti al “fattore hype” o al “network di nicchia”, Twitter ha ampiamente resistito all’attacco dei cloni (Plurk tra tutti) e anche per merito delle sue API, rappresenta oramai il network di microblogging per eccellenza.

I più scettici dovrebbero averlo capito nel momento in cui persino Darren Rowse (vi dice niente Problogger?) ha deciso nel mese di Ottobre scorso di lanciare Twittip.com, blog interamente dedicato a sviscerare Twitter in ogni sua forma. Eppure, esattamente come Darren qualche tempo fa, molti blogger guardano ancora Twitter con diffidenza, relegandolo a perdita di tempo o nel migliore dei casi a canale comunicativo del tutto trascurabile per i loro interessi.

Vuoi perché il servizio nudo e crudo non sembra inizialmente nulla di eccezionale, vuoi perché vengono sottovalutate tutte le possibilità che 140 caratteri sono in grado di permettere. Ma Twitter è molto di più di uno “status updater” alla Facebook. E’ molto di più dello scrivere un paio di righe su cosa avete mangiato per cena e, che vi piaccia o no, se usato nel modo giusto può rivelarsi uno strumento fondamentale per raggiungere una audience vastissima in un singolo click.

Se nel 2008 ti sei assicurato il tuo brand ma per un motivo o per l’altro non hai mai colto le potenzialità del pennuto, beh, eccoti alcuni metodi per rimediare 😀

1. Non hai usato il client giusto

Twitter non è bello da vedere e non è pratico da seguire. Perlomeno se rimani confinato nella sua homepage a scribacchiare qualcosina di tanto in tanto.
No, quello che ti serve per fare il salto nella twittersfera vera è un buon client.

Di client per interagire con Twitter ne nascono ogni giorno (persino come plugin per Firefox o widget per Opera), tuttavia per avere un buon controllo del flusso dei messaggi ti servirà un vero e proprio programma su desktop. Per esperienza puramente personale, i tre migliori client che all’alba del 2009 ancora resistono tra i miei preferiti sono:

Riportati qui in ordine temporale di utilizzo, sono sviluppati su Adobe AIR, decisamente leggeri e multipiattaforma.

Da notare che sia Alert Thingy che Twhirl estendono il supporto ad altri network (uno su tutti FriendFeed), mentre TweetDeck (per complessità, interazione con servizi di terze parti e capacità di filtro) è forse il client totale per chi vuole fare del twittering una vera e propria professione. Ed è peraltro quello che sto usando in questo momento.

2. Ti sei fatto vincolare dalla terza persona singolare

Twitter, come molti altri status updater, imposta la discussione sulla terza persona singolare: “Francesco sta leggendo..”, “Francesco sta scrivendo..”, e così via.
Non c’è nulla di male, se ti trovi a tuo agio. Ma in caso contrario, non dovresti davvero farti alcun problema nell’ignorare il tuo nome all’inizio del messaggio e parlare tranquillamente in prima persona singolare.

3. Non hai mantenuto conversazioni multiple

Spesso uno degli imbarazzi principali dell’utilizzare Twitter in maniera efficace arriva nel momento in cui intrecciamo un discorso con un utente e ci sentiamo istantaneamente vincolati dall’iniziarne altri in parallelo.

Sbagliato. Twitter non è una chat (anche se in effetti ne condivide alcune dinamiche di base) e mantenere aperto un canale comunicativo su più fronti è perfettamente normale; è anzi una pratica che dovresti imparare a padroneggiare con un buon client in grado di restituirti una vera “visione globale”.

4. Lo hai considerato broadcasting puro

Non dovresti considerare Twitter come un metodo a buon mercato per poter urlare indistintamente i tuoi discorsi a senso unico.

Per prima cosa perché iniziare a seguire un utente (tu) che posta solamente link è quantomeno noioso e banale; in secondo luogo perché l’efficacia di un posting selvaggio di questo tipo è praticamente nullo e ti porterà presto all’isolamento. Ricorda che Twitter integra chi sa integrarsi, e isola chi cerca di sfruttarlo oltre un certo limite.

5. Hai sovraccaricato i tuoi followers

Allo stesso modo non dovresti gettarti in una discussione twitterando a tutto spiano a meno che ciò che dici non abbia un reale valore per la maggior parte dei tuoi followers.

Ricorda che molti utenti accedono a Twitter da client limitati o peggio ancora dalla versione web, il che implica una riduzione dei messaggi visualizzabili in una sola volta. Saturare l’intera discussione con i tuoi link o i tuoi lunghissimi discorsi spezzettati su 140 caratteri alla volta ti procurerà solamente un defollow in più.

6. Sei stato selettivo nei confronti dei tuoi followers

Dovresti filtrare le persone che decidi di seguire solo fino ad un certo punto.

Certo a nessuno piace dover ricambiare un follow in maniera forzata e spesso un “sesto senso” ci dice quanto l’utente in questione potrebbe non portarci assolutamente nulla di utile.

Al di là di ciò, dovresti essere aperto alla discussione anche verso utenti apparentemente distanti dai tuoi interessi. Non sottovalutare la potenza di Twitter nell’avvicinare realtà solo apparentemente lontane.

7. Non sei stato professionale

Quante volte hai risolto un problema altrui?

Twitter è fantastico quando si tratta di esprimere la professionalità di una persona. Ma questa professionalità non si esprime certamente promuovendo solamente i (propri) link interessanti o agitando vistosamente le braccia nel tentativo di conquistare le luci della ribalta.

Si esprime invece nella capacità che avrai di risolvere problemi altrui. Si esprime nella tua capacità di ascoltare i discorsi che viaggiano nel tuo client, di acchiapparne uno al volo nel quale ritieni di poter essere utile e contribuire in maniera disinteressata.

8. Non sei stato ironico

Tuttavia non dovresti cercare di costruirti un personaggio distante e lontano da chi sei in realtà. Un pò perché è una gran faticaccia, un pò perché è una tecnica che non paga affatto.

In definitiva utilizza Twitter per intrecciare tutti quei discorsi trasversali con i tuoi lettori (e soprattutto con chi non ti legge), i quali altrimenti non avrebbero mai avuto modo di esistere per pura mancanza di terreno neutrale. Condisci il tutto con un pizzico di ironia, sii interessante da leggere, e il gioco è fatto.

9. Beh, non hai usato Twitter

Beh, questo forse è l’errore più grosso. Ma c’è tutto il 2009 per rimediare!
E se ti va, puoi trovarmi su Twitter al nick @gavello 😉

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

13 commenti

  1. O.o oddio, su 9 errori io ne faccio una bella percentuale… primo fra tutti il fatto che vi seguo via web. Qua tocca rimediare. Veramente interessante, cmq! 🙂

  2. ahimè, io sono il caso n°9: non riesco proprio ad ingranare con twitter, devo dire, ma il tuo articolo mi ha certamente ispirato a dargli una nuova chance!

  3. Beh, stando a questa lista, io mi sento un discreto utente di Twitter, visto che non incappo in nessuno o quasi di quegli errori.

    Su una cosa non mi trovi perfettamente d’accordo: al punto 3 parli di tenere conversazioni multiple. Beh, personalmente (come tu stesso dici) credo che Twitter non sia una chat e quindi ritengo che gia’ in due reply ce ne sia uno di troppo 🙂

    A parte cio’ ti ringrazio per avermi segnalato due client che non conoscevo e che mi sembrano entrambi molto, molto belli. Anche se credo restero’ fedele a Thwirl, e’ bello sapere di poter scegliere 🙂

  4. io rientro nel 9, anzi ancora peggio, sono un nove convinto.
    tralasciamo un secondo il tuo articolo che ci parla di come usare intelligentemente questo mezzo, io quello che trovo, quando sporadicamente sbircio, è un mucchio di messaggi buttati li senza senso.
    mi sembra di leggere gli sms salvati nella memoria di un cellulare che trovo casualmente per strada.
    sarà che guardo la versione web, ma apro la pagina e leggo… e non capisco cosa mi stia di fronte, cosa mi voglia comunicare (sempre che voglia comunicare) e soprattutto perchè scoprire che “xxx è andato in palestra” o “xxx si prepara ad una serata pizza e birra” mi debba interessare…cos’è il grande fratello testuale?
    bho ma infondo io non ho ancora capito a cosa serva FaceBook, devo essere refrattario a queste cose.

  5. @Sheik: io francamente non ho ancora capito a cosa serve guardare “Amici” eppure c’è tantissima gente che lo fa 🙂
    Come sempre ciò che rende veramente utile qualcosa è l’utilizzo che ne fai, c’è chi usa Twitter per regalarsi 10 minuti di spensieratezza (come chi guarda Amici), chi lo usa per tenersi informato, chi per comodità di comunicazione con i propri amici etc…
    Quote from Matrix: “Non cercare di piegare il cucchiaio. È impossibile. Cerca invece di fare l’unica cosa saggia: giungere alla verità.” 🙂

  6. Come i creatori di Twitter io… non ho ancora ben capito quale sia il modello di business alla base dell’uccellino!

  7. @Andrea: Visti i risultati di iniziative di terze parti come Magpie (ma qualcuno ne fa veramente uso?) credo ci andranno con i piedi di piombo prima di parlare ancora di tweet e pubblicità…

  8. Anche io ho difficoltà ad ingranare con Twitter, inizialmente mi ero iscritta poi vedendo il flusso di informazioni che mi apparivano incessanti difronte agli occhi, e forse iscrivendomi ad account tutto sommato poco utili mi sono cancellata perchè mi pareva di sentire solo un sacco di confusione e di sentire un sacco di rumore inutile….

    Stamattina mi sono riattivata l’account e penso che a questo punto per apprezzarne ed utilizzarne meglio i contenuti la cosa migliore sia utilizzare uno dei client che hai suggerito perchè anche io lo leggevo via web ed è una seccatura avere tante finestre aperte in Firefox. Per il momento ho installato un pluglin proprio in Firefox però magari posso utilizzare Tweetdeck e farmi un’idea di quale mi è più congeniale.

    grazie delle ottime indicazioni soprattutto perchè hai chiarito alcuni dubbi sull’effettiva utilità di Twitter attraverso questo ed un altro tuo post precedente.

  9. L’utilizzo di twitter è molto semplice ma sfruttarlo al meglio per il proprio lavoro lo è molto meno. C’è chi fa l’errore di utilizzarlo solo come luogo dove pubblicizzare i propri link… purtroppo questo serve a poco o niente.

    Come hai detto tu Francesco per poter sfruttare twitter bisogna integrarsi nel contesto dando vita a discussioni e postando contenuti interessanti… come i tuoi 😉

    Un saluto

    Stefano