(function(w,d,s,l,i){w[l]=w[l]||[];w[l].push({'gtm.start': new Date().getTime(),event:'gtm.js'});var f=d.getElementsByTagName(s)[0], j=d.createElement(s),dl=l!='dataLayer'?'&l='+l:'';j.async=true;j.src= 'https://www.googletagmanager.com/gtm.js?id='+i+dl;f.parentNode.insertBefore(j,f); })(window,document,'script','dataLayer','GTM-T3Z2SL');

I 7 pilastri di un blog aziendale di successo

Un guest post di Alessio Beltrami

I 7 pilastri di un blog aziendale di successo 1
©StevanZZ/Shutterstock.com

Cosa rende davvero efficace un blog aziendale? Quali sono gli aspetti più strategici – al di là dei tecnicismi- da tenere sotto controllo? Ce ne parla oggi l’ottimo Alessio Beltrami. Buona lettura! 🙂

Se dovessi riassumere in una parola le 315 pagine del mio libro “Come Vendere con il Blog Aziendale” quella parola sarebbe “fiducia”.

Tutto il lavoro tecnico, strategico e comunicativo che permette di dar vita a un blog aziendale è inutile se non si riesce ad ottenere la fiducia di nuovi potenziali clienti – i lettori.

In questo articolo cercherò di sintetizzare alcuni concetti presenti nel libro che rappresentano i pilastri di un blog che riesce a guadagnare la fiducia del consumatore e che quindi diventa un elemento determinante per il successo aziendale e non un semplice gadget della strategia di marketing.

Facendo un passo indietro, è facile osservare come la valutazione che facciamo quando sul web siamo alla ricerca di una soluzione, è solitamente opportunistica e utilitaristica: mi serve / non mi serve oppure mi conviene / non mi conviene.

Questi comportamenti – che conosciamo bene come consumatori – sono perfetti per comprendere quale sia l’atteggiamento del lettore di fronte ai nostri contenuti. In pratica descrivono quello che pensa il lettore medio quando per la prima volta viene a contatto con il nostro blog aziendale.

Riassumendo questa è la situazione:

  • il lettore è opportunista
  • noi abbiamo bisogno della sua fiducia
  • dobbiamo ottenerla in poco tempo

Alla luce di questi elementi proviamo a capire in che modo il blog aziendale può lavorare a nostro vantaggio soddisfando l’opportunismo smisurato di chi naviga online e conquistando la sua fiducia.

Ho individuato 7 punti che rappresentano i pilastri di un blog di successo.
*successo = lettori che diventano clienti

1. Analisi del target

A chi parli? Capire bene a chi rivolgersi è uno degli aspetti chiave per creare contenuti capaci di comunicare. L’idea di “comunicare con tutti” non è solo utopica ma anche controproducente. In pratica nel tentativo di scrivere contenuti adatti a tutti si finisce con lo scrivere contenuti che non interessano a nessuno.

Il tuo target (chiamalo cliente tipo o buyer persona) deve corrispondere a un profilo preciso a cui associare paure, problemi irrisolti e dubbi. Solo con una chiara comprensione di questi aspetti darai vita a contenuti capaci di suscitare un forte interesse e la fiducia di chi legge il tuo blog.

2. Essere rilevante

Se conosci i problemi di chi ti legge sei anche in grado di risolverli. Qui arriva al capolinea la storiella sui contenuti di “qualità” e di “valore”. Una bolla che si sgonfia in un secondo senza la RILEVANZA del tuo messaggio agli occhi del lettore.

Questo unisce i due puntini

  • a. lettore opportunista
  • b. contenuti che si fanno leggere

nel mezzo troviamo esattamente contenuti rilevanti per il lettore e in grado di risolvere un suo problema.

In questo non c’è creatività, tecniche di copywriting e altre fantasie da Premio Strega. Vai la fuori e risolvi i problemi. Semplice e funzionale. Lo puoi fare solo se identifichi con precisione il tuo target per questo il blog aziendale non è frutto di un processo creativo ma scientifico.

3. Essere scomodo

Essere scomodi non significa provocare inutilmente e a tutti i costi, ma una cosa è certa, utilizzare lo stesso messaggio che utilizzano i tuoi competitor (solitamente qualità, convenienza e cortesia) non ti aiuterà a farti ricordare e a guadagnare la fiducia di chi legge.

Essere scomodo significa prendere una posizione precisa anche quando questa da fastidio a qualcuno. La tua differenza deve diventare la tua forza e questo non piacerà di certo a qualcuno.

4. Metterci la faccia

Un blog deve innanzitutto esporsi e dare senza chiedere. Per questo metterci la faccia direttamente è un elemento determinante. Come posso fidarmi se non so chi c’é dall’altra parte? Il team, lo staff, la redazione sono parole vuote.

Serve un nome, un cognome e un volto. Questo specialmente in piccole realtà aiuta a costruire un percorso di vendita basato sulla fiducia. Infatti prima imparo a conoscere la persona con cui avrò a che fare per il servizio o prodotto a cui sono interessato e prima cadranno le mie riserve istintive da consumatore. Mettici la faccia parlando in prima persona, in modo personali (no aziendalese) e utilizzando un authorbox.

5. Semplificare (concetti e linguaggio)

Il primo elemento di fiducia si costruisce con una comunicazione chiara. Trovarci di fronte una persona che si spiega chiaramente costituisce un primo elemento di fiducia. Questo avviene raramente sul web dove siamo sommersi da informazioni difficilmente comprensibili.

Errore che tocca da vicino i blog aziendali che spesso perdono di vista il loro lettore tipo e scrivono utilizando un linguaggio e dei concetti comprensibili solo agli addetti ai lavori. Il segreto è semplificare, questo richiede un lavoro duro sui contenuti. Leggere e rileggere modificando termini e aiutando in ogni modo il lettore attraverso un’esposizione chiara.

6. Esserci costantemente

La frequenza di pubblicazione dice implicitamente che chi scrive c’è. Indipendentemente dal nostro interesse – sporadico o costante – chi scrive sul blog è presente.

Come guadagnare la fiducia quando l’ultimo contenuto è aggiornato a mesi prima? Questo comunica anche la volontà dell’azienda di essere presente sempre e comunque con informazioni utili.

7. Prescrivere la cura

Quando si guadagna l’interesse e la fiducia del lettore arriva il momento in cui bisogna dare la possibilità di fare il passo successivo. Avviene quando il dottore prescrive la cura e quando l’azienda sul blog utilizza una CTA (call to action o chiamata all’azione) in pratica si dice chiaramente al lettore cose fare nel suo stesso interesse.

Dare la possibilità di fare il passo successivo non è da considerarsi come una pratica commerciale pressante, ma come un’opportunità che si da al lettore per sua utilità. Se hai letto fino a qui e ti trovi d’accordo questa è la strada da seguire per proseguire (prenotare appuntamento, scaricare versione di prova ecc). Questo comunica a chi legge che sei proprio tu a poter risolvere il suo problema ed è un informazione necessaria per evitare che i contenuti vengano scambiati per consigli ai quali è il cliente a dover trovare una soluzione pratica.

Ho cercato di riassumere in 7 punti gli elementi che considero vitali per guadagnare la fiducia del lettore. Fanno parte del percorso che ho esposto nel mio libro “Come Vendere con il Blog Aziendale” e che ho scritto pensando a imprenditori e manager che lontani dai tecnicismi di internet hanno bisogno di risultati e di un sistema da seguire per conseguire risultati.

Il blog è sicuramente adatto a questo scopo, a te la scelta di trattarlo come un giocattolo o come un vero strumento di marketing.

Alessio Beltrami

Alessio Beltrami

Alessio Beltrami è fondatore di BlogAziendali.com un servizio nato nel 2010 e dedicato al corporate blog per imprese e professionisti. Si confronta quotidianamente con ogni aspetto della comunicazione aziendale attraverso blog e social media e a questo proposito ha pubblicato una guida gratuita per aiutare aziende e professionisti a promuoversi online sfruttando il potenziale delle DigitalPR.

2 commenti

  1. Molto interessante. Noi stiamo per approcciare il nostro blog aziendale, e siamo in fase di progettazione dei contenuti. Essendo la nostra un’azienda che offre consulenza ad altre aziende, secondo voi ha senso impostare un approccio di “problem solving” in modo che i “potenziali clienti” vedano in noi un partner possibile? Grazie mille per l’articolo e buon lavoro.