13 errori con cui (probabilmente) stai rovinando la tua mailing list

Un guest post di Samuele Onelia

Gli errori più comuni nel gestire una newsletter
©Bloomua/Shutterstock.com

Quello che segue è un guest post di Samuele Onelia, voce e fondatore di ItalianIndie. Ho conosciuto Samuele qualche tempo fa per l’edizione #70 del podcast (che trovi qui). Oggi ci racconta alcuni errori tutt’altro che scontati nel costruire la propria newsletter. Buona lettura!

Quando ho creato Italian Indie sapevo che il primo obiettivo era creare una mailing list. Costruire una lista di persone che ti autorizzano a contattarli per mail è il primo passo per creare un pubblico fedele e in seguito dei potenziali clienti.

Prima ancora di lanciare il podcast avevo attivato la landing page, così ho sbattuto subito il muso contro la realtà. Posizionare un form d’iscrizione è facile, trovare gli iscritti e farli interagire via mail è un gioco completamente diverso.

La situazione ha iniziato a migliorare quando ho messo insieme i consigli di diversi web marketer e ho capito cosa stavo sbagliando. Negli ultimi mesi, per curiosità o perché mi chiedevano un consiglio ho visto decine e decine di blog italiani e mi son reso conto che pochissimi sfruttano al meglio la newsletter.

Per questo ho raccolto una lista di 13 errori comuni.
Quando ho iniziato a lavorare su Italian Indie (fine 2013) io ne commettevo 9, tu come sei messo?

1. Prometti poco valore

Qual è il valore unico che le persone possono trovare SOLO iscrivendosi alla tua newsletter?

Francesco quando ha lanciato VETTA, la sua newsletter, poteva contare su una reputazione online costruita in parecchi anni, dubito che tu possa far leva su un elemento del genere. Devi evidenziare in modo chiaro e immediato cosa stai offrendo.

Considera la newsletter come il tuo primo prodotto.
Proponi l’iscrizione in modo da esaltare le qualità uniche della tua offerta.

2. Omaggio inutile

Il modo migliore per avere più iscritti è corrompere i tuoi visitatori con classe. La logica è ovvia, ma un PDF gratuito non è il proiettile magico che farà cadere ogni visitatore ai propri piedi. Devi offrire un dono di GRANDE valore.

Probabilmente una pagina striminzita in PDF non è abbastanza, specie se il tuo blog appena nato non è ancora una garanzia di qualità.

“Sì tutto bello Samuele, ma è un sacco di lavoro.”

Sì e no.
Sì, non è immediato.
No, con un po’ di strategia ci vuole poco più di scrivere un buon post. In più la tua lista è l’elemento di maggior valore per il tuo blog, quindi è da sani di mente dedicarle del (molto) tempo.

Per velocizzarti il lavoro ti do qualche strategia che è stata utile per me nella creazione del mio freebie.

  • Guarda quali sono i tuoi due o tre post che performano meglio e parti da quelli per creare un contenuto più approfondito. Molti blogger di successo prendono alcuni articoli su un unico tema e li uniscono per creare un contenuto più completo.
  • Se non hai un articolo di successo guarda quali sono gli articoli più commentati o più visitati in un blog che opera nella tua nicchia.
  • Se, come capita in Italia, nella tua nicchia non ci sono blog di qualità pensa qual è un problema molto sentito dal tuo lettore ideale, e intervista qualcuno che può offrire delle valide soluzioni.

3. Usi i testi standard

I gestori di mailing list offrono i loro servizi con dei messaggi preimpostati. Devi assolutamente sostituirli con dei messaggi in italiano e più specifici.

Ogni volta che puoi comunicare con i tuoi visitatori è importante farlo in modo personale.
Devi essere tu il primo ad abbassare la maschera e creare un vero rapporto con i tuoi lettori.

4. Design della newsletter

Hai perso ore a progettare l’estetica della tua newsletter, è orgoglio alla stato puro.
Colori, pulsanti e colonne laterali. È magnetica.

Fermati.

Il template della tua mail deve essere minimal. Sfondo bianco e scritte nere. Stop.
I motivi sono due.

  • Lo standard della mail è Gmail. Google cerca di togliere dal feed principale tutte le mail che gli sembrano spam, lettere di vendita, o newsletter impersonali. Come spiegava Luke Guy, uno dei modi migliori per bypassare il filtro di Gmail è quello di evitare ogni “abbellimento” inutile.
  • Dopo il filtro di Gmail c’è anche il filtro umano. Se ricevi una mail con strane intestazioni e design particolari, il blocco venditore-rompiscatole si attiva subito. Presentati come una persona normale che vuole aiutare un amico, e le tue newsletter saranno molto più apprezzate

5. Orario di spedizione

Una newsletter ha le maggiori probabilità di essere aperta nelle 24 ore successive all’invio. Quindi si tende a inviarle alla mattina tra le 7.00 e le 10.00. Lunedì si pubblica il post e giovedì si invia la newsletter.

Come si evidenziava in uno studio di Mailchimp, spesso l’apertura della mail aumenta dopo pranzo, quindi inviare la tua newsletter alle 14.00 potrebbe essere una strategia vincente.

Prima di crearti una routine, testa la tua lista a diversi orari e in diversi giorni e verifica quando puoi avere i risultati migliori.

6. Non hai una landing page d’iscrizione

Mettere un form sulla barra laterale non basta.
Il pop-up automatico non basta.

Devi preparare una landing page d’iscrizione.

Serve per spiegare in maniera più completa il valore che riceveranno gli iscritti. In più potrai linkare quella pagina da qualsiasi punto del web.

Ecco alcuni esempi di landing page:

7. Falsa amicizia

Comportarsi come un essere umano e non un robot è un ottimo segnale.
Credere che le persone ti conoscano o che tu conosca loro anche se non vi siete mai parlati, è stupido.

Anche se ti sei fatto dare un nome al momento dell’iscrizione non è detto che sia il loro vero nome.
Se mi invii la tua newsletter potresti iniziare così:

“Caro Nil…”

E già andiamo male. Mi chiamo Samuele e stai usando un soprannome che ti ho rifilato perché non volevo firmarmi al momento dell’iscrizione.

Lo usi per simulare un rapporto di amicizia che non esiste.

L’allarme venditori-rompiscatole comincia a mandare ringhiate aggressive.
Non mi conosci e non ti conosco, non fingiamo il contrario.

Scrivi le tue mail in maniera colloquiale, ma non fingere di aver scritto solo a me. Lo sappiamo tutti che è una bugia. Usa il nome di un tuo lettore solo quando rispondi a una sua mail. Solo allora avrai il permesso di farlo.

8. Non ti interessi agli iscritti

Quella con l’audience è una relazione e la devi coltivare.
Chiedi agli iscritti quali sono le sfide che affrontano ogni giorno. Quale aiuto stanno cercando.
O perché non riescono a cucinare una tagliata di tonno decente (se sei un food blogger, s’intende).

E ricordati di rispondere alle mail che ricevi!
Dimostrati interessato alla realtà dei tuoi lettori, e otterrai la loro fiducia.

Ogni mail deve stimolare una conversazione con gli iscritti, così la smetterai di sembrare un automa dedito alla vendita compulsiva.

9. Usi tecniche scorrette

Le email per la mailing list si ricevono.
Non le devi aggiungere tu.

Non puoi inserire:

  • indirizzi che trovi in rete;
  • indirizzi che trovi scritti da qualche parte (business card incluse);
  • indirizzi appartenenti ad altre tue liste che non centrano niente l’una con l’altra.

I contatti vanno guadagnati in modo onesto, anche perché è l’unico sistema che porta risultati.

10. Troppo timido

Hai paura che essere troppo insistente metta in fuga i tuoi potenziali clienti? Sveglia!
Se non si registrano la prima volta che vedono il tuo sito, probabilmente non torneranno mai.

Piazza la possibilità in tutti i posti giusti per incentivare i lettori all’azione.
Promuovila in ogni occasione.
Ancora preoccupato di farci brutta figura? Allora ti spiego qual è il tuo problema.

Ti spaventa l’idea di creare una newsletter perché non sai quale valore offrire agli iscritti.
Invece di nasconderti dietro ansie inutili scopri come inserire grande qualità in ogni mail.

11. Fretta fretta fretta

Non curi la newsletter, vuoi a tutti i costi mandarla fuori senza guardare cosa c’è dentro.
Ripeti dopo di me: non è la quantità che conta, ma la qualità.

Testa la mail, controlla gli errori. Assicurati che ogni mail contenga qualcosa di utile per chi la riceve.

12. Usi solo contenuto riciclato

Smetti di considerare la tua newsletter come uno strumento di vendita, inizia a vederla come un prodotto.
Va benissimo usare la newsletter per portare traffico ai tuoi post, ma ogni tanto offri qualche extra, riservato solo a chi si è impegnato con te.

Non devi inventarti nulla di straordinario.
Presenta un’analisi di quello che fai dietro le quinte.
Espandi il contenuto di un tuo post, rispondi a una domanda dei tuoi lettori.

Offri qualcosa di unico agli iscritti.

E con questa arriviamo all’ultimo errore.

13. Non hai una newsletter

Alcuni principianti non capiscono perché creare una newsletter.
Guardano i casi di Rudy Bandiera, Skande o altri influencer che non usano la mailing list.

Questi riferimenti non valgono.

Loro operano online da molto tempo per cui sono degli esperti riconosciuti, oppure hanno un’intensa attività come speaker/formatori, per cui incontrano molte persone dal vivo e riescono a creare un legame con i loro lettori (presenti e futuri) in maniera diretta (questo fidelizza molto di più, è ovvio).

Ho raccolto in un ebook l’esperienza di 28 italiani che hanno costruito e monetizzato la loro piattaforma. Se lo leggi vedrai che chi ha creato un business attorno al proprio blog dà un enorme valore alla creazione di una mailing list.

Adesso a te la parola, condividi nei commenti qual è la difficoltà maggiore per la creazione della tua lista.
Io o Francesco cercheremo di indicarti una soluzione, adatta alla tua realtà.

Samuele Onelia

Samuele Onelia

Samuele è la voce e il fondatore di ItalianIndie.com. Un sito, un blog e soprattutto un podcast che racconta le esperienze concrete degli imprenditori italiani indipendenti.

10 commenti

  1. Ciao Samuele e Francesco, vi ringrazio per aver citato FreelanceWebDesigner come esempio di landing page creata per raccogliere nuovi iscritti e fan.

    I consigli di Samuele sono ottimi e ne voglio aggiungere uno anch’io come caso studio, magari può essere uno spunto per realizzare qualcosa di simile da parte di altri blogger o freelance.

    Oltre a creare una landing page ad hoc, che è anche la home del sito, sto testando altre vie per raccogliere web designer e grafici che vogliono mettersi in proprio (mi rivolgo nello specifico a questa tribù 😉 ).

    Il lavoro è impegnativo ma i risultati iniziano a vedersi. Ho creato una pagina (la trovate in firma) che raccoglie una selezione delle migliori dritte che altri freelance esperti mi hanno suggerito attraverso delle video interviste registrate durante il FreelanceCamp.

    Per ogni pagina contenente il video, ho inserito una call to action per poter scaricare altre video interviste offerte in esclusiva e non visibili da nessun’altra parte.

    Sto ottenendo dei buoni risultati, nonostante il traffico del sito nel momento in cui scrivo questo commento non è ancora altissimo, perchè il sito stato lanciato poco tempo fa.

    Il tempo di permanenza della sezione che raccoglie tutti i video e della singola pagina supera i 3 minuti e il bounce rate è molto basso rispetto alla media del sito, stiamo attorno al 20%30%.

    Questo dato è un segno di come le persone che guardano i video sono molto interessate a vederlo tutto (le interviste non superano i 3 minuti), con una conseguente maggiore probabilità di ricevere più fiducia da chi non mi conosce e più possibilità di ottenere un nuovo iscritto alla mia mailing list.

    Spero di aver dato qualche dritta e dato interessante da valutare per creare pagine che offrano reali contenuti di qualità che possono anche non essere per forza i post di un blog.

    Se vogliamo discuterne qui, mi farà piacere parlarne con voi.

    1. Grazie per il commento e la condivisione dei risultati dettagliati che stai ottenendo.

      Ovviamente non posso che confermare il valore e la potenza offerta dalle interviste. Secondo me sono uno strumento eccezionale, perché anche il più bravo al mondo non può sapere tutto, mentre con le interviste tu puoi creare una condivisione delle idee. E il web su questa condivisione ha sempre trovato la sua forza.

      Ma mi dicono che del tuo progetto se ne sentirà parlare presto su un certo podcast, per cui attendo approfondimenti :PPPP

      1. Eh eh Samuele, sono molto contento di essere stato intervistato dallo staff di ItalianIndie, spero di dare qualche suggerimento utile per la tribù a cui ti rivolgi.

        Ho sempre dato molta importanza a condividere conoscenze e collaborare con altri esperti per realizzare video interviste e webinar.

        Di certo è un’ottima strategia per emergere dalla concorrenza ma anche per aumentare la fiducia di chi ci ascolta o di chi ci segue da poco.

        Grazie poi alla lead generation, quindi alla raccolta di nuovi iscritti interessati a ciò che offriamo, creare un rapporto informale e costante con le persone che ci seguono, aiuterà di certo ad acquisire maggiore reputazione online per poi proporre prodotti e/o servizi correlati.

        Aspetto l’intervista su ItalianIndie, curioso di vedere cosa è uscito fuori ;).

  2. Dire che questo articolo è utile, è dire poco! Bravi! Ottime dritte, scritte bene con quel tocco di ironia che aiuta la lettura…ora devo solo metterli in pratica! ciao
    Paola

    1. Se non ricordo male ti avevo già detto che secondo me la mailing list è la risorsa più importante per il tuo blog. Guarda che sono ancora in attesa che tu la inserisca 😉

      1. Parli di Blographik? Al momento sto lavorando proprio a raccogliere nuovi iscritti attraverso popup, sono dei web designer che atterrano sul mio blog, anche se la nicchia non è correlata solo ai designer ma anche ai seo e ai web marketer.

        Concordo comunque con te nel dover creare una squeeze page ad hoc. Ci lavorerò 😉

  3. Davvero un’ottimo articolo Samuele. Aggiungerei anche che bisogna prestare molta attenzione a ciò che si scrive nell’oggetto della mail, perchè funge da titolo e determina l’apertura o meno della mail.

    Ma tornando al tuo post, io credo che, specie in Italia, la mailist è sottovalutata. Creare del vero valore da dare in cambio di una mail, è un lavoro che in molti snobbano limitandosi al classico pdf o all’invio degli ultimi post.

    Ma in realtà, per come la vedo io e per come agisco, bisognerebbe chiedersi, prima di richiedere la mail del nostro visitatore, se gli stiamo dando un reale e concreto motivo per farlo. Infondo la mail è un piccolo pezzo di privacy e bisogna guadagnarselo.

    Siti web come Copyblogger, che hanno una mail list da più di 100mila iscritti, non raggiungono tali risultati solo con la newsletter. Copyblogger offre in cambio della mail, ben 16 ebook gratuiti e un corso base di web marketing. Il segreto della loro lista così “affollata” sta proprio nel valore che offrono proprio come hai ben detto tu.

    Inoltre avere una mailist curata e attraente aiuta a non essere dipendente da Google. La mailist da una corsia preferenziale di traffico al tuo sito, ma questo è un discorso ben più ampio e non voglio dilungarmi ancor di più.

    Ottimo lavoro Samuele, davvero bravo!

    1. Guarda è da due settimane che nel pensagruppo di cui faccio parte continua a tornar fuori questo argomento. In Italia sembrano tutti matti per il Social Media Marketing, che è molto difficile. E si dimenticano che i “soldi stanno nella lista”.

      Prima o poi la gente capirà che Facebook se sei piccolo è un ottimo posto per perder tempo.

      Ottimo l’esempio di Copyblogger, va aggiunto che loro hanno dieci anni di lavoro alle spalle, e non penso che il primo giorno avessero già 16 ebook gratuiti. Su Italian Indie adesso ce ne sono due e altri ne usciranno, l’importante è continuare a prendersi cura della lista, perché sono le persone che più di tutte credono in quello che fai.